di maio mandati

IL TETTO AI DUE MANDATI PARLAMENTARI? MA ERA GIÀ UNA PRATICA DELLA PRIMA REPUBBLICA! -  L’EDITORIALE DI “MONTESQUIEU”, ALIAS MAURO ZAMPINI, EX SEGRETARIO GENERALE DELLA CAMERA, SVELA L’INDECENTE USANZA DEL PARTITO COMUNISTA: “DOPO DUE MANDATI, SCATTAVA LA CONVERSIONE DEGLI "INABILI" AL LAVORO PER IL PARTITO, ATTRAVERSO CERTIFICAZIONI MEDICHE UFFICIALIZZATE DAGLI UFFICI DI PRESIDENZA DI CAMERA E SENATO. CON ANEDDOTI ADDIRITTURA GROTTESCHI, DI PARLAMENTARI GIÀ DICHIARATI INABILI AL LAVORO PARLAMENTARE, E RIELETTI IN ALTRI PARTITI”

Montesquieu per “La Stampa” –

mauro zampini

 

Dago: dietro il nom de plume, Montesquieu, si cela un ex altissimo dirigente dello Stato, Mauro Zampini, già Segretario generale della Camera

 

Fioccano interviste dei principali protagonisti del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Non tutto è chiaro, non tutto coincide. Una certa genericità nelle risposte, poco a che vedere con l' originale del movimento, nel cui nome popolano le camere centinaia di deputati e senatori.

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio

 

E nei cui confronti, e soprattutto nei confronti di tanti elettori, nessuno si pone interrogativi di coerenza. Permangono ambiguità ed imbarazzo a fronte della più semplice delle domande, quella sul limite dei due mandati parlamentari.

 

Si conferma la distanza dall' idea di partito disegnata con pochi, ineludibili tratti, nell' articolo 49 della Costituzione, definito da Conte, con un certo distacco, partito «novecentesco». E con poco riguardo per l' art. 49 della nostra Costituzione, colpevolmente mai attuato dai partiti del tempo: partiti in regola con i requisiti richiesti, ma desiderosi di avere le mani libere dalle puntualizzazioni di una legge attuativa.

grillo e conte

 

Se questa lunga e misteriosa traversata nel deserto trasformerà il movimento in un partito, come sostengono in parecchi, sarà un partito come lo si intende da quasi tre decenni.

 

Partiti personali, leaderistici, con una dissimulata ma incolmabile distanza tra vertice e militanti. Vengono capovolti, letteralmente, tutti i requisiti posti nell' articolo 49: l' iniziativa cala dall' alto, anziché essere coagulo spontaneo di persone unite dalle idee; nessuna collegialità, metodo democratico neanche a parlarne, un capo assoluto, spesso un proprietario. Si vanta la fine delle correnti, in realtà è la fine di ogni dialettica interna.

LA CASTA, STELLA RIZZO

 

La finalità di determinare la politica nazionale è incompatibile con l' interesse di una o poche persone. Di conseguenza, un leader disinvolto può esibirsi, in poco tempo, in veste di separatista e nazionalista, antimeridionalista e nazionale, estremista e moderato, europeista ed euroscettico, giustizialista e garantista. Il tetto ai mandati parlamentari è figlio di questa trasformazione, e si perfeziona con la ventata populista.

 

Che nasce da lontano, con il trascinante successo di un libro sulla classe politica disegnata come una casta (di Rizzo e Stella, ndD); con la geniale avventura berlusconiana, che partorisce creature simili, anche a sinistra; si insinua nel grande e molle partito della Costituzione, il pd versione renziana, fino a specchiarsi nell' idea iperpopulista del «Senato gratis»; quindi, la sublimazione con il movimento di Grillo e Casaleggio.

luigi di maio e il limite dei due mandati

 

Nel tempo, i militanti di cui all' art. 49 sono diventati lavoratori dipendenti, e come tali vengono reclutati e neutralizzati. Deputati e senatori sono valutati con i parametri quantitativi del lavoro manuale, che si traduce spesso nella inutile e inerte presenza nelle aule.

 

Cessa l' immagine di una figura la cui attività si prolunga dal collegio al parlamento e ritorno , senza soluzione di continuità: quello di parlamentare per la Costituzione costituzionale è uno stato permanente, come la rappresentanza, non una somma di gesti teleguidati.

 

il parlamento ai tempi del coronavirus 5

Oggi, con il concetto di rappresentanza, viene negata la stessa idea di popolo sovrano. I parlamentari rappresentano solo il proprio datore di lavoro, il capo del partito, a cui devono la "nomina" in una delle camere, senza alcun contributo degli elettori. Questo processo stritola un altro bastione della nostra Costituzione parlamentare, l' art. 67, l' autonomia del parlamentare.

 

Così nasce e prospera l' ingiurioso fenomeno della migrazione parlamentare. Fenomeno praticamente assente nella prima Repubblica, legato solo a sporadici e nobili eventi politici , scissioni o altro di simile; oggi prodotto dalla condizione di lavoratori dipendenti e dalla naturale valutazione della convenienza di nuove offerte di impiego. Un fenomeno, questo delle migrazioni in parlamento, divenuto tristemente lavoro per magistrati e tribunali, e non raramente.

enrico berlinguer bettino craxi

 

Pezzi di Costituzione esplodono, come in un campo minato: l' art.72, il procedimento legislativo, strappato alle camere dai governi; gli articoli 49 e 67, l' essere partito e parlamentare di un partito, irriconoscibili. E tanto altro. Pezzi di costituzione che rimangono scritti, per l' ipocrisia dei partiti in tempi di populismo.

 

PALMIRO TOGLIATTI ENRICO BERLINGUER

La prima Repubblica - questa è una informazione probabilmente sconosciuta ai più - conobbe essa stessa situazioni di limitazioni di fatto a due mandati parlamentari. Praticate soprattutto dal partito comunista, attraverso la dichiarazione di inabilità per l' appunto dopo due mandati complessivi, e la conversione degli "inabili" al lavoro per il partito. Con assegno di inabilità.

 

Pratica del tutto incommendevole, almeno sotto il profilo della liceità morale, attraverso certificazioni mediche ufficializzate dagli uffici di presidenza di Camera e Senato. Organismi in cui era ed è rappresentato l' intero ventaglio dei gruppi parlamentari. Ma pratica priva di ribellione costituzionale, come quelle successive; pratica semmai dovuta alla dovizia di militanti, al costo dei partiti, all' assenza di finanziamento pubblico della politica.

enrico berlinguer

 

Con aneddoti addirittura grotteschi, di parlamentari già dichiarati inabili al lavoro parlamentare, e rieletti in altri partiti. Costituzione sfigurata, in conclusione , ma corrosa dall' interno, mentre l' aspetto esteriore si presenta perfetto. La politica prospetta riforme istituzionali , anzichè eliminare la ruggine corrosiva che gli stessi partiti hanno provocato.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…