ursula von der leyen giorgia meloni olaf scholz emmanuel macron

URSULA VON DER LEYEN È IN RAMPA DI LANCIO MA I FRANCHI TIRATORI AFFILANO I COLTELLI – MACRON E SCHOLZ, INDEBOLITI DALLE ELEZIONI EUROPEE, ACCELERANO PER IL BIS DELLA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE (DI CUI ERANO I PRINCIPALI NEMICI FINO A DOMENICA). LA MELONI È PRONTA A DIRE SÌ CON FRATELLI D’ITALIA, AL PARLAMENTO. MA L’ALLARGAMENTO DELLA MAGGIORANZA AI CONSERVATORI POTREBBE SCATENARE UNA REAZIONE A CATENA DEI SOCIALISTI (CHE COME STAMPELLA PREFERIREBBERO I VERDI)

1. TRATTATIVE PER I RUOLI CHIAVE VON DER LEYEN ORA HA PIÙ CHANCE

Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

URSULA VON DER LEYEN

 […] Il pacchetto Ursula von der Leyen alla Commissione e Antonio Costa al Consiglio europeo sembra restare il più solido. Ma solo alla cena informale dei leader Ue del prossimo lunedì si capirà se al Consiglio europeo di fine mese si arriverà all’indicazione formale dei quattro top jobs . È chiaro però che non c’è tempo da perdere, non sarebbe un segnale politico di forza da parte dell’Ue restare senza guida. E Scholz ieri lo ha fatto capire.

 

Il secondo tavolo è quello delle delegazioni nazionali al Parlamento, perché von der Leyen […]  dovrà poi essere votata dalla plenaria. I gruppi in sé non danno certezze essendo il voto segreto (i franchi tiratori rappresentano circa il 10%), dunque la strategia è andare a bussare alle singole porte tra i socialisti, i liberali, i verdi e ad alcune delegazioni dell’Ecr, come quella ceca del premier Fiala e di FdI di Meloni.

 

LO SPOSTAMENTO DELL EUROPA A DESTRA - VIGNETTA DEL NEW YORKER

Il capogruppo del Ppe Weber già domenica sera ha invitato socialisti e liberali «a unirsi» al Ppe, che «ha vinto le elezioni», per creare «un’alleanza pro-europea». I partiti stanno ponendo le loro condizioni. I socialisti hanno ribadito l’indisponibilità «se il Ppe negozia con i Conservatori e Riformisti».

 

La capogruppo di Renew Valerie Hayer chiede «nessun accordo con Meloni, con il PiS, con Reconquête. È l’estrema destra e noi vogliamo preservare il cordone sanitario». Parole che hanno scatenato la reazione di FdI. Il copresidente dell’Ecr Nicola Procaccini l’ha accusata di avere «una grave carenza di cultura democratica».

 

Se i numeri sono solidi per il Ppe (186 seggi) e per S&D (135), il terzo posto invece può essere ancora conteso tra Renew Europe (79) e i conservatori dell’Ecr (73). I liberali potrebbero ridursi se decidessero di espellere il partito olandese Vvd del premier uscente Rutte per l’alleanza di governo con l’estrema destra di Wilders. […] Sta cercando di crescere […] l’Ecr: «Puntiamo al terzo posto — spiega Procaccini al Corriere — però non contano solo i numeri, anche l’omogeneità».

ANTONIO COSTA - PEDRO SANCHEZ

 

Il bacino in cui andare a pescare è rappresentato dai non iscritti (45 deputati) e dagli eletti con partiti sbarcati per la prima volta al Parlamento (55). Nel primo gruppo siedono Fidesz (10 deputati) del premier ungherese Orbán e la tedesca AfD (14 seggi), espulsa di recente dall’Id.

 

In febbraio il leader magiaro aveva chiesto di entrare nell’Ecr creando più di qualche mal di pancia tra le delegazioni più moderate come la ceca, che piuttosto sarebbe pronta a passare al Ppe. […] Orbán ieri è tornato a vagheggiare l’unione dell’Ecr di Meloni e dell’Id di Le Pen: «Se si mettessero d’accordo con gli eurodeputati di Fidesz, potrebbero diventare la seconda forza politica». Al momento non sembra essere nei piani. Le Pen e Salvini si incontrano domani a Bruxelles con gli altri leader dell’Id per valutare la richiesta dell’AfD di rientrare nel gruppo. Per essere accettato il partito ha a sua volta espulso Krah.

