xi jinping giuseppe conte coronavirus

IL TEMPISMO DEI CINESI – CON LA COMPIACENZA E TRA GLI ANNUNCI DI LUIGI DI MAIO E CONTE, L’ITALIA STA DIVENTANDO UNO STRUMENTO DELLA PROPAGANDA DI PECHINO – POCO PRIMA DELLA CHIAMATA TRA XI JINPING E “GIUSEPPI” IN CUI SI È PARLATO DELLA 'VIA DELLA SETA DELLA SALUTE', HUAWEI AVEVA ANNUNCIATO FORNITURE SANITARIE E TECNOLOGIA, METTENDO NEL MIRINO I DATI SANITARI DEGLI ITALIANI. SUL PIATTO ANCHE LA POSSIBILITÀ DI COLLEGARE IN CLOUD GLI OSPEDALI. CHE SUCCEDERÀ A EMERGENZA FINITA?

 

 

1 – IL BUSINESS DELLA SOLIDARIETÀ. XI CHIAMA CONTE E INTANTO HUAWEI…

Gabriele Carrer per www.formiche.net

 

conte xi jinping

Un’ora prima della telefonata di oggi pomeriggio con cui il presidente cinese Xi Jinping ha dato la sua disponiblità al premier Giuseppe Conte di “lavorare con l’Italia per la costruzione di una nuova Via della Seta dedicata alla salute”, Huawei Italia aveva annunciato che fornirà dispositivi di protezione e soluzioni tecnologiche per far fronte alla situazione di emergenza causata dalle infezioni da coronavirus. Inoltre l’azienda, sottolinea una nota, ha istituito un’unità interna di crisi al fine di collaborare al meglio con le istituzioni nazionali e locali e avviare azioni di sostegno concertate con gli operatori di telecomunicazioni e i propri partner.

 

huawei

“Oggi le mascherine, domani Huawei”, spiegava soltanto pochi giorni fa in un’intervista con Formiche.net Ian Bremmer, politologo e presidente di Eurasia Group. Secondo lui l’operazione di sensibilizzazione cinese dell’Italia e dell’Europa in tempo di coronavirus renderà il Vecchio continente “molto più dipendente dalla Cina, e più propenso a resistere agli Stati Uniti su questioni come la concessione del 5G a Huawei”.

 

luigi de vecchis presidente huawei italia

IL SOFT POWER MEDICO…

La mossa odierna di Huawei arriva dopo l’intervista rilasciata a DigitEconomy.24 per lo speciale coronavirus curato da Luiss Business School e Il Sole 24 Ore dal presidente di Huawei Italia, Luigi De Vecchis. Che non soltanto ha attaccato il Copasir ma ha anche spiegato le mosse del gruppo “in questi giorni drammatici per la vita del Paese”.

 

“Sul piatto, oltre alla donazione di una serie di apparati di protezione, la possibilità di collegare in cloud gli ospedali italiani tra di loro, comunicando con le unità di crisi”. Come abbiamo già sottolineato su Formiche.net, in palio sembrano esserci quindi i dati sanitari degli italiani, con la cinese Huawei che tenta di riuscire nell’operazione negata alla statunitense Ibm con il suo sistema Watson.

HUAWEI

 

Huawei è soltanto una delle aziende cinesi impegnate negli sforzi di soft power di Pechino per ripulirsi coscienza e faccia dopo i ritardi che hanno causato la pandemia. E se possibile approfittare dalla situazione di emergenza per guadagnare spazi. Tra queste ci sono Alibaba, Oppo e Xiaomi. Oggi Huawei Italia ha spiegato di aver già donato 1.000 tute protettive destinate ad alcuni ospedali di Milano e 200.000 mascherine tipo FFP2 CE sono in arrivo dalla Cina.

 

… E TECNOLOGICO

LUIGI DI MAIO THOMAS MIAO

Ma, si legge ancora, “gran parte del piano di aiuti si basa sulla tecnologia”, dai dispositivi fino alla connettività di rete ad alte prestazioni: “una gamma completa di soluzioni sosterrà l’enorme sforzo che l’intero Paese sta compiendo in questa difficile situazione”.  L’offerta di Huawei è facilitare lo scambio di informazioni e buone pratiche tra i team sanitari italiani e cinesi attraverso la sua piattaforma cloud Welink. Inoltre, continua la nota, saranno fornite apparecchiature per reti Wi-Fi 6 a dieci strutture ospedaliere provvisorie al fine di consentire le comunicazioni con gli altri enti sanitari.

 

LA TIMELINE DELLA PANDEMIA - SCARTO TRA CASI REALI E CONTAGI - CINA VS ITALIA

“Siamo vicini all’Italia, il Paese in cui Huawei è presente da oltre 16 anni; crediamo che sia nostro dovere offrire tecnologia, competenze e forniture mediche in un momento così critico”, ha spiegato Thomas Maio, ceo di Huawei Italia. “La collaborazione e la solidarietà senza confini sono fondamentali per sostenere le istituzioni e gli operatori sanitari che stanno lavorando duramente sul campo per migliorare le condizioni dei cittadini italiani colpiti dall’emergenza”.

 

2 – LA POLITICA NON SI OCCUPI DI SICUREZZA. LA RISPOSTA DI HUAWEI AL COPASIR

Gabriele Carrer per www.formiche.net

IAN BREMMER

 

“Oggi le mascherine, domani Huawei”, ha spiegato in un’intervista con Formiche.net Ian Bremmer. Secondo il politologo e presidente di Eurasia Group, l’operazione di sensibilizzazione cinese dell’Italia e dell’Europa in tempo di coronavirus renderà il Vecchio continente “molto più dipendente dalla Cina, e più propenso a resistere agli Stati Uniti su questioni come la concessione del 5G a Huawei”. Ma forse non servirà aspettare molto per vedere l’ombra di Huawei, una delle armi principali dello sharp power di Pechino, dietro gli sforzi cinesi di ribaltare la narrativa della pandemia per passare dall’essere ritenuti gli untori a essere applauditi come i salvatori del mondo.

