marine le pen emmanuel macron michel barnier jean luc melenchon

LA TEMPESTA PERFETTA TRAVOLGE LA FRANCIA! DOPO 2 MESI CADE L’ESECUTIVO BARNIER STRONCATO DALL' "OSCENO CONNUBIO" MELENCHON-LE PEN - IL PROSSIMO PREMIER USCIRA’ DA UNA LISTA CHE COMPRENDE IL MINISTRO DELLA DIFESA SÉBASTIEN LECORNU (TROPPO MACRONISTA), IL CENTRISTA FRANÇOIS BAYROU E BERNARD CAZENEUVE – A PARIGI ALEGGIA LO SCENARIO GRECO: IL DEFICIT È VOLATO AL 6,1%, IL BILANCIO CONGELATO INQUIETA ANCHE L'EUROPA. RESTANO “SOLO POCHE SETTIMANE DI LIQUIDITÀ PER PENSIONI E ASSISTENZA SANITARIA”. SI TEME PER LO SPREAD E LA REAZIONE DEI MERCATI...

Francesca Pierantozzi per il Messaggero - Estratti

 

Michel Barnier

 

Michel Barnier se ne va accompagnato da una standing ovation. Quella della sua effimera minoranza all'Assemblea Nazionale.

 

(...) Lo boccia la sinistra del Nouveau Front Populaire, che va dai radicali di Mélenchon ai socialisti, e lo boccia anche la destra estrema del Rassemblement National di Marine Le Pen. Nessun voto contrario è mancato all'appello. Barnier ha terminato il suo ultimo discorso da premier con la voce che si è rotta dall'emozione, quando è arrivato il momento di dire «il grande onore di aver servito la Francia e i francesi». Ha parlato prima del voto di «censura».

 

MARINE LE PEN VOTA CON JEAN LUC MELENCHON CONTRO BARNIER - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Non è servito citare Pierre Mendes France, o il Piccolo Principe di Saint Exupéry, fare appello alla responsabilità di tutti e ricordare che la crisi di governo «significa che il bilancio della nazione non potrà probabilmente essere adottato prima della fine dell'anno», che porterà «a una perdita del potere d'acquisto dei francesi» che «delle riforme tanto attese non troveranno finanziamento, come per esempio il reclutamento di nuovi poliziotti e militari, oppure misure a favore delle pensioni e degli agricoltori. I due blocchi, a sinistra e a destra dell'emiciclo, sono rimasti sordi all'appello. Marine Le Pen si è turata il naso e ha chiesto ai suoi di votare la mozione di sfiducia della sinistra.

 

Poco importa che il testo contenesse una virulenta critica a lei e all'estrema destra, poco importa che nel suo discorso di presentazione della mozione di sfiducia, il deputato della France Insoumise Eric Coquerel si fosse lanciato in un'invettiva anche contro i banchi del Rassemblement National. L'«osceno connubio» ha rovesciato il governo.

 

MARINE LE PEN JEAN LUC MELENCHON

Jean-Luc Mélénchon, che non è deputato, aveva preso posto in balconata, cravatta rossa, imperturbabile. Passato il voto ha chiosato: «la sfiducia ineluttabile c'è stata. Anche con un Barnier ogni tre mesi Macron non resisterà per tre anni».

 

Dopo aver sferrato il suo colpo, Marine Le Pen ha dichiarato che Macron «deve dimettersi» anche se ha assicurato che non è lei a chiedere le dimissioni del presidente: «Si assumerà le proprie responsabilità, farà quello che deve in base alla sua coscienza. Una cosa è certa: è lui il grande responsabile della situazione attuale. Le Pen ha comunque promesso che il suo partito «lascerà lavorare» il prossimo primo ministro per «co-costruire un bilancio che sia accettabile per tutti».

Michel Barnier

 

Ora si passa subito al dopo. Caduto il governo Barnier, Macron dovrà far uscire dal cappello un nuovo nome. Questa volta non avrà davanti a sé la tregua olimpica e le vacanze estive.

