palamara centofanti pignatone

TOGA TOGA! - LA DIFESA DI FAVA: PALAMARA SOSTENEVA CHE GLI AVEVANO PARLATO DELL'INCHIESTA (TEORICAMENTE SEGRETA) IL PROCURATORE DELL'EPOCA GIUSEPPE PIGNATONE E ANCHE L'AGGIUNTO RODOLFO SABELLI – MARCO LILLO: “NELLA FURIA DI ALCUNI GIORNALISTI DI DARE LA PATENTE DI GIUSTI E DURI SEMPRE E COMUNQUE AI PM AMICI, NON SI FACCIA L'ERRORE DI METTERE ANCHE IL PM FAVA NEL CANESTRO DI QUELLI CHE…”

Marco Lillo per il “Fatto quotidiano”

malagò e palamara foto mezzelani gmt061

 

Il pm Stefano Fava, indagato a Perugia per favoreggiamento e per rivelazione di segreto in favore del pm Luca Palamara, ha risposto per ore ai magistrati, difeso dall' avvocato Luigi Castaldi. Fava ha sostenuto di non avere rivelato alcun segreto al collega sull' esistenza dell' indagine a Perugia nei suoi confronti per i viaggi pagati a Palamara dall' imprenditore Fabrizio Centofanti.

 

fabrizio centofanti

Nel corso dell' interrogatorio i pm perugini gli hanno contestato la conversazione intercettata il 16 maggio - grazie al trojan inoculato nel telefonino di Palamara - nella quale i due parlavano dell' indagine di Perugia. In quella conversazione Fava secondo i pm "rivelava a Palamara come gli inquirenti fossero giunti a lui, specificandogli che gli accertamenti erano partiti 'dalle carte di credito' di Centofanti Fabrizio e si erano estesi alle verifiche dei pernottamenti negli alberghi".

piero amara

 

Nella conversazione Palamara fa anche i nomi di altri magistrati che gli avrebbero parlato dell' indagine di Perugia. Sul punto Fava ha confermato che effettivamente quel giorno Palamara sosteneva che gli avevano parlato dell' inchiesta (teoricamente segreta) il procuratore dell' epoca Giuseppe Pignatone e anche l' aggiunto Rodolfo Sabelli.

giuseppe pignatone 1

 

Questa affermazione è farina del sacco di Palamara e va comunque contestualizzata. Nel settembre del 2018 Il Fatto aveva già rivelato che c' era un fascicolo (segreto e senza indagati allora, Palamara è stato iscritto a dicembre) sui rapporti tra Palamara e Centofanti. Nel pezzo non c' erano dettagli sui soggiorni negli hotel contestati a Palamara.

Quindi non era segreto il fascicolo ma erano segreti i dettagli. Sarebbe importante capire se le conversazioni di Pignatone e Sabelli non fossero mere millanterie di Palamara.

E in ogni caso, se i colleghi avessero solo commentato - dopo l' uscita dell' articolo del Fatto - l' esistenza del fascicolo.

EMMA MARCEGAGLIA CLAUDIO DESCALZI

 

Il pm Stefano Fava ieri nell' interrogatorio comunque ha fatto notare che lui non disponeva dell' informativa della Guardia di Finanza dove erano descritte nel dettaglio le presunte 'utilità' pagate da Centofanti a Palamara. E quelle frasi su pernottamenti e carte di credito? Erano solo deduzioni logiche.

 

Claudio Granata

Fava ieri si è visto contestare anche il favoreggiamento di Palamara perché Fava gli ha consegnato alcune carte allegate a un esposto al Csm presentato da Fava a marzo contro il suo ex procuratore, Giuseppe Pignatone, in cui si lamentava della mancata astensione del capo nei procedimenti sull' avvocato Piero Amara. L' avvocato siciliano, arrestato nel 2018 a Roma, molti anni prima, nel 2014, aveva pagato una consulenza, pienamente lecita, al fratello del procuratore, l' avvocato e professore Roberto Pignatone.

 

Inoltre nell' esposto si faceva riferimento anche all' astensione del procuratore aggiunto Paolo Ielo nel medesimo procedimento. Il fratello di Ielo è un avvocato famoso e aveva lavorato (a partire da molti anni prima) con l' Eni. Il fratello procuratore si era astenuto nel procedimento sui rapporti tra una società riferibile, per i pm, ad Amara ed Eni.

Descalzi Scaroni

 

L' esposto al Csm è stato presentato nel marzo scorso. I pm di Perugia bollano le questioni sollevate da Fava come "circostanze allo stato smentite dalla documentazione sin qui acquisita". Fava aveva consegnato all' amico Palamara anche alcune carte relative ad altre consulenze del gruppo Condotte al fratello del pm Ielo, anche queste pienamente lecite, di cui aveva scritto Il Fatto. Complici le parole in libertà che ha incautamente detto al collega Palamara, Fava si è ritrovato in un baleno da accusatore del suo ex capo, a indagato.

 

PAOLO IELO

Per smontare le accuse contro di lui Fava si è presentato davanti ai pm della Procura di Perugia Gemma Milani e Maro Formisano con una cartellina piena di documenti. Il pm ha consegnato la fitta corrispondenza intercorsa in particolare con il procuratore aggiunto Ielo in merito alle sue richieste di arrestare l' avvocato Piero Amara. La documentazione dimostra che Fava non era certo un pm tenero con Eni e con il suo avvocato Piero Amara.

 

FABIO DE PASQUALE

La tesi di un complotto che fa leva sui magistrati da Trani a Siracusa può insomma essere sostenuta per altri uffici e altri pm. Purché non si mescolino le pere con le mele e, nella furia di alcuni giornalisti di dare la patente di giusti e duri sempre e comunque ai pm amici, non si faccia l' errore di mettere anche il pm Fava nel canestro di quelli che hanno favorito le trame dell' avvocato Piero Amara. Per la semplice ragione che Fava, fino a quando il suo capo Giuseppe Pignatone non gli ha tolto le indagini, voleva arrestare Amara in ben due procedimenti.

 

LUIGI SPINA

Inoltre Fava ha chiesto sì alla Procura di Milano gli atti di un procedimento sui rapporti tra Eni e la società Napag, riferibile per i pm a Piero Amara. Però il suo atteggiamento non era affatto più morbido (contro Amara) di quello tenuto dai pm milanesi. Non è vero nemmeno che non avrebbe informato il suo capo, come scritto sui giornali. Il primo marzo scorso, nello stesso giorno in cui ha scritto a Milano per chiedere il fascicolo sui rapporti Amara-Napag ha girato la sua richiesta in copia al procuratore Giuseppe Pignatone. Il Capo quindi non ha autorizzato preventivamente ma è stato informato.

 

Quanto a Ielo, l' aggiunto si era astenuto dalle questioni che riguardavano Eni. Ieri a Perugia era di scena anche l' interrogatorio di Luigi Spina, consigliere dimissionario del Csm, accusato di rivelazione di segreto e favoreggiamento. Si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…