TREMONTI VS MONTI, NUOVO ROUND - ''IL SENATORE A VITA HA INCAUTAMENTE SVELATO COME ANDÒ NELL'ESTATE 2011, CON LA LETTERA DRAGHI-TRICHET CHE HA CALPESTATO LA SOVRANITÀ ITALIANA PER DISFARSI DEL GOVERNO BERLUSCONI. E ORA TORNA SUL PUNTO…'' - ''GIUSTO DARE SOLDI ALLE FAMIGLIE, SBAGLIATO DARE LIQUIDITÀ ALLE IMPRESE PASSANDO DALLE BANCHE. GLI ALTRI PAESI NON HANNO FATTO COSÌ''

1. GIULIO TREMONTI A RTL 102.5: “GIUSTO DARE I SOLDI ALLE FAMIGLIE, MA SBAGLIATA LA LIQUIDITA’ ALLE IMPRESE PASSANDO DALLE BANCHE”. “LA VIA MIGLIORE E’ QUELLA DEGLI EUROBOND”

Da www.rtl.it

 

 

L’ex Ministro delle Finanze e attuale Presidente di Aspen Italia è intervenuto su RTL 102.5 in diretta durante Non Stop News, il programma condotto da Pierluigi Diaco, Fulvio Giuliani e Giusi Legrenzi.

 

TREMONTI E MONTI

L scelte fatte dal Governo secondo Lei vanno in una direzione giusta oppure sono vane e non daranno risultati immediati soprattutto di liquidità alle piccole medie imprese italiane?

 

“Penso che sia stato giusto dare i 600 euro alle famiglie, ma credo che sia stato sbagliato dare liquidità alle imprese passando dalle banche. All’estero non hanno fatto così, hanno dato direttamente liquidità a fondo perduto, passare dalle banche è una scelta lenta e per niente felice”.

 

Ci fa sapere il suo punto di vista su tutta questa liquidità, con le criticità che può avere e se le scelte del Governo, rispetto a quelle dell’Europa sono corrette, possono portare a risultati veloci…

 

“Ci sono cinque strumenti utilizzabili: il primo sono i cosiddetti SURE, la cassa integrazione europea, sono quattro soldi e comunque sono soldi che noi abbiamo dato all’Europa; poi c’e la BEI anche qui sono pochi soldi, meglio di niente, ma comunque stiamo parlando di prestiti, quindi di debito italiano; poi c’è il cosiddetto MES, quello che dovrebbe venire da noi con 30 miliardi di prestiti per la sanità, è molto complicato come meccanismo e anche qui stiamo parlando comunque di debito, non sono soldi regalati.

 

Poi c’è il piano dei BOND e forse quella è la cosa più importante, io spero che passino, e ci sono due tipi di EUROBOND, titoli che tu metti sul mercato, prendi i soldi e li dai agli stati per fare degli investimenti, oppure vai sul mercato a debito e poi li ripresti agli stati, quindi un debito europeo che però serve per finanziare un debito nazionale, questa è la via meno buona perché sempre stiamo parlando di debito su debito, anche se come si dice, piuttosto che niente, meglio piuttosto”.

TREMONTI E MONTI

 

La Banca Centrale Europea, come si dovrebbe comportare nei mesi a venire?

 

“La situazione attuale è questa: il petrolio è crollato e l’unità di conto della finanza è passata dal miliardo al trilione, ecco io penso che l’errore, la follia che viene dalla globalizzazione c’è di nuovo, è passato dal virus in Cina, ritorna. Noi abbiamo numeri che non sono numeri, siamo usciti dalla realtà, è tutta un’illusione. Quando è arrivata la notizia che la BCE compra junk bond, è una buona o una  brutta notizia, ovviamente brutta”.

 

 

2. “UN PASSO IN AVANTI”… VERSO IL FALSO. DI NUOVO MONTI.

Giulio Tremonti su Facebook

 

Con una colonnina apparsa sul Corriere della sera del 21 aprile, il professor Monti torna di nuovo su quella che in precedente articolo (“Noi e l’Unione Europea: un altro passo avanti” del 11 aprile) sempre sul Corriere lui ha chiamato “lettera Trichet-Draghi” del 5 agosto 2011.

 

Per mio conto, sempre sul Corriere (19 aprile), avevo rilevato un inquietante ‘retroscena’ della lettera Trichet-Draghi, retroscena svelato dal Monti. Forse è bene essere chiari distinguendo tra ‘scena’ e ‘retroscena’.

 

jean claude trichet e mario draghi 1

La ‘scena’: il contenuto della lettera (anticipo dal 2014 al 2013 del “pareggio di bilancio”, ecc.) era già stato reso noto al pubblico nell’agosto 2011... per la verità, ricordo di aver dato io stesso il testo di quella lettera-diktat e proprio al Corriere!

 

Chiarita la ‘scena’ (il contenuto della lettera fu subito pubblico) passiamo al ‘retroscena’, che forse inconsciamente e/o senza accorgersene il Monti ci ha rivelato proprio con queste sue parole: l’imposizione di “condizioni draconiane imposte da Trichet e Draghi nella lettera del 5 agosto… per non perdere il sostegno della Bce ai titoli italiani… per non andare sotto le forche caudine di meccanismi preparati in Europa…”.

 

Quel che viene fuori di inquietante, allucinante, da questo ‘retroscena’ è la minaccia-ricatto fatta da due banche centrali al Governo di uno stato membro dell’Unione Europea per forzarlo ad eseguire prescritte azioni di politica economica, scritte sull’asse Francoforte-Roma. In alternativa, il default della Repubblica italiana!

 

I principi europei prevedono l’indipendenza della Bce, ma anche le sovranità nazionali!

 

jean claude trichet e mario draghi passaggio di consegne

Per avere una prova dell’arbitrarietà della lettera del 5 agosto, basta andare indietro di pochi giorni riscontrando quanto scritto da Governatore Draghi il 31 maggio nelle sue ‘Considerazioni Finali’: “La gestione del pubblico bilancio è stata prudente... le correzioni necessarie in Italia sono inferiori a quelle necessarie negli altri Paesi dell’Unione europea…”!

 

Sostenere la legittimità di quella minaccia e di quelle imposizioni, e scambiare queste come “accettazione”, era allora - ed è ancora oggi - semplicemente inqualificabile.

 

Per avere un’idea del clima “democratico” creato in Europa per arrivare a “salvare l’Italia” con il governo Monti, può forse essere utile leggere le memorie scritte dal presidente Zapatero nel suo libro ‘Il dilemma’!

 

Il fatto che la verità sia stata incautamente svelata l’altro giorno dal Monti nulla toglie al carattere torbido delle gesta che nel novembre 2011 hanno infine portato alla “chiamata dello straniero”!

 

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."