donald trump vladimir putin volodymyr zelensky

UCRAINA, CHE FARE? – TRUMP VUOLE PORTARE PUTIN E ZELENSKY A TRATTARE E, PER FARLO, USERA’ “MINACCE CREDIBILI” - SUL FRONTE PUTIN SI PUÒ FARE LEVA SULL'ENERGIA OVVERO INONDARE I MERCATI DI GAS E GREGGIO AMERICANO PER FAR CROLLARE IL PREZZO E RIDURRE GLI INTROITI DI MOSCA. SU ZELENSKY GRAVA "LA MINACCIA" DI NON VEDER ARRIVARE PIÙ ARMI E NEMMENO DI AVERE SUFFICIENTI GARANZIE DI SICUREZZA SE NON ACCETTERÀ DI NEGOZIARE – IL PIANO PER L'UCRAINA DEL VICEPRESIDENTE J.D. VANCE E’ UN REGALO AL CREMLINO: LA RUSSIA TERRÀ LE ZONE CONQUISTATE, SARA’ CREATA UNA ZONA DEMILITARIZZATA LUNGO LA LINEA DEL FRONTE CHE VERREBBE FORTIFICATA PER PREVENIRE UNA NUOVA INVASIONE E GARANZIE DI SICUREZZA ALL'UCRAINA INGRESSO NELLA NATO…

1 - DONALD VUOLE COSTRINGERE ZELENSKY E PUTIN A TRATTARE

Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”

 

PUTIN BIDEN TRUMP2

L'Amministrazione Biden invia ulteriori aiuti militari a Kiev e accelera le procedure per la spesa dei circa 5 miliardi rimanenti dei 61 miliardi approvati in aprile dal Congresso prima della scadenza della fine della presidenza. Arriveranno in Ucraina 500 missili intercettori per sistemi Patriot e Nasams, Kiev vorrebbe anche lo sblocco della consegna di altri sistemi Atamcs (hanno un raggio di oltre 250 chilometri), ma al momento il Pentagono è riluttante.

 

Trump e Putin

Biden - che ha invitato Trump alla Casa Bianca per mercoledì alle 11 - ha anche dato il via libera al dispiegamento di contractor militari sul terreno per facilitare l'operazione di manutenzione degli armamenti. Sono azioni che si spiegano con due motivi: da una parte l'incremento da parte di Mosca delle operazioni nel Donbass; dall'altra l'Amministrazione democratica rafforzare Kiev prima che Trump, è il timore democratico, cambi rotta.

 

MEME TIME - VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP

[…] In un colloquio con La Stampa, Richard Grenell, fra i più accreditati al posto di segretario di Stato e colui nella stanza mercoledì a Mar-a-Lago durante la telefonata fra Trump e Zelensky, ha precisato che la base di partenza dei negoziati potrebbe essere il Protocollo di Minsk. Esso contiene riflessioni sullo status dei territori. […] L'obiettivo, spiegano fonti vicine al team di Trump, è quello di portare Zelensky e Putin a trattare. Trump userà "minacce credibili". Le spiegano così: sul fronte Putin si può fare leva sull'energia ovvero inondare i mercati di gas e greggio americano per far crollare il prezzo e ridurre gli introiti di Mosca.

 

Sulle minacce credibili, Grenell, ex ambasciatore Usa a Berlino, ha raccontato un aneddoto. Nell'aprile del 2018 Trump telefonò a Erdogan per esigere la liberazione di un pastore evangelico, Andrew Brunson, imprigionato in Turchia. Gli disse: «O lo liberi entro domani a mezzogiorno, o rovino la tua economia». Erdogan agì di conseguenza.

Trump e Putin

 

Su Zelensky invece grava "la minaccia" di non veder arrivare più armi e nemmeno di avere sufficienti garanzie di sicurezza se non accetterà di negoziare. […] J.D. Vance […] ha fornito la più organica visione su un cosiddetto piano per l'Ucraina.

 

Poggia su tre pilastri: la Russia terrà le zone conquistate, la creazione di una zona demilitarizzata lungo la linea del fronte che verrebbe fortificata per prevenire una nuova invasione e garanzie di sicurezza all'Ucraina senza dare l'ingresso nella Nato.

Sono le linee attorno alle quali alcuni consiglieri stanno lavorando, ma Trump non ha ancora detto nulla. Molto dell'approccio che Trump vuole seguire lo diranno anche le nomine. […]

donald trump volodymyr zelensky

 

2 - IL CREMLINO GELA WASHINGTON "LA GUERRA NON HA SOLUZIONI FACILI"

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa”

 

Mentre continuano a uscire nuovi particolari sulle conversazioni telefoniche tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump, il telefono rosso al Cremlino non ha ancora squillato, a quanto pare, nonostante Vladimir Putin avesse fatto capire chiaramente di stare aspettando. […] Il problema è che Trump vorrebbe appunto una soluzione semplice, o almeno è quello che ha promesso, e quello che i suoi consiglieri sembrano aver progettato.

 

DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN

Konstantin Skorkin, politologo specializzato in politica ucraina, dice alla Novaya Gazeta Europe che «Trump pensa che la situazione sia colpa dell'incapacità dei democratici di gestirla, ma è un illuso convinto di poter risolvere tutto». Il problema è che a quanto pare nessuno dei diretti interessati ha dato il suo assenso, a cominciare da quei governi europei che, secondo varie indiscrezioni, dovrebbero mandare un contingente di interposizione sulla linea del fronte. Kyiv non può rinunciare ai territori occupati dai russi, e ai milioni di ucraini che li abitano (senza contare che il diritto internazionale non contempla il passaggio all'invasore di un pezzo di un Paese sovrano staccato con la forza militare).

 

volodymyr zelensky donald trump

[…] È possibile però che il Cremlino senta il bisogno di una pausa: l'invio delle truppe sudcoreane dimostra che i russi disposti ad arruolarsi in cambio di denaro si stanno esaurendo, mentre i sondaggi mostrano come al primo posto tra le preoccupazioni della popolazione sia l'aumento dei prezzi anche sui generi di prima necessità. Ieri a Chelyabinsk i direttori delle maggiori acciaierie russe hanno annunciato il rischio di un «collasso dell'industria» dettato dai tassi al 20% e dalle enormi spese statali per la guerra.

La testata Vyorstka sostiene che la Russia ha intenzione di riprendere un negoziato segreto con gli ucraini, ma solo dopo averli ricacciati dalla regione di Kursk. […]

 

jd vance e donald trump discorso della vittoria

Putin vuole ascoltare le offerte che la Casa Bianca gli farà dopo il 20 gennaio. Anche perché una eventuale interruzione degli aiuti militari americani a Zelensky potrebbe permettere ai russi di avanzare ulteriormente senza troppi problemi, e quindi fermarsi adesso sarebbe sbagliato dal punto di vista di Putin. […] Putin ha promesso che la Russia «non tornerà sulla strada seguita prima del 2022», quindi di una coesistenza più o meno pacifica con l'Occidente, e con i suoi vicini. Secondo alcuni commentatori ucraini, è esattamente quello che starebbe aspettando Zelensky, mostrandosi pronto al dialogo in attesa che sia Putin a mandare all'aria il "piano di pace" trumpiano. […]

volodymyr zelensky donald trumptrump putin

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...