 

meloni orban

2. PARIGI E BERLINO ACCELERANO SULLA NOMINA DI VON DER LEYEN MA L’INCOGNITA SONO I VERDI

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

C’è uno spettro che aleggia sulla testa di Ursula von der Leyen: la bocciatura formale in Parlamento. E la mina che può far deflagrare il voto ha un nome: il gruppo dei Verdi. La presidente uscente della Commissione risulta indubbiamente rafforzata dal voto di domenica scorsa. La sua soluzione appare come quella più semplice e praticabile. Quella che teoricamente accontenta il partito vittorioso, il Ppe, che può tranquillizzare i socialisti del Pse, e che crea meno problemi ai due leader clamorosamente sconfitti dalle urne: Emmanuel Macron e Olaf Scholz. […]

 

MANFRED WEBER DONALD TUSK

Eppure […] basta poco per far saltare l’intesa. In questo caso […] le condizioni che le parti stanno ponendo stanno mettendo in allarme l’inquilina di Palazzo Berlaymont. Ormai è chiaro che la maggioranza che eleggerà il vertice dell’esecutivo Ue si baserà ancora su Ppe, Pse e Renew. […] Ieri sera si è svolto un summit online dei leader popolari. Nei prossimi giorni ci saranno contatti tra i delegati dei due partiti, lo stesso Scholz con lo spagnolo Sánchez da una parte e il polacco Tusk con il greco Mitsotakis dall’altra.

 

URSULA VON DER LEYEN

Il nodo si sta stringendo intorno al ruolo dei Verdi. I socialisti […] pongono tre condizioni: l’esclusione dell’Ecr e quindi della Meloni dalla maggioranza, l’inclusione dei Verdi e l’assegnazione della presidenza del Consiglio europeo al portoghese Costa. Sul primo punto lo stato maggiore del Ppe ha già risposto positivamente. Anche sul terzo, ossia il secondo “top job”. Lo scontro si sta invece consumando sul ruolo che potranno avere gli ambientalisti.

 

Il gruppo che fa capo a Manfred Weber ha già fatto sapere che non può accettare un’intesa formale con i Verdi. In primo luogo perché il Green Deal rappresenta una cicatrice e fonte di scontro. Eppoi perchè la loro presenza stabile ridurrebbe il Ppe […] a soggetto debole: la somma dei deputati di Pse ed ecologisti supera i popolari.

 

MANFRED WEBER URSULA VON DER LEYEN DONALD TUSK

La risposta che daranno Tusk e Mitsotakis sarà netta: il perimetro della maggioranza non cambia. Resta quella della scorsa legislatura. E poi chi vuole si aggiunge: i Verdi o anche una parte dell’Ecr. Ossia Fratelli d’Italia, il partito di Meloni. Un discorso che alla fine i socialisti accetteranno, anche se malvolentieri: li espone al gioco del “doppio forno” con i Conservatori già seguito in questa ultima parte di legislatura.

 

Questo però comporterà un rischio: che il quorum di 361 voti non venga raggiunto. Nonostante sulla carta questo accordo possa contare su oltre 400 deputati. Già cinque anni fa la percentuale di franchi tiratori era consistente. La paura di Von der Leyen è allora che il meccanismo degli “odii incrociati” possa farla cadere davanti al test dell’Eurocamera. Del resto, nel suo stesso partito non tutti la apprezzano. Nel Pse e in Renew la situazione non è migliore.

 

manfred. weber 2

Anche per questo, la “spitzenkandidat” vuole proseguire la trattativa per gradi. Per ora non si vuole sbilanciare sui Verdi ed evita nuove aperture alla premier italiana. Nei prossimi giorni si dedicherà alla creazione di una maggioranza in Consiglio europeo: convincere, cioè, i capi di Stato e di governo a designarla come candidata ufficiale (serve la maggioranza assoluta degli Stati membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione europea). Solo successivamente lavorerà al programma da presentare in Parlamento.

 

Antonio Costa - primo ministro portogallo

[…] Per von der Leyen […]le insidie non mancano. Da tenere presente che nel negoziato vanno inseriti anche altri due “top jobs”. L’Alto Rappresentante Ue (il ministro degli Esteri) che potrebbe essere riservato ai Liberali e la presidenza del Parlamento: la popolare maltese Roberta Metsola per i primi due anni e mezzo. La seconda parte della legislatura toccherebbe a un socialista. Ma la partita è appena iniziata.

GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN ITALIA E VISEGRAD - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPAmanfred. weber URSULA VON DER LEYEN DOPO LE ELEZIONI EUROPEE Antonio Costa Silvameloni orbanURSULA VON DER LEYEN DOPO LE ELEZIONI EUROPEE

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."