giorgia meloni e matteo salvini

TRATTATI A PESCI IN FACCIA - GIOVEDÌ AL QUIRINALE DRAGHI E MACRON FIRMANO IL TRATTATO ITALIA-FRANCIA, UN NUOVO PATTO DI COOPERAZIONE RAFFORZATA: IL CENTRODESTRA PERÒ SI SPACCA, CON MELONI E SALVINI INCAZZATI NERI PERCHÉ “LE CAMERE SONO STATE TENUTE ALL’OSCURO” - IMBARAZZO DI FORZA ITALIA, CHE INVECE TIENE FEDE ALLA SUA LINEA EUROPEISTA - PER ARRIVARE ALL’ACCORDO ERA DOVUTO INTERVENIRE MATTARELLA, RICUCENDO I RAPPORTI COI FRANCESI DOPO LE SPARATE DELLA LEGA CONTRO MACRON E GLI INCONTRI DI DI MAIO COI GILET GIALLI...

Alberto Gentili per “Il Messaggero

 

mario draghi emmanuel macron

Ora anche il trattato del Quirinale, che verrà firmato dal premier Mario Draghi e dal presidente francese Emmanuel Macron sul Colle giovedì prossimo, spacca il centrodestra. La Lega e Fratelli d'Italia, al contrario di Forza Italia che accoglie con favore il nuovo patto di cooperazione rafforzata tra Italia e Francia avviato nel 2017 dall'allora premier Paolo Gentiloni, denunciano il silenzio che precede la firma.

 

La prima a partire all'attacco è Giorgia Meloni: «E' un accordo importante, peccato che nessuno abbia ufficialmente visto il testo che impegna l'Italia. Non certo il Parlamento che non ne sa nulla. Possibile che solo a noi di Fratelli d'Italia appare scandaloso che un accordo di questa portata sia firmato di soppiatto senza una discussione parlamentare, senza un dibattito politico e nel totale silenzio dei grandi media?».

 

GIORGIA MELONI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI VESPA

Ancora: «Non siamo tranquilli, visto che questo trattato è nato nel 2017 sotto il governo del Pd, lo stesso del trattato di Caen con il quale l'Italia avrebbe ceduto, se Fdi non avesse sollevato lo scandalo, pregiate parti delle sue acque nazionali alla Francia».

 

claudio borghi

Parole dure, segnate da una vena sovranista e nazionalista cui si associa con entusiasmo la Lega. Claudio Borghi, uno degli esponenti più vicini a Matteo Salvini, ha scritto addirittura un'interrogazione parlamentare per domandare a Draghi e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, come «sia possibile che il Parlamento italiano non sia stato informato neanche sommariamente di tale avvenimento, di quali elementi disponga circa il ruolo svolto, nell'ambito della trattativa, dall'ex presidente del Consiglio Gentiloni, e in base a quale mandato».

 

ANTONIO TAJANI MANFRED WEBER

IL PLAUSO DI FORZA ITALIA

Un uno-due che imbarazza Forza Italia, fedele alla linea europeista. Tant'è, che il coordinatore Antonio Tajani si mostra tutt'altro che sospettoso al contrario degli alleati del centrodestra. L'ex presidente del Parlamento europeo accoglie con favore il trattato: «Ben venga, è un passo importante per le relazioni tra Italia e Francia che è un Paese amico. E non ci trovo nulla di strano sul fatto che il Parlamento non conosca ancora il testo: in base alla Costituzione le Camere ratificano i trattati internazionali, non li scrivono. Ciò detto, siccome i francesi sono sempre un po' rapaci, è importante tenere gli occhi aperti e che il patto sia alla pari: ci devono guadagnare entrambi i Paesi».

 

piero fassino

Anche il dem Piero Fassino, presidente della commissione Esteri della Camera boccia la linea della Lega e della Meloni: «Le loro obiezioni sono senza senso, dal punto di vista formale e costituzionale qualsiasi trattato viene sottoposto alla ratifica del Parlamento solo dopo la firma dell’accordo».

 

Il Trattato del Quirinale, come si diceva, era in gestazione dal 2017, quando a Palazzo Chigi c'era Gentiloni. Il lavoro - che impiegò anche una commissione di saggi - si arenò poi con il governo giallo-verde del Conte I, quando le invettive di Matteo Salvini contro Macron e la visita di Luigi Di Maio ai gilet gialli portarono le relazioni italo-francesi al loro punto più basso dalla Seconda guerra mondiale, con il richiamo a Parigi dell'ambasciatore di Francia a Roma.

 

di maio di battista gilet gialli

Con gli amati-odiati cugini d'oltralpe, poi, le cose migliorarono grazie all'intervento di Sergio Mattarella e con il vertice di Napoli del febbraio 2020 organizzato da Giuseppe Conte. Il Trattato riprese dunque il suo iter, fino allo sprint finale impresso nei mesi scorsi da Draghi, che con Macron intende stringere un asse strategico anche per il futuro dell'Europa in attesa che a Berlino si insedi il nuovo cancelliere.

 

GILET GIALLI DI MAIO DI BATTISTA TONINELLI GRILLINI

Dei dettagli del contenuto del Trattato in effetti si sa ancora poco, chi ci lavora nelle due cancellerie spiega che la stesura è suscettibile di limature fino all'ultimo momento. Ma dalle dichiarazioni di chi ha visto il documento - che dovrebbe essere di circa 14 pagine - e dagli annunci ufficiali, si sa che il Trattato del Quirinale rafforzerà la fiducia tra i due Paesi e renderà le relazioni italo-francesi più sistematiche, strutturate e convergenti su temi di «politica europea ed estera, di sicurezza e di difesa, di politica migratoria, di economia, di scuola, ricerca, cultura e cooperazione transfrontaliera».

 

luigi di maio gilet gialli

Insomma, come sostiene Fassino, il Trattato «segna un salto di qualità» nelle relazioni bilaterali, impegnando le istituzioni dei due Paesi «ad agire in comune sui principali dossier, con meccanismi di consultazione reciproca».

 

La conferma arriva dalle parole dell'Eliseo nell'annunciare la sua visita di Macron a Roma: «Sarà dedicata alla forte relazione bilaterale tra Francia e Italia. Il Trattato del Quirinale promuoverà la convergenza delle posizioni francesi e italiane, così come il coordinamento dei due Paesi».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”