giancarlo giorgetti

IL TALENTO DI GIORGETTI: GALLEGGIARE TRA GLI SCAZZI PER MANTENERE LA POLTRONA – IL MINISTRO DELL'ECONOMIA CRITICA LA LINEA DI SALVINI, MA SENZA METTERCI LA FACCIA E SENZA ARRIVARE MAI ALLA ROTTURA – HA CAPITO CHE NON DEVE TOCCARE QUELLO CHE INTERESSA ALLA MELONI: SI È LASCIATO SCIPPARE, SENZA FIATARE, LA GESTIONE DEL PNRR, PASSATO NELLE MANI DI FITTO – RIESCE A DIVIDERSI TRA L'EUROPEISMO SUI CONTI E IL SOVRANISMO SULLE CASE GREEN – DA CONTE A DRAGHI, BOFONCHIA, NON SI ESPONE, È POI SI RITROVA SEMPRE AL CENTRO DEL GIOCO…

Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per "La Stampa"

 

giancarlo giorgetti alla festa della lega a varese

Sentite qui, e ci vuole davvero una certa maestria nel galleggiare tra i marosi della scomunica bossiana e quelli della resistenza salviniana: «Grazie ai militanti e a Bossi, a Matteo che porta avanti questa battaglia, a Maroni che non c'è più». Ecco, grazie a tutti e arrivederci.

 

Lo fa capire proprio così Giancarlo Giorgetti, sollecitato dal Senatùr per la seconda volta in un mese, che non sarà lui a prendere di petto Salvini per riscattare l'onore del Nord e di quella Lega che del Nord vuole tornare a fare il sindacato scordandosi Marine Le Pen.

 

GIANCARLO GIORGETTI MEME BY EDOARDO BARALDI

Del resto l'uomo, così facendo, è sopravvissuto a tutti i segretari (e pure a governi di segno opposto): senza mai contrastarne platealmente scelte sciagurate si è poi ritrovato, al giro dopo, come una Cassandra che aveva visto l'errore: Bossi spazzato via dalle scope, Maroni che con le scope spazza via tutti ma non lui, Salvini, di cui diventa, dopo Maroni, il vicesegretario e l'ideologo della svolta a destra.

 

[...] L'anno prima era tra i saggi di Napolitano. E cinque anni dopo sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo più populista di sempre, che vara il reddito di cittadinanza smontato oggi dal Tesoro.

MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI

 

Poi il cosiddetto "governo dei migliori", sempre in un conflitto a bassa intensità con Salvini. Lui, il segretario, gli rimprovera sia la fine del primo Conte, sia il sostegno a Draghi, mentre l'altro, il suo vice, gli imputa, nel primo caso, le modalità del Papeete e, nel secondo, un appoggio poco convinto proprio per andare dietro a Giorgia Meloni: «Matteo non capisce – vaticinò una volta – che verrà il momento, a un certo punto, in cui lei lo scavalcherà al centro». Ed è lì, sui dettami di Bruxelles, che si sono ritrovati entrambi fregando Salvini (e in fondo pure Draghi).

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

«Giancarlo non si tocca», dice lei a chi gli contesta il Loden. E lui non tocca ciò che lei vuole. Si è lasciato scippare, senza combattere, la gestione del Pnrr, passato interamente nelle mani di Fitto. Le nomine, dalla Guardia di Finanza alle prossime su Cdp e Ferrovie, le ha completamente delegate, per indolenza o calcolo, a Meloni e Salvini.

 

Meglio non mettersi in mezzo tra i litiganti, questione di galleggiamento, come non si mise in mezzo tra Draghi e il suo segretario, tra il suo segretario e i suoi amici, quasi tutti epurati dalle liste, e ora tra il suo segretario e i suoi oppositori interni. È stato Zaia, all'ultimo federale, a prenderlo di petto imputandogli il flirt coi nazisti tedeschi e pure Vannacci.

 

giancarlo giorgetti raffaele fitto

Giorgetti è rimasto in disparte. Bofonchia, non si espone, ma poi si ritrova sempre al centro del gioco, come se fosse un caso. Anche a via XX Settembre ci è arrivato per caso. Voleva fare il presidente della Camera, si è ritrovato alla scrivania di Quintino Sella, perché Panetta e Siniscalco dissero di no.

 

Quella gran furbacchiona di Giorgia Meloni lo incastrò lì per incastrare Salvini, che infatti lo vive come una specie di "ministro tecnico". Mica male: un leghista, ma un po'draghiano, e bye bye flat tax, quota 100 e spesa facile. E solo un grande galleggiatore poteva mettere faccia e firma su un Def di galleggiamento.

 

giancarlo giorgetti

Potrebbe essere titolato «se ne riparla a settembre», neanche ci fosse un governo dimissionario: un gigantesco «boh» sulle misure da rifinanziare, eccetto lo scontato cuneo fiscale. Colpa del superbonus, ha spiegato, peccato sia diventato una "commedia degli equivoci".

 

Scottato dai conti che qui non tornano poi, in Europa fa blocco con Visegrad contro l'edilizia green. E così galleggia pure tra l'europeismo sui conti e il sovranismo sulle case. Olé. Gli piacerebbe assai, a settembre, vestire i panni di Commissario europeo, anche se non lo dà a vedere con quell'aria da eterno burbero insoddisfatto, sempre stufo degli incarichi che ricopre dopo averli accettati come se fosse un sacrificio.

 

La volta scorsa dichiarò, sempre con indolenza, che fu lui a non voler fare il Commissario europeo. Le malelingue del suo partito raccontano che invece fu Salvini a non votare Ursula proprio per impedirglielo e tenersi le mani libere. A questo giro dissimula ma non nega proprio un bel niente.

 

[...] 

 

s-fascio tutto io - poster by macondo

Non cercatelo se c'è da fare una battaglia, al partito o al governo. Vabbè, durante la convention sovranista ai Tiburtina Studios, ha bollato il Pnnr come «una montagna di debito soffocata da un mix micidiale di burocrazia italiana ed europea». Non male, detto dal ministro dell'Economia. Ma tanto se ne occupa Fitto, quindi la sparata è innocua, buona per compiacere Salvini.

 

Certo più innocua della bocciatura subita sul Mes. Lì non ha battuto ciglio nonostante fosse un po'anche la sua. Vuoi mettere a tornarci sul serio a Cazzago Brabbia. Ci sarà, potete scommetterci, anche col prossimo segretario della Lega.

giancarlo giorgetti ad atreju 4giorgia meloni giancarlo giorgetti raffaele fitto giancarlo giorgetti giorgia meloni GIANCARLO GIORGETTI - FOTOMONTAGGIO DEL FATTO QUOTIDIANO

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