conte casalino

UN TRIUMVIRATO A 5 STELLE PER TOGLIERE POTERE A CASALINO - IL NUOVO CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL M5S A MONTECITORIO È ANDREA COTTONE. I RAPPORTI CON LA STAMPA DEI GRILLINI SARANNO QUINDI GESTITI DA CASALINO, RUBEI (PORTAVOCE DI DI MAIO) E COTTONE, PIÙ VICINO A CASALEGGIO CHE AL RASPUTIN DI PALAZZO CHIGI

Alessia Vincenti per www.linkiesta.it

 

Zygmunt Bauman diceva che «il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione». Immaginate cosa voglia dire se poi a “litigare” sono i comunicatori stessi. E nella fattispecie quelli del Movimento Cinque Stelle. Dopo la pausa estiva non poche cose sono cambiate negli assetti della comunicazione grillina: a guidare l’ufficio stampa del gruppo M5S a Montecitorio non c’è più Fabio Urgese, ma Andrea Cottone.

GIUSEPPE CONTE E ROCCO CASALINO IN CONFERENZA STAMPA

 

Per gli inesperti del settore si tratta soltanto di un cambio di nomi e nulla più. Anzi, a leggere i giornali il cambio di guardia sarebbe imputabile alle spese folli in consulenze per la comunicazione: a Montecitorio circa 785mila euro nell’ultimo anno. In realtà, però, dietro questo passaggio c’è un mondo che viaggia sul confine tra comunicazione e politica. In una parola: il potere nel Movimento.

 

In attesa del congresso (anche se la parola, considerata troppo “partitica”, è odiata dai grillini) che ristabilirà i ruoli di vertice nel mondo M5S, i vari fronti interni si stanno muovendo per accaparrarsi consenso interno. Non è più un mistero, d’altronde, che Giuseppe Conte abbia tanti ammiratori all’interno dei gruppi parlamentari di Camera e Senato: che possa essere il futuro leader è una tesi condivisa da tanti. La sua idea di futuro è, però, chiara: un’alleanza strutturale con il Pd. Una bestemmia quasi per chi, come Davide Casaleggio, non vuole abbandonare l’impronta originaria di papà Gianroberto.

 

Il clima, al di là dei post pacifici e dei messaggi di unità tra le varie correnti interne (altra parola odiatissima tra i grillini), è piuttosto infuocato. E quanto sta avvenendo nella comunicazione è la dimostrazione plastica di tale tensione. In questa partita, manco a dirlo, a giocare un ruolo-chiave è il portavoce del presidente del Consiglio, Rocco Casalino.

 

ANDREA COTTONE

L’ex gieffino si è via via affrancato da Casaleggio e da Luigi Di Maio e, dopo aver collezionato diverse gaffe tutte prontamente bersagliate dai media, è riuscito a costruire una figura autorevole e autoritaria del premier. Ed è riuscito a farlo anche perché poteva contare sui rapporti stabili proprio con Fabio Urgese, pugliese come Casalino e suo uomo da sempre. «Avere questi rapporti – spiega un deputato 5S che, per ragioni ovvie, preferisce restare anonimo – è fondamentale: di fatto chi decide quali dichiarazioni rilasciare, chi mandare in televisione, come mandarlo, a chi far fare interviste, è l’ufficio comunicazione di Camera o di Senato».

 

Per carità: accade così in quasi tutti i partiti, ma in questo periodo all’interno del Movimento avere la gestione di interviste, dichiarazioni e ospitate è determinante su quale linea far prevalere, se “contiana” (e dunque di apertura nei confronti del Pd) o “casaleggiana” (di spirito pentastellato duro e puro), specie in vista del tanto agognato congresso. Come detto, a prendere il posto di Urgese è stato Andrea Cottone, ex portavoce di Alfonso Bonafede (al cui fianco è intanto approdato Paolo Fantauzzi, ex Espresso e portavoce di Raffaele Cantone all’Anac) e nella comunicazione pentastellata sin dalla prima legislatura.

augusto rubei laura luigi di maio virginia saba

 

Cottone è uomo di fiducia del Movimento tanto che, quando venne toccato nel 2017 da una curiosa spy story in salsa sicula (era stato registrato durante una riunione con alcuni parlamentari, mentre parlava di parcelle e rimborsi per spese legali, menzionando pure l’allora candidato a sindaco di Palermo Ugo Forello), fu miracolosamente graziato con un semplice comunicato di scuse nei confronti del Movimento. E questo la dice tutta sulla benevolenza di Casaleggio e del vertice a Cinquestelle.

 

Ecco perché il passaggio da Urgese a Cottone rappresenta una mossa strategica per contenere l’ascesa di Conte, considerando peraltro che al Senato c’è da anni un’altra fedelissima di Casaleggio, come Ilaria Loquenzi. Non è un caso che, secondo quanto è dato sapere, Cottone starebbe – legittimamente – pensando a una riorganizzazione interna di tutto l’ufficio comunicazione a Montecitorio.

AUGUSTO RUBEI

 

In questo “mare magnum” sguazza, ovviamente, anche Luigi Di Maio. Che per ora tenta, per quanto possibile, di mantenere una posizione mediana. «Negli ultimi mesi – fa notare qualche parlamentare – anche la sua comunicazione è cambiata, è diventata più “istituzionale”». Non c’è dubbio sia così. Forse per contrastare l’amico-nemico Conte? Molto probabile, secondo tanti parlamentari.

 

Quel che è certo è che per ora Di Maio naviga a vista: da una parte non vuole cedere autorità al premier per non farsi superare in gradimento interno (ma c’è chi è certo sia già accaduto…), dall’altra però si è reso conto che i gruppi parlamentari – contrariamente al suo stesso volere – sono sempre più favorevoli a viaggiare insieme al Pd.

 

In definitiva, secondo quanto si vocifera a mezza bocca tra diversi parlamentari, cerca di capire dove sia meglio “piazzarsi”. Ecco perché resta profondamente vicino all’amico Davide Casaleggio pur non rompendo del tutto con l’ala “contiana”. Ed è qui che, tanto per cambiare, gioca un ruolo fondamentale Augusto Rubei, altro peso massimo della comunicazione Cinquestelle e portavoce proprio del ministro degli Esteri.

 

Rubei e Casalino non hanno mai avuto ottimo legame, sin dai tempi della campagna elettorale trionfante di Virginia Raggi (che seguì proprio Rubei, a cui venne dato ampio merito per il risultato raggiunto): secondo molti analisti Rubei non divenne portavoce in Campidoglio proprio per il “niet” di Casalino. Diverso è invece il rapporto tra lo stesso Rubei e Cottone.

 

giuseppe conte alfonso bonafede 1

Un rapporto proficuo che potrebbe far riemergere l’autorità di Di Maio e Casaleggio sui gruppi parlamentari e sedare l’ascesa di Conte. Sempre che non sia già troppo tardi. Anche perché, nel frattempo, tanto al Senato quanto alla Camera, c’è chi giura che Conte (e con lui Grillo e Roberto Fico) abbiano già i propri referenti. Per così dire: i propri capogruppo ombra.

 

 

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…