VACCINI, SI CAMBIA TUTTO! - DRAGHI E LA COMMISSIONE UE CAMBIANO PIANO: DAL 2022 SI PROCEDERA' SOLO CON PFIZER E MODERNA - NON SARANNO RINNOVATI I CONTRATTI AI FARMACI A VETTORE VIRALE, CHE HANNO DATO MENO GARANZIE SUL PIANO CONTRATTUALE - PENALIZZATI ASTRAZENECA, J&J, SPUTNIK (PER RAGIONI GEOPOLITICHE) E L'ITALIANA REITHERA: SARANNO DESTINATI SOLO AGLI OVER 60…

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Ilario Lombardo Paolo Russo per "la Stampa"

 

MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

È abbastanza certo ormai che il destino del vaccino Johnson&Johnson sarà lo stesso di AstraZeneca. Dopo i pochissimi casi di trombosi rilevati negli Stati Uniti e la sospensione decisa dalle autorità americane, fonti del governo italiano confermano che l'orientamento immediato è di circoscriverne l'uso solo agli over 60, come una settimana fa, a livello europeo, era stato deciso per il siero di Oxford. Ma c'è anche un'altra notizia che emerge dalle preoccupazioni sullo stop a J&J, e che coinvolge la famiglia dei farmaci anti-Covid alla quale appartiene.

PFIZER PFIZER

 

Si chiamano vaccini a vettore virale: AstraZeneca, J&J e Sputnik. Tutti e tre finiti nella bufera di questi giorni di ansie e incertezze, i primi due per motivi scientifico-sanitari, il terzo anche per ragioni geopolitiche. Secondo quanto è venuta a conoscenza La Stampa da una fonte del ministero della Salute, la Commissione europea, d'accordo con i leader di molti Paesi, avrebbe deciso che alla scadenza dei contratti validi per l'anno in corso non saranno rinnovati quelli con le aziende che producono vaccini di questa tipologia.

ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHI ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHI

 

Si vuole puntare tutto sui sieri a Rna messaggero, che trasporta le istruzioni per la produzione della proteina Spike utilizzata dal coronavirus, permettendo così all'organismo di produrre anticorpi specifici e di immunizzarsi. Sarebbe il trionfo di Pfizer e Moderna, che fino ad ora hanno dato più sicurezza (anche sul fronte contrattuale, dicono nel governo) mentre verrebbero penalizzati AstraZeneca, J&J, già autorizzati dall'Ema, Sputnik, che ancora deve ricevere il via libera, ma anche il vaccino made in Italy, in fase di sperimentazione, ReiThera. In fondo, il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva già avvertito in conferenza stampa che l'Ue non avrebbe replicato l'errore di firmare contratti senza vere garanzie, specificando che «i prossimi saranno fatti meglio».

 

vaccino astrazeneca 1 vaccino astrazeneca 1

Intanto tra ministero della Salute, struttura commissariale e Palazzo Chigi si è discusso dei possibili impatti sul piano vaccinale della frenata su J&J, che gode dell'indubbio vantaggio di essere monodose. Secondo quanto sostiene la stessa multinazionale Janssen, il time out, deciso «in via precauzionale», dovrebbe durare un paio di giorni.

 

Già oggi l'azienda fornirà alla Fda e all'agenzia europea Ema alcuni dati che farebbero meglio capire la connessione tra l'antidoto e i sei casi di rare trombosi cerebrali riscontrate negli Usa a fronte di quasi sette milioni di somministrazioni. Il problema è sempre quello che ha spinto molti Paesi europei, tra i quali l'Italia, a indirizzare solo verso gli over 60 l'altro vaccino che utilizza il meccanismo del vettore virale, quello di AstraZeneca.

 

MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA

Che in Europa si sospetta abbia generato un centinaio di quei rari eventi trombolitici, senza di certo ribaltare il rapporto rischio-beneficio a totale vantaggio del vaccino. Basti pensare che nella popolazione over 60, alla quale è consigliata, il rischio di finire in terapia intensiva perché non immunizzati è 640 volte superiore a quello di incappare in una di quelle rare trombosi. Per ora tutto procede come prima, si è deciso dopo un faccia a faccia tra il ministro della Salute Roberto Speranza, i vertici dell'Aifa e il Cts.

VACCINO JOHNSON & JOHNSON VACCINO JOHNSON & JOHNSON

 

Anche perché la tabella alla colonna J&J, da qui a fine anno, assegna all'Italia 26 milioni e mezzo di dosi, di cui 7,3 milioni nel secondo trimestre appena iniziato, equivalenti ad altrettanti immunizzati. Sempre che l'Ema, come già fatto trapelare, non decida di tornare sui propri passi richiedendo il richiamo anche per l'antidoto di Janssen. Secondo il piano del commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, comprese le 184 mila già arrivate e tenute in sospeso a Pratica di Mare, la multinazionale dovrebbe consegnare 400 mila dosi entro fine aprile.

sputnik V sputnik V

 

Se tutto dovesse filare liscio, sommando 7,3 milioni di J&J a 24,5 milioni di Pfizer, a 10 di AstraZeneca e 4,6 di Moderna, il totale del secondo trimestre darebbe 45 milioni di dosi, escluse le 7,5 milioni di Curevac, un vaccino non ancora autorizzato, a Rna messaggero. Sette milioni in meno di vaccini a iniezione unica non sono poca cosa, ma per il momento dalla struttura commissariale cercano di evitare allarmismi.

 

La decisione di limitarne l'uso agli over 60 avrebbe comunque un effetto evidente di overbooking sulla popolazione più anziana, già esclusiva destinataria di AstraZeneca (altri 35 milioni di dosi da qui a fine anno), e aprirebbe un serio interrogativo sulla popolazione che non ha raggiunto quell'età. In tutto i vaccini a vettore virale per l'Italia valgono quindi 62 milioni di dosi.

 

Reithera Reithera

Dovessero restare in frigo come le prime 184 mila di Janssen, significherebbe dire addio all'immunità di gregge a settembre, data cerchiata in rosso sull'agenda di Draghi. Se invece si arrivasse a limitarne l'uso agli over 60 sarebbe un problema minore, perché entro l'anno si avranno comunque a disposizione circa 74 milioni di dosi Pfizer e Moderna sufficienti a immunizzare la metà più giovane dei cittadini.

 

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