trump capitol hill golpe

TRUMP COME BERLUSCONI: VOGLIONO FARLO FUORI PER VIA GIUDIZIARIA - DONALD TRUMP VIENE ACCUSATO DI “DERELICTION OF DUTY”, INADEMPIENZA AI DOVERI DELLA SUA CARICA, PER L’ASSALTO AL CONGESSO DEL 6 GENNAIO DURANTE L'ULTIMA AUDIZIONE DELLA COMMISSIONE D'INCHIESTA DELLA CAMERA - E' UNA SPINTA AFFINCHE' IL DIPARTIMENTO ALLA GIUSTIZIA INCRIMINI IL TYCOON (E FERMARE L'EVENTUALE RICANDIDATURA ALLA CASA BIANCA) - LA CONFESSIONE DI UN AGENTE INCARICATO DI PROTEGGERE IL VICEPRESIDENTE PENCE: “ALCUNI DI NOI HANNO CHIAMATO LE FAMIGLIE PER DIRE ADDIO” - I PRINCIPALI ELEMENTI EMERSI SONO QUATTRO...

Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

donald trump durante l assalto al congresso il video alla commissione d inchiesta 3

 

L'accusa è la più infamante possibile, considerando che il presidente degli Stati Uniti è anche comandante in capo delle forze armate: "Dereliction of duty", cioè inadempienza ai doveri della sua carica. In sostanza complicità con gli assalitori più violenti del Congresso, che diventa tradimento davanti a chi quel giorno perse la vita per difendere la democrazia americana. 

 

È stata lanciata giovedì sera, durante l'ultima audizione della Commissione d'inchiesta della Camera sull'attacco del 6 gennaio, col doppio scopo di spingere il Dipartimento alla Giustizia a incriminare Trump, ma anche di squalificarlo agli occhi degli americani per qualunque ruolo politico futuro. A partire dalla ricandidatura alla Casa Bianca. 

 

ASSALTO A CAPITOL HILL 2

Axios ha rivelato che l'ex presidente già prepara una rivoluzione del governo federale, in caso di vittoria nel 2024, per togliere i funzionari di carriera e rimpiazzarli con fedelissimi disposti a tutto per lui. Nelle stesse ore l'ex stratega di Trump, Steve Bannon, è stato riconosciuto colpevole di oltraggio al Congresso da un tribunale di Washington per essersi rifiutato di testimoniare sull'assalto a Capitol Hill.

 

L'audizione di giovedì, trasmessa in diretta tv, si è concentrata sul fatto che Trump non ha reagito alle violenze per 187 minuti, evitando di fermare i suoi sostenitori. Anzi, incitandoli con i messaggi via Twitter e dando luce verde all'assalto. E il giorno dopo, quando ha registrato un messaggio di condanna, si è rifiutato di ammettere che le elezioni erano finite. 

 

matthew pottinger sarah thompson

I testimoni principali sono stati l'ex vice consigliere per la sicurezza nazionale Pottinger e la vice portavoce Matthews, entrambi dimessi dopo l'assalto. Hanno raccontato lo stupore nella Casa Bianca per quanto stava accadendo, ma soprattutto per l'inazione di Trump, chiuso nella sala da pranzo a guardare le violenze in tv. La confessione più drammatica, però, è stata quella anonima di un agente incaricato di proteggere il vicepresidente Pence: «Alcuni di noi hanno chiamato le famiglie per dire addio. La situazione era così grave che non sapevamo se le avremmo riviste».

 

ASSALTO A CAPITOL HILL 2

I principali elementi emersi sono quattro. Primo, Trump aveva ignorato le richieste di tutti, inclusi i famigliari, affinché facesse una dichiarazione pubblica per chiedere ai propri sostenitori di fermarsi. Secondo, non aveva fatto alcuna chiamata alle forze dell'ordine o ai militari, per ordinare che intervenissero. Terzo, gli agenti del Secret Service che scortavano Pence avevano temuto per la loro vita, al punto di considerare l'uso della forza per consentire alla seconda carica dello Stato di mettersi in salvo. 

 

donald trump durante l assalto al congresso il video alla commissione d inchiesta.

Eppure il presidente non aveva mosso un dito per aiutarlo, perché riteneva che il vice meritasse di essere punito per non aver negato la certificazione della vittoria di Biden. Quarto, neppure il giorno dopo, quando finalmente aveva registrato una dichiarazione video contro le violenze, aveva ammesso di aver perso le elezioni. Le immagini lo mostrano mentre legge il discorso dal teleprompter, ma poi si ferma e dice alla figlia Ivanka: «Non voglio dire che le elezioni sono finite, solo che il Congresso ha certificato il risultato ». Quindi non era disposto a smentire la "grande bugia", che aveva fomentato l'assalto.

 

udienza commissione d inchiesta su capitol hill

Con questa audizione si è chiuso il primo ciclo. La vicepresidente della Commissione Cheney, repubblicana che rischia il posto per questo suo ruolo, ha detto che le testimonianze dovrebbero screditare Trump per qualsiasi futuro politico, perché aveva messo il suo interesse personale davanti a quello dell'America, sfruttando anche la violenza. Il collega Kinzinger ha aggiunto che le audizioni hanno «rivelato prove sufficienti a incriminarlo». 

donald trump durante l assalto al congresso il video alla commissione d inchiesta

 

Questa decisione ora spetta al segretario alla Giustizia Garland, che però vuole la certezza di riuscire a condannare Trump, perché altrimenti gli aprirebbe la porta del ritorno alla Casa Bianca, sostenendo di essere stato vittima di una caccia alle streghe politica. A settembre la Commissione tornerà a riunirsi, con l'obiettivo di scoprire altre prove per convincerlo ad agire.

donald trump durante l assalto al congresso il video alla commissione d inchiesta 4attacco a capitol hilldonald trump durante l assalto al congresso il video alla commissione d inchiesta 2ASSALTO A CAPITOL HILL 2assalto a capitol hilldonald trump durante l assalto al congresso il video alla commissione d inchiesta

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...