 

(...) Nel totoministri si insiste sul ministro della Difesa Sébastien Lecornu (ma è considerato troppo macronista), sono aumentate le quotazioni dell'ex ministro gollista François Baroin ora sindaco di Troyes (ma perché un conservatore, seppure più compatibile con la sinistra, dovrebbe riuscire là dove Barnier ha fallito?), si cita con insistenza il leader storico del centro François Bayrou. Molti ritengono che Macron sarà invece costretto a guardare a sinistra.

BAYROU MACRON

 

La scommessa è la stessa di quest'estate, convincere una frangia della sinistra moderata, in particolare quella socialista, a emanciparsi dagli Insoumis di Mélénchon, convincerla a raggiungere una «maggioranza di responsabili». Potrebbe tornare d'attualità l'ex premier Bernard Cazeneuve. Ieri spiraglio da parte del senatore ecologista Yannick Jadot che si è espresso per un governo con ministri «provenienti dal blocco centrale», sulla base di un «accordo di non sfiducia intorno a un numero limitato di misure indispensabili per i francesi».

 

emmanuel macron Michel Barnier - foto lapresse

 

LA CRISI POLITICA, LO SPREAD E ALTRI 30 MILIARDI DI DEBITO 

Lorenzo Vita per il Messaggero - Estratti

 

Per i più allarmisti, la Francia si troverebbe addirittura davanti a uno «scenario greco». Per altri analisti, è una pericolosa «spirale all'italiana». Per i più critici verso il governo, si tratta di puro allarmismo fatto per evitare fino all'ultimo un disastro politico di più ampio respiro.

 

 

 

(...) E intorno a questa crisi politica si staglia il baratro economico, finanziario e sociale.

 

emmanuel macron Michel Barnier

Il debito è a 3.228 miliardi di euro. Il deficit è salito vertiginosamente, attestandosi al 6,1% del Pil, quando le previsioni parlavano di un 4,4%. L'obiettivo del governo era quello di ridurlo a 5 punti percentuali e arrivare sotto il 3% entro il 2029. Numeri da soglia europea che a questo punto appaiono praticamente irraggiungibili, tanto che qualcuno azzarda anche un aumento delle cifre dovuto all'instabilità politica. L'ennesima colpa che viene attribuita a Macron.

 

Come se non bastasse, sul futuro a brevissimo termine del Paese si staglia anche un'ombra: quella dei soldi rimasti nelle casse della Sécurité Sociale. In assenza della legge che doveva autorizzare la Sécurité Sociale a finanziarsi con i prestiti, l'ex premier Elisabeth Borne aveva addirittura paventato prima della sfiducia la paralisi del sistema, una sorta di "shutdown" in salsa francese.

 

JEAN LUC MELENCHON - MARINE LE PEN

Da Parigi hanno assicurato che anche con la sfiducia e senza una legge ad hoc, il sistema del welfare, delle pensioni e della sanità non smetterà di lavorare.

 

Molti esperti hanno voluto tranquillizzare la popolazione: un'autorizzazione potrebbe essere data anche tramite una legge speciale. Ma non tutti concordano su questa possibilità. E l'avvertimento è arrivato direttamente dal relatore sul bilancio della previdenza, Yannick Neuder, secondo il quale rimarrebbero «solo poche settimane di liquidità» per pensioni e assistenza sanitaria. Problema a cui si aggiunge tutto un elenco di provvedimenti e di possibili riforme sociali che rimarranno al palo. Un incubo per Macron e per i francesi.

 

MACRON BAYROU

(…) La Francia potrebbe andare avanti a leggi speciali, ma il bilancio congelato inquieta anche l'Europa. Lo spread tra i titoli di Stato francesi a 10 anni e i Bund tedeschi ieri sera era a poco meno di 84 punti: la stessa cifra della Grecia. E la reazione dei mercati ora potrebbe colpire in maniera ancora più dura.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE... 

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?