raggi di battista

LA TELA DELLA RAGGI CON I VERTICI DEL M5S PER IL BIS IN CAMPIDOGLIO – DOPO DI MAIO IERI L’INCONTRO A CENA CON DIBBA (INDICATO DAL SOTTOSEGRETARIO CARLO SIBILIA COME CANDIDATO IDEALE A SINDACO DI ROMA). L’OBIETTIVO DELLA SINDACA E’ ISOLARE I CONTRARI ALLA SUA RICANDIDATURA AD INIZIARE DALLA GRANDE NEMICA LOMBARDI – IL NIET DI ZINGARETTI A 'VIRGY'. A SINISTRA CERCANO UN NUOVO VELTRONI (AUGURI!)

Marco Antonellis per “Italia Oggi”

 

raggi di battista

Altro che Zingaretti e il niet sul suo nome. Virginia Raggi ha in mente una strategia ben precisa per tentare di riottenere la ricandidatura a sindaco di Roma: riavvicinarsi alle figure chiave del Movimento 5Stelle per rendere inoffensivi tutti quelli che di candidarla non ne vogliono sapere (a cominciare dalla capogruppo in Consiglio regionale del Lazio Roberta Lombardi e la presidente del Municipio VII Monica Lozzi) ed ottenere il via libera alla deroga dello Statuto che, per il momento, impedisce la candidatura per un terzo mandato.

 

Ecco perchè, spiegano fonti di vertice del Movimento 5Stelle, recentemente si è riavvicinata a Luigi Di Maio, non più capo dei pentastellati ma sempre addentro alle logiche che contano nel Movimento e non solo (Giggino, grazie anche al lavoro senza sosta della sua «ombra» Rubei è sempre più apprezzato nei palazzi del potere, a cominciare dal Quirinale).

 

VIRGINIA RAGGI E LUIGI DI MAIO SUL TETTO DELLA FARNESINA

Il feeling tra la sindaca della capitale e Di Maio è ritornato, spiegano fonti della Farnesina, prova ne sia il colloquio tra i due durato più di un' ora con tanto di photo opportunity.

Segnali importanti per chi sa leggere e capire le cose dei 5Stelle.

Ma dopo il colloquio bisognerà cominciare a pensare alla campagna elettorale. E, anche qui, la Raggi sogna di spiazzare tutti giocando d' anticipo: l' obiettivo è di fare presto per piazzarsi al tavolo delle candidature approfittando della mancanza di sfidanti sia tra le fila del centrodestra che del centrosinistra.

A maggior ragione se nel prossimo autunno dovesse esserci un riacutizzarsi dell' emergenza Covid: ma, a quel punto, per Virginia i giochi già sarebbero fatti e la sua candidatura certa.

Ma non è finita qui, spiegano dal Campidoglio: a breve sono previsti altri incontri tra la Raggi e i big del Movimento 5Stelle.

E a quanto si apprende, anche Beppe Grillo vedrebbe di buon occhio una sua ricandidatura a sindaco di Roma a patto che il Movimento decida di infrangere definitivamente il tabù del terzo mandato: «Tra i due, in questi anni, ci sono stati momenti di alti e bassi ma la stima è rimasta immutata e Beppe sarebbe ben felice se Virginia potesse ricandidarsi» spiegano dal Movimento.

LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGI

Alla fine, anche il Pd sarà costretto a fare buon viso a cattivo gioco: «Tanto a Roma c' è il ballottaggio... e prima o poi bisognerà accordarsi» spiega un influente dem capitolino. Magari dopo il primo turno.

 

 

 

2 - CANDIDATO CIVICO O PD? IL DILEMMA A SINISTRA PER ATTRARRE I 5 STELLE

Lorenzo d' Albergo Mauro Favale per “la Repubblica - Edizione Roma”

 

La prima obiezione è oggettiva: «Siamo nel mezzo di una pandemia». La seconda ha a che fare con i riti della politica: «Prima bisogna pensare alle candidature per le Regionali di settembre » . Per questo, ma non solo, la questione " capitale" non è in cima all' agenda del centrosinistra.

monica lozzi

 

Certo, all' appuntamento elettorale delle Comunali manca un anno. Eppure, al momento, la corsa al Campidoglio ha registrato più defezioni che candidature. I big finora proposti si sono smarcati: niente Enrico Letta, l' ex premier oggi docente a Parigi, e niente ( anche se il corteggiamento del Pd va avanti) David Sassoli, già candidato alle primarie di Roma nel 2013, oggi presidente a tempo dell' Europarlamento. Resta l' ex ministro Carlo Calenda, spinto anche in questi giorni da Italia Viva, ma le cui quotazioni sembrano essere decisamente in ribasso dopo le frizioni col Pd.

