matteo salvini

UN UOMO SOLO ALLO SBANDO – IL CONSIGLIO DEL DIRETTORE DE "IL TEMPO" FRANCO BECHIS A SALVINI: “DEVE PROVARE A RAFFORZARE LA CLASSE DIRIGENTE E COSTRUIRE UN GRUPPO DI COMANDO CHE NON ABBIA L’ESCLUSIVO COMPITO DI RIPETERE A PAPPAGALLO LE PAROLE DEL LEADER” – "L’UOMO SOLO AL COMANDO, VEDI BERLUSCONI PRIMA E RENZI DOPO, RISCHIA DI DIVENTARE SEMPRE UN LIMITE NELLE VARIE STAGIONI POLITICHE”

Franco Bechis per “il Tempo” (Estratto)

 

salvini al citofono meme 2

L’ uomo solo al comando rischia di diventare sempre un limite nelle varie stagioni politiche. Lo è stato alla fine anche per Silvio Berlusconi, è diventato il freno della stagione di Matteo Renzi, potrebbe essere il problema di Matteo Salvini. (…) La (…) cavalcata straordinaria (…) di questi ultimi due anni si è infranta contro l'ultimo muro di Berlino ancora esistente in Italia, sia che avere accentrato su di sé l'assalto alla Emilia Romagna lasciando sullo sfondo un candidato non fortissimo come Lucia Borgonzoni.

il comizio di matteo salvini a bibbiano

 

NICOLA ZINGARETTI STEFANO BONACCINI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo ha naturalmente polarizzato la contesa verso Salvini e siccome il territorio era vitale da proteggere, si è scatenato il finimondo chiamando a raccolta chiunque contro il pericolo dei pericoli. Le sardine più che averne avuto sono state l'effetto eclatante di questa chiamata alle armi. La fusione dell'elettorato grillino con quello piddino è stata la vera conseguenza di questo tutti contro uno, e la dice lunga anche su quel che potrebbe accadere a livello nazionale se la situazione dovesse ripresentarsi uguale, al di là delle decisioni che possano prendere le leadership dei due partiti.

 

MATTEO SALVINI CON LA BISTECCA IN BOCCA

L'uomo solo è stato il segreto del successo di questi anni, che per altro si è stabilizzato secondo i sondaggi nazionali, tenendo la Lega più o meno ai livelli che aveva a inizio 2019 e portando un travaso di voti all'interno del centrodestra fra Forza Italia e Fratelli di Italia. Ma rafforzare la classe dirigente, provare a costruire un gruppo di comando che non abbia l'esclusivo compito di ripetere a pappagallo (ma con minore efficacia) le parole del leader è il salto di qualità che deve fare Salvini all'indomani della sua prima vera sconfitta elettorale.

 

franco bechis foto di bacco

Senza drammi particolari, anche se il risultato di Bonaccini insperato e perfino inatteso secondo tutti i sondaggi che abbiamo visto in segreto fino a sabato, verrà celebrato ben oltre le sue proporzioni a sinistra, e le sardine inevitabilmente cresceranno e si moltiplicheranno. Però quello scarto fra voti di lista ottenuti e quelli del candidato governatore dicono come il tema di una classe dirigente preparata e anche un po' indipendente dalla leadership sia rilevante per tutto il centrodestra.

 

 

L'ultimo muro di Berlino in piedi certo farà riprendere fiato al governo di Giuseppe Conte che sembrava scricchiolare paurosamente anche per la crisi politica dei grillini. È chiaro che l'uscita di scena di Luigi Di Maio e questo voto emiliano romagnolo faciliteranno il consolidamento dell'alleanza fra Partito democratico e Movimento 5 stelle, dando ragione a chi spingeva per una unione più strutturale fra i due partiti come sembrano volere gli elettorati o quel che resta di loro.

 

MATTEO SALVINI RIDENS

Ero fra i primi ad essere convinto prima del voto alle politiche del 2018 che i due partiti più simili anche nelle esigenze che allora manifestava l'elettorato erano proprio quelli che avrebbero dato origine al governo gialloverde. Entrambi avevano alle spalle una esigenza di aria nuova e di ribellione al sistema politico nazionale e internazionale che aveva dominato negli anni precedenti. Resto convinto che così fosse, ma nel giro di un anno Salvini si è divorato l'elettorato più simpatetico dei grillini, svuotando il senso stesso di quella alleanza.

FRANCO BECHIS PRESENTA LA NUOVA VESTE GRAFICA DE IL TEMPOlucia borgonzoni sottosegretario ai beni culturali foto di bacco (2)

 

Ne ha avuto frutti numerici sia nelle amministrative che in Europa ma nel frattempo il M5s ha cambiato radicalmente pelle, perché a loro sono restati attaccati in stragrande maggioranza gli elettori più di sinistra e il solo che invece faceva difficoltà a staccarsi dai tempi del 32% era Di Maio. Oggi quello schema politico è disintegrato e non ha più alcuna possibilità di essere percorso, per cui diventa ancora più importante per l'uomo che guida il centrodestra consolidare i risultati straordinari ottenuti in questo biennio puntando sulle persone, e tenendo in conto in quest'ottica anche l'alleanza con le altre due forze della coalizione, perché se in quel posto la Lega ha bisogno di tempo per fare crescere il proprio personale politico magari invece c'è un candidato più adatto di Fratelli di Italia o di Forza Italia come dimostra il lusinghiero risultato della Calabria messa in secondo piano solo dallo scontro politico nazionale sull'Emilia Romagna.

 

matteo salvini con le galline su tiktokMATTEO SALVINIMatteo Salvini con Francesca Verdini - foto Di Baccomatteo salvini abbraccia indiani su tiktok 2DONALD TRUMP E MATTEO SALVINILUCIA BORGONZONI CON MAGLIETTA PARLIAMO DI BIBBIANO AL SENATO

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")