talebani afghanistan kabul

I TALEBANI HANNO PRESO IL POTERE MA SONO A CORTO DI DENARO - INFATTI PUNTANO AL TESORO AFGHANO CUSTODITO ALL'ESTERO E IN GRAN PARTE GIÀ "CONGELATO”: LINGOTTI D'ORO, RISERVE IN VALUTA STRANIERA, TITOLI DI STATO AMERICANI E I 21 MILA GIOIELLI DEGLI ORI DI BACTRIAN CHE VALGONO 9,5 MILIARDI DI DOLLARI (METÀ DEL PIL ANNUO NAZIONALE) - IL REGIME TALEBANO È SOTTO SANZIONI MA I NUOVI SIGNORI DI KABUL SI FINANZIANO CON L'OPPIO...

Ettore Livini per “la Repubblica”

 

AFGHANISTAN - TALEBANI

La battaglia militare, diplomatica e politica sul terreno è stata persa in meno di una settimana. E ora l'Occidente prova a frenare la presa dei talebani sull'Afghanistan con l'arma che (in fondo) sa usare meglio: il denaro. I nuovi padroni di Kabul hanno preso il controllo fisico del Paese in pochi giorni. Ma faticheranno molto di più - così si augurano Stati Uniti ed Europa - a mettere le mani sulle sue ricchezze finanziarie: lingotti d'oro, riserve in valuta straniera, titoli di stato americani e i 21 mila gioielli degli Ori di Bactrian che valgono in tutto qualcosa come 9,5 miliardi di dollari (metà del Pil annuo nazionale) ma che sono quasi tutti custoditi all'estero e in gran parte già "congelati".

 

talebano con fascia brandizzata

«Il regime talebano è sotto sanzioni - ha twittato Ajmal Ahmady, il governatore della Da Afghanistan Bank (Dab), la Banca centrale che custodiva questo patrimonio, fuggito dalla capitale nei giorni scorsi - e penso che riuscirà ad accedere al massimo allo 0,1%-0,2% delle riserve».

 

Il governo provvisorio, appena entrato a Kabul, ha iniziato subito la caccia a questo tesoretto che basterebbe da solo - secondo la Banca mondiale - a pagare tutte le importazioni di cui l'Afghanistan ha bisogno per 15 mesi. Le milizie hanno preso il controllo immediato degli edifici del ministero dell'economia, dei caveau della Dab e del Palazzo presidenziale.

 

talebani tradizionali

Dentro però, è il parere di Ahmady, hanno trovato poco: le 22 tonnellate di riserve auree nazionali (valore 1,3 miliardi di dollari) sono sotto chiave nelle casseforti della Federal Reserve di New York. Nel bilancio della Banca centrale c'erano anche 6,1 miliardi di investimenti, in gran parte in titoli di stato Usa. Quasi tutta questa somma però è depositata presso banche a stelle e strisce con una quota residuale sui conti correnti della Banca dei Regolamenti internazionali in Svizzera e della Banca per la cooperazione, il commercio e lo sviluppo turco.

 

E la Casa Bianca, secondo il Washington Post , avrebbe già disposto il sequestro di tutti i beni custoditi negli Stati Uniti. I talebani dovrebbero invece essere riusciti a recuperare circa 372 milioni di dollari in valuta straniera parcheggiati nelle varie sedi della Dab nel Paese, la liquidità che garantiva il funzionamento dell'economia e del commercio nazionale.

talebani senza barba

 

Nei sotterranei del palazzo presidenziale fino a poche settimane fa erano custoditi anche 160 milioni di dollari in lingotti d'oro e monete d'argento. Ma non è chiaro se e quanto di questa fortuna sia stato messo al sicuro dall'ex presidente Ashraf Ghani, che ha smentito le voci secondo cui sarebbe fuggito negli Emirati portando con sé decine di milioni di dollari. Nessuno invece sa che fine abbia fatto il tesoro di Bactrian già sfuggito in modo rocambolesco ai talebani alla fine degli anni '90.

 

All'epoca i custodi di questi incredibili manufatti trovati nelle tombe dei nomadi Kushan vicino alla capitale dell'antico regno greco- battriano erano riusciti a nasconderli nelle cantine del palazzo presidenziale, in un caveau che si apriva solo con cinque chiavi differenti conservate da cinque persone diverse. E i 21 mila oggetti erano stati recuperati nel 2003 quando ormai erano dati per dispersi.

talebani della prima ora (2001)

 

Non è chiaro se anche questa volta sono stati messi in sicurezza o sono già finiti in mano ai talebani. La diplomazia occidentale, oltre a congelare i beni afghani all'estero, sta già provvedendo a bloccare gli aiuti al Paese. Qualcosa come quattro miliardi all'anno che garantiscono il 22% del prodotto interno lordo e il 75% delle spese pubbliche. Il 23 agosto il Fondo Monetario internazionale avrebbe dovuto girare a Kabul un assegno di 445 milioni come distribuzione dei diritti di riscatto tra i soci.

 

talebani con occhiali da sole 2

I vertici dell'Fmi hanno però sospeso il pagamento «alla luce della mancata chiarezza sul riconoscimento del governo provvisorio da parte della comunità internazionale ». La strategia dell'isolamento finanziario, insomma, è cominciata. Se funzionerà però è tutto da vedere. «Il conto lo pagheranno soprattutto i più poveri che vedranno schizzare in su i prezzi e non avranno accesso ai loro soldi in banca», ha "cinguettato" amaro Ahmady. In soccorso del nuovo governo di Kabul potrebbero arrivare la Russia o la Cina, per interessi geopolitici ma anche per mettere le mani sulle grandi riserve minerarie (in particolare di litio) dell'Afghanistan.

 

talebani con occhiali da sole 3

I talebani, che da tempo si autofinanziano con le tasse sulla coltivazione di oppio e il contrabbando non solo di narcotici ma soprattutto di carburante e beni di consumo, controllano ora tutte le vie di comunicazione chiave con l'estero. Colli di bottiglia dove chi esercita il potere raccoglie imposte (quasi sempre illegali) per svariate centinaia di milioni su tutto quello che transita. E con questo tesoretto la "resistenza economica" all'embargo straniero potrebbe durare anni.

afghanistan profughi in fuga dai talebani

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...