 

« Serve un nome forte » , è il mantra ricorrente. Il profilo: «Un Veltroni con 10 anni di meno, una persona con esperienza che sappia anche governare i processi. Basta con l' improvvisazione » , racconta un dirigente dem. «Un nome capace di evocare un orizzonte», spiega Enzo Foschi, vicesegretario del Pd Lazio.

 

« Dobbiamo ragionare come se dall' altra parte ci fosse Giorgia Meloni », aggiunge Claudio Mancini, tesoriere dei dem romani, oggi deputato. Dunque una figura riconosciuta e riconoscibile che possa giocarsela con la leader di Fdi. In astratto visto che, dopo la corsa persa nel 2016, non sembra aver alcuna intenzione di spendersi in prima persona per la capitale. In campo, in questo momento, c' è solo Virginia Raggi che faticosamente sta costruendo il terreno per un suo bis e la cui presenza impedisce qualsiasi riproposizione a livello locale degli accordi di governo nazionali. L' ha spiegato più volte il segretario dem e governatore del Lazio Nicola Zingaretti che prenderà in mano il dossier Roma solo dopo l' estate, quando la situazione sarà più chiara anche dentro i 5 Stelle.

 

LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGI

«Senza di lei il quadro può fluidificarsi », segnala l' eurodeputato Massimiliano Smeriglio che qualche mese fa aveva provato a mettere in piedi un' alleanza con Calenda. Quello schema sembra saltato ma resta, per l' ex vicegovernatore del Lazio, «la necessità di costruire un campo largo e di promuovere una classe dirigente giovane» a partire dai presidenti di Municipio, da Sabrina Alfonsi ( I) a Giovanni Caudo ( III) ad Amedeo Ciaccheri ( VIII). Loro tre potrebbero partecipare alle primarie, ammesso che alla fine si facciano. Fanno parte dello statuto dei dem ma potrebbero essere accantonate nel caso in cui ci fosse la convergenza della coalizione su un nome autorevole.

 

Arriva da qui la suggestione di una figura "civica", non certo sgradita a Zingaretti, che potrebbe avere il duplice ruolo di unire un fronte ampio a sinistra e risultare appetibile anche a chi voterà 5S in vista del ballottaggio. « Col loro elettorato si può dialogare per il secondo turno», ammette Giulio Pelonzi, capogruppo Pd in Aula Giulio Cesare che, come tutti i dem, ha un pessimo giudizio della sindaca grillina. E dunque, al primo turno «è giusto che ognuno massimizzi i propri consensi» , ribadisce Smeriglio.

 

virginia raggi nicola zingaretti

Per Foschi è giusto valorizzare «le esperienze di chi in questi anni ha resistito nonostante la giunta Raggi: le donne del centro storico, le associazioni di Centocelle e Tor Bella Monaca e il mondo del volontariato che deve essere protagonista al pari dei partiti». Verso la costruzione di una grande lista civica stava lavorando, prima del lockdown, anche Walter Tocci, stimato ex assessore della giunta Rutelli, che però difficilmente potrebbe guidare la coalizione.

 

« Ma quello è il progetto che ci può aiutare a sfuggire al metodo della ricerca dei nomi » , spiega Riccardo Magi di + Europa, deputato ed ex consigliere comunale.

 

virginia raggi e nicola zingaretti 1

Lo schema che ha in mente il Pd, aggiunge Bruno Astorre, segretario regionale dem, è quello che ha portato alle vittorie, in questi anni, nei Municipi III e VIII: « L' unità e una proposta politica autorevole hanno raggiunto grandi risultati in città » .

 

La strada, però, è ancora lunga e la pandemia non aiuta. Sabato, per la prima volta dopo tempo, i circoli romani del Pd si vedranno in video conferenza col segretario Andrea Casu per fare il punto della situazione e rimettersi in movimento. « Ma per vincere a Roma bisognerà uscire dai palazzi», conclude Foschi. Cosa che, in tempi di coronavirus, non sarà proprio semplicissima.

VIRGINIA RAGGIvirginia raggi roberta della casa

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."