 

LE ATTENZIONI DI SCHENZEN

 

xi jinping conte

L’Italia è stato il primo Paese d’Europa a subire la pandemia, a ricevere gli “aiuti” cinesi e ora anche a finire al centro degli interessi del colosso di Shenzhen proprio in materia di coronavirus. Intervistato da DigitEconomy.24 per lo speciale coronavirus curato da Luiss Business School e Il Sole 24 Ore, il presidente di Huawei Italia Luigi De Vecchis ha spiegato come sta agendo “in questi giorni drammatici per la vita del Paese” l’azienda: “mettendo sul piatto, oltre alla donazione di una serie di apparati di protezione, la possibilità di collegare in cloud gli ospedali italiani tra di loro, comunicando con le unità di crisi”.

 

In palio sembrano esserci quindi i dati sanitari degli italiani, con la cinese Huawei che tenta di riuscire nell’operazione negata alla statunitense IBM con il suo sistema Watson.

 

IL MODELLO WUHAN…

 

Nell’intervista torna uno dei temi principe della narrativa cinese di questi giorni, il modello Wuhan. “Vorremmo anche collegare i centri di eccellenza italiani con gli ospedali cinesi di Wuhan che hanno già sperimentato sul campo il contenimento dell’epidemia”, ha spiegato De Vecchis. “La Cina è riuscita a reagire bene anche con il contributo delle tecnologie (intelligenza artificiale, big data). Dal punto di vista interno non abbiamo nessun problema operativo, ad esempio alcuni giorni fa abbiamo fatto un meeting con centinaia di persone da tutta Italia in videoconferenza”.

poliziotto wuhan

 

… E I SUOI CRITICI

 

Al modello Wuhan molti hanno avanzato critiche. Da ultimo, su queste colonne, il deputato leghista Paolo Formentini, che ha spiegato “al modello Wuhan preferiamo il modello Codogno”. Perché “anche la Lega ha chiesto dall’inizio la chiusura totale della zona rossa” ma “le analogie finiscono qui”, ci ha detto. “Per il resto parliamo di un regime che ha gestito in modo non chiaro questa pandemia. Non sappiamo da stime certe i numeri reali, ma sappiamo con certezza che chi fra i giornalisti cinesi ha provato a metterli in discussione è scomparso nel nulla”.

xi jinping a wuhan 2

 

LA SICUREZZA DELLE RETI…

 

De Vecchis ha parlato anche di sicurezza delle reti e del piano Ue sul 5G che l’Italia presto dovrà recepire. In particolare, ha sostenuto, rispondendo a una domande sugli aiuti di Stato ricevuti dal governo cinese, che “Huawei è un’azienda che ha un bilancio controllato da Kpmg e investe in ricerca e sviluppo oltre il 15% del proprio fatturato. I soldi non vengono dal governo cinese ma dal nostro fatturato”. È la linea difensiva che Huawei va ripetendo da fine dicembre nel tentativo di soddisfare le richieste di chiarimenti dopo che il Wall Street Journal ha rivelato aiuti di Stato per circa 46 miliardi di dollari di prestiti, linee di credito e altri finanziamenti da istituti di credito statali, 25 miliardi di agevolazioni fiscali, 2 miliardi di sconti sugli acquisti di terreni, 1,6 miliardi in sovvenzioni – un totale, ricorda Il Sole 24 Ore di circa 75 miliardi “che avrebbero permesso a Huawei di diventare Huawei, insomma”.

 

… E L’ATTACCO AL COPASIR

raffaele volpi

 

Nell’intervista si parla anche del lavoro del Dis sul perimetro informatico di sicurezza e di Copasir. Quello del Dis per De Vecchis “è l’approccio giusto” e “speriamo che presto siano rimossi i pregiudizi contro i vendor extraeuropei”. Tuttavia, avverte che se si procede “con la realizzazione del 5G con un solo vendor, questo sarebbe un vero disastro per la sicurezza delle reti nel mondo”.

 

xi jinping a wuhan 6

Quanto al Copasir, invece, De Vecchis spiega che è “infondata” la nota del Copasir: “la legge sulla sicurezza in Cina è chiara, gli obblighi di informazione verso il governo cinese riguardano solo quanto accade nella Cina stessa”, ha spiegato. “Non è scritto da nessuna parte che le aziende o le persone siano obbligate a farlo fuori dalla Cina”.

 

IL RUOLO DELLA POLITICA

funerali coronavirus

 

“La sicurezza ha bisogno di una risposta tecnica e non politica”, ha sostenuto nell’intervista De Vecchis. Sorprende leggere da un’azienda cinese un’invocazione al libero mercato, specie quando è in gioco l’interesse nazionale e la sicurezza cibernetica.

 

il mercato del pesce di wuhan

A tal proposito il rapporto di dicembre del Copasir spiegava: “È stato posto in rilievo che in Cina gli organi dello Stato e le stesse strutture di intelligence possono fare pieno affidamento sulla collaborazione di cittadini e imprese, e ciò sulla base di specifiche disposizioni legislative”. Lo prevede in particolare una legge del 2017, la National Security Law, che “obbliga, in via generale, cittadini e organizzazioni a fornire supporto e assistenza alle autorità di pubblica sicurezza militari e alle agenzie di intelligence”. Senza dimenticare la Cyber Security Law, che impone agli operatori di rete di “fornire supporto agli organi di polizia e alle agenzie di intelligence nella salvaguardia della sicurezza e degli interessi nazionali”.

 

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…