thomas piketty

THOMAS PIKETTY È TORNATO E I RICCHI TREMANO! “SE DICO DIAMO AI FIGLI DELLE CLASSI PIÙ POVERE 120 MILA EURO I LIBERALI TACCIONO, SE DICO CHE I RICCHI POSSONO STARE BENE ANCHE CON 100 MILIONI INSORGONO - IL SISTEMA CHE PROPONGO E’ UNA “EREDITÀ DI STATO”, CON LO SCOPO DI CONSENTIRE A TUTTI, A 25 ANNI, DI RICEVERE 120MILA EURO PER AVVIARE UN'ATTIVITÀ IN PROPRIO, ACQUISTARE UNA CASA, REALIZZARE PROGETTI - L'IDEOLOGIA DEL MERCATO È FANATISMO

Anais Ginori per “la Repubblica”

 

THOMAS PIKETTY CAPITAL ET IDEOLOGIE

Superare il capitalismo, desacralizzare la proprietà privata, reinventare un socialismo partecipativo. Thomas Piketty è tornato e i ricchi tremano. Dopo Il Capitale del XXI secolo uscito nel 2013, l' economista francese prosegue lo studio della storia delle disuguaglianze con un nuovo, voluminoso saggio (1200 pagine) che ha già acceso Oltralpe violente polemiche. Capitale e Ideologia non solo allarga lo sguardo fuori dall' Occidente, ma avanza proposte rivoluzionarie per ridistribuire la ricchezza.

 

THOMAS PIKETTY ALLA BOCCONI

Nel mirino di Piketty c'è quell' 1% della popolazione che continua ad accumulare oltre metà del patrimonio lasciando agli altri solo le briciole. Qualcuno lo accusa di voler sostituire la lotta di classe con la lotta delle percentuali. Piketty non se ne cura e rifiuta l'etichetta di novello Marx. «Penso che i rapporti di forza non si costruiscano più attorno al sistema produttivo ma siano organizzati intorno a vera e propria ideologia che dobbiamo decostruire».

 

Le sue statistiche mostrano però anche notevoli progressi nella lotta alla povertà.

«Credo nel Progresso. Il mio libro inizia con un'osservazione ottimistica, sottolineando il prodigioso miglioramento dei livelli di istruzione e salute. Il cammino verso la giustizia sociale non segue un cammino lineare. Negli ultimi due secoli abbiamo vissuto epoche di grandi progressi e poi terribili fasi di regressione.

 

Alexis de Tocqueville

Anche la Rivoluzione francese, ovvero la formidabile affermazione di un principio di uguaglianza, aveva i suoi limiti. Durante il dibattito sull'abolizione della schiavitù c'erano intellettuali liberali come Toqueville che si battevano per versare indennizzi ai proprietari. Era una forma di sacralizzazione della proprietà privata simile a quella che osserviamo oggi non solo sul capitale ma anche sulle risorse naturali e sulla conoscenza».

 

Siamo in una nuova fase di regressione?

«È cominciata intorno alla metà degli anni Ottanta a causa della rivoluzione conservatrice reaganiana e del crollo dell'Unione Sovietica. Questi due eventi hanno portato una fiducia esagerata, ideologica appunto, nell'autoregolamentazione del Mercato. La Russia è l'esempio più estremo. In un paese dov'era vietata qualsiasi proprietà privata, tutte le risorse naturali sono ora nelle mani di dieci oligarchi.

 

Thomas Piketty

In Russia non esiste alcuna imposta sulle successioni e sul reddito, c'è una flat tax del 13% per tutti, indipendentemente dal fatto che il tuo reddito sia di 100 o 1 miliardo di rubli. Anche in Cina non c'è tassa sulle successioni, mentre in regimi capitalistici come Taiwan o la Corea del Sud può arrivare fino al 50% per le grandi proprietà. Ma non è la fine della Storia, ci sono sempre movimenti a pendolo».

 

Cosa provoca questi movimenti storici?

«L'esempio della Svezia è molto significativo. In Europa citiamo spesso il modello egualitario svedese. Ma fino a non molto tempo fa, era uno dei sistemi politici ed economici con più disuguaglianze in Europa. Fino al 1911, solo il 20% più ricco poteva votare e il numero di voti era proporzionale alla ricchezza. Le mobilitazioni popolari hanno portato i socialdemocratici al potere e per sessant'anni c'è stato un cambio completo di priorità. Detto questo, le mobilitazioni o i conflitti sociali sono elementi forti nel cambiamento storico, ma non sono sufficienti».

povertà

 

Perché?

«La lotta di classe è buona, ma la lotta ideologica è ancora meglio. Altrimenti, tutti finiscono per auspicare un crollo generale del sistema senza anticipare il seguito. È quello che è successo dopo il rovesciamento del regime zarista in Russia: i bolscevichi non avevano pensato al dopo, sono affondati nella logica dei capri espiatori per finire nel regime più carcerale della storia. E il post-comunismo è diventato il miglior alleato dell'iper-capitalismo».

 

Lei propone di organizzare il versamento da parte dello Stato di una "eredità per tutti". Ci crede davvero?

povertà

«Non è un' utopia. I sistemi di reddito universale fanno già parte di molti paesi europei ma la ridistribuzione del capitale non esiste ancora. Oggi due terzi della popolazione non eredita nulla. Il sistema che propongo ha lo scopo di consentire a tutti, a 25 anni, di ricevere 120mila euro per avviare un' attività in proprio, acquistare una casa, realizzare progetti».

 

Per trovare i fondi necessari lei pensa a un' aliquota fino al 90% sui redditi più alti. Odia i ricchi?

«Anche qui ci sono precedenti, è già successo negli Stati Uniti a metà del Novecento. E nel Regno Unito è grazie a tasse di successione fino all' 80% del patrimonio che dal primo dopoguerra in poi c' è stata una ridistribuzione delle proprietà terriere. Oggi purtroppo sembrano epoche lontane».

povertà

 

Vuole abolire la proprietà privata?

«La proprietà privata deve rimanere entro limiti ragionevoli. Quando spiego che vorrei fare avere ai figli delle classi più povere un' eredità di 120mila euro i difensori dei diritti e delle libertà restano indifferenti, mentre se dico che i miliardari possono stare bene anche con un patrimonio di 100 milioni tutti insorgono. È pazzesco. Molti sono accecati da un liberalismo elitario e autoritario».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…