mario draghi concessioni balneari

SUL TEMA DELLA CONCORRENZA IL GOVERNO RISCHIA L’OSSO DEL COLLO (CON TANTI SALUTI AL PNRR) – IL PRIMO SCOGLIO PER DRAGHI E’ LA LOBBY TRASVERSALE DEI BALNEARI – L'EUROPA CHIEDE DA ANNI ALL'ITALIA DI LIBERALIZZARE IL SETTORE METTENDO A GARA PUBBLICA LE CONCESSIONI - FRATELLI D'ITALIA (A CUI SI OPPONGONO 5 STELLE E CENTROSINISTRA) INVECE PROPONE DI RINNOVARE PER ALTRI 99 ANNI IL PRIVILEGIO DEGLI IMPRENDITORI CHE DI FATTO SI SENTONO PROPRIETARI DI TERRENI DEMANIALI (ALCUNI ADDIRITTURA LI SUBAFFITTANO A PREZZI SALATISSIMI)…

Matteo Pucciarelli per la Repubblica

 

mario draghi in conferenza stampa

Domani in aula alla Camera c'è la discussione generale sule mozioni e la maggioranza è alla ricerca di un difficile accordo, il presidente del Consiglio Mario Draghi vuol tirare dritto con un decreto ma i partiti che lo sostengono lo seguiranno? Eccolo il prossimo scoglio, ed è proprio il caso di dirlo: l'Europa chiede da anni all'Italia di liberalizzare il settore degli stabilimenti balneari attraverso la direttiva Bolkestein, cioè mettendo a gara pubblica le concessioni, al momento (e da decenni) praticamente regalate, con canoni d'affitto che per un normale cittadino sono quelli di un appartamento in città.

 

concessioni balneari

Passano gli esecutivi ma tutto resta immutato, addirittura la mozione di Fratelli d'Italia - a cui si oppongono 5 Stelle e centrosinistra - propone di rinnovare per altri 99 anni il privilegio degli imprenditori che di fatto si sentono proprietari di terreni demaniali (alcuni addirittura li subaffittano a prezzi salatissimi). Ma la battaglia a favore dei balneari è trasversale e spesso a portarla avanti sono parlamentari in palese conflitto di interessi, perché si occupano direttamente della materia e contemporaneamente hanno attività nel settore. Riccardo Zucconi di Fdi, ad esempio, è il promotore della super proroga, anche a costo di far multare l'Italia, dato che dal dicembre 2020 ci troviamo in pre-procedura di infrazione europea sul tema della concorrenza.

 

mario draghi in conferenza stampa 3

Viareggino, è gestore di un bar e ristorante in uno dei migliori edifici liberty della città del Carnevale, il Gran Caffè Margherita. Casualità? Nel Pd la questione balneari è seguita dal deputato Umberto Buratti, ex sindaco di Forte dei Marmi. Pochi giorni fa ha parlato ad un incontro nelle Marche organizzato dai dem locali dal titolo "Per superare la Bolkestein", ovvero «l'analisi delle ipotesi percorribili per andare incontro alle esigenze dei balneari e di chi porta avanti attività in aree demaniali»; questo alla luce della sentenza del novembre scorso del Consiglio di Stato, il quale ha stabilito che la durata delle concessioni non deve andare oltre la fine del 2023 e senza alcuna possibilità di proroga, pena lo status di abusivi.

 

Bene, Buratti, che è commercialista, fino a ottobre scorso era socio al 16,6 per cento del bagno Impero a Forte dei Marmi, di "Buratti Pietro e Buratti Anzio & C. S.n.c". Insomma, un affare di famiglia, visto che ora restano i cugini al comando. Nella Lega, che da anni tuona contro la Bolkestein colpevole di minacciare i diritti decennali (alcuni vecchi di oltre cento anni) e senza concorrenza di questi imprenditori, c'è la riminese Elena Raffaelli, deputata, socio accomandante di Bagno 88 e Bagno 87. A Bruxelles invece nel 2019 Matteo Salvini ha mandato il patron del celebre Papeete di Milano Marittima, Massimo Casanova.

 

concessioni balneari

In Forza Italia troviamo Massimo Mallegni, ex sindaco di Pietrasanta (Lucca), ora senatore. Prima di Natale giurava: «Mai sosterrò una legge che distrugge il settore balneare e che caccia di casa e dal lavoro migliaia di famiglie che hanno fatto la storia del turismo italiano». Comprensibile se si pensa che tra le famiglie in questione c'è anche la sua: lui stesso era proprietario di hotel e di uno stabilimento tra Marina di Pietrasanta e Pietrasanta, senza dimenticare il bagno Felice del fratello Marco.

daniela santanche' protesta contro conte ballando al twiga 2

 

Poi ecco un'altra storica esponente della destra di Fdi, la senatrice Daniela Santanché, in società con Flavio Briatore a Forte dei Marmi, con il loro Twiga che fa affari d'oro. In un moto di sincerità, Briatore stesso spiegò alle Iene che a voler essere onesti il canone d'affitto per gli stabilimenti avrebbe dovuto essere aumentato di almeno 5-6 volte. L'elenco dei "fiancheggiatori" è comunque più lungo, a farne i nomi furono gli stessi imprenditori del settore sulla loro rivista Mondo balneare : tra gli altri, l'ex ministro al Turismo Gian Marco Centinaio, Edoardo Rixi e Stefania Pucciarelli della Lega, Maurizio Gasparri e Deborah Bergamini di Forza Italia, Enrico Costa di Azione. Gli anni nel frattempo scorrono, come detto parlamenti e governi puntano alla conservazione: chissà come mai.

concessioni balneari santanche' twigadaniela santanche' 5santanche briatoresantanche' twigaconcessioni balneari

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”