giuseppe conte pinocchio

VANITY CONTE – FILIPPO CECCARELLI: “ALL'INIZIO ANDÒ COSÌ BENE CHE SI PORTAVA ADDIRITTURA I MINISTRI AL RISTORANTE E PAGAVA PURE DI TASCA SUA. FORSE FU LÌ CHE I MINISTRI E I CAPI PARTITO SI ACCORSERO CHE CI STAVA PRENDENDO GUSTO, FORSE TROPPO. SCOPRIRONO CHE ERA UN SOMMELIER, CHE SI COMPIACEVA DELL'IMITAZIONE DI MARCORÈ, A UN CERTO PUNTO INTRAPRESE UNA SORTA DI PELLEGRINAGGIO NELLA CASA DOVE ERA STATO BIMBO, SALTAVA SUL LETTONE E GIOCAVA NELLA VASCA DA BAGNO CON LE PAPERELLE. UN GIORNO, A NARNI, PAVONEGGIANDOSI DINANZI A UN GRUPPO DI STUDENTESSE, PRONUNCIÒ…”

giuseppe conte dopo l incontro con mattarella

Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

 

A pensarci bene doveva andare così; o forse era meglio di no. Comunque adesso viene il mal di testa, e anche un po' di nausea, a frugare nella memoria, a perdersi fra mille spunti, a inseguire le visioni, le suggestioni, le illusioni, le allucinazioni, ma soprattutto riesce impossibile dare un senso all' avventura del Bis-Conte, e già il nomignolo, ameno e pretenziosetto, tira da una parte, mentre dall' altra c' è la tragedia, la catastrofe. Come del resto accade costantemente in questo Paese in bilico fra Bunga bunga e Caporetto, Mani Pulite e "Live Non è la D' Urso".

 

giuseppe conte lello ciampolillo

Ma intanto sono stati pur sempre 16-17 mesi di governo, per così dire, e anche nell' agosto del 2019 fu "la crisi più pazza del mondo" a dar vita al Giuseppi secondo, acrobatica esperienza di trasformismo con destrezza a firma Renzi, Grillo, Trump, forse Zingaretti, certamente Franceschini, vai a sapere Di Maio, il tutto mentre Mattarella, senza però darlo a vedere, si metteva ragionevolmente le mani fra i capelli, per quanto fosse non solo per lui la soluzione meno peggio; e tuttavia attaccata con lo sputo anti-Salvini, in versione post-Papeete, come dire mojito e Fratelli d' Italia sul cubo.

 

Partenza liscia per l' Ex Nessuno passato dal giallo-verde al giallo-rosso senza uscire da Palazzo Chigi, "from irrelevant to irreplaceable", secondo il New York Times , il "nuovo inizio", il "nuovo umanesimo", figurarsi, il sarto napoletano (Paolo Di Fabio) che Conte avrebbe segnalato per ingraziarsi il presidente americano, figurarsi pure questo.

Tra i primi atti di governo, ciò che oggi davvero sta a cuore ai governanti, l' implorazione a Rocco Casalino: «Trovatemi la chiave comunicativa giusta».

 

paola pisano luigi di maio

E si vedrà quasi subito, anche se il meglio era destinato ad accompagnare la pandemia, «torneremo ad abbracciarci», «una poderosa potenza di fuoco», «il favore delle tenebre », le bare e le bimbe di Conte sui social, la proliferazione dei comitati a partire da quello del povero Colao, i proclami dai giardini all' italiana agli Stati Generali, un milione di alberi da piantare, la grande vittoria di Bruxelles, standing ovation in Parlamento, la ripartenza, di più, la reinvenzione dell' Italia attraverso il Grande Piano di Rinascita, proprio mentre si celebravano - attenzione agli anniversari! - i cento anni di Alberto Sordi e Federico Fellini.

giuseppe conte vladimir putin

 

E dire che all' inizio andò così bene che il premier si portava addirittura i ministri al ristorante, all' Arancio d' oro , non una ma due volte, clima festoso, dibattito sulla nuova legge elettorale, indispensabile complemento di lieta e innocua inconcludenza, e millefoglie tricolore. Pagava pure di tasca sua. Forse fu lì che i ministri e i capi partito si accorsero che ci stava prendendo gusto, ma tanto, anzi forse troppo.

L OROLOGIO DI CONTE

 

Scoprirono che Conte era un sommelier, che si compiaceva dell' imitazione di Marcorè, a un certo punto intraprese una sorta di pellegrinaggio nella modesta casa di Candela dove era stato bimbo, saltava sul lettone e giocava nella vasca da bagno con le paperelle.

 

giuseppe conte mario monti

Lo si vide con i bambini in braccio, al ping pong coi disabili, non occorre essere troppo cinici, né ridurre la vita pubblica a una frase di Osho per capire che l' advertising della benevolenza reca in sé propositi che con la medesima non è che abbiano sempre molto a che vedere.

 

GIUSEPPE CONTE MEME

Un giorno, a Narni, pavoneggiandosi dinanzi a un gruppo di studentesse Giuseppe Conte pronunciò una frase che ancora oggi risuona come la più straniante verità: "Studiate, studiate, che può capitare anche a voi di diventare premier". Ecco: in quale altro paese un premier, quel premier, avrebbe potuto bene o male tenere insieme il baraccone, o il carrozzone, o quello che è, comunque a suon di Dpcm, e preparare un piano di spesa da 200 miliardi che quasi nessuno ha letto, ma su cui quasi tutti si sono accapigliati?

 

luigi di maio paola pisano

E forse arriverà pure il suo terzo governo, e magari un partito di Conte ("Con-te") e di generica attitudine liberale, moderata, europeista eccetera, ma chi ha un po' seguito la storia politica pre-Covid, i suoi passaggi arrischiati, i suoi tanti e strambi protagonisti, finisce quasi per chiedersi come è stato possibile per tanti anni aver fatto a meno di Conte; per cui adesso è come se lui ci fosse sempre stato, elemento stabile del paesaggio con quel nasetto all' insù, il ciuffo piacione, l' abito impeccabile, la penna stilo nel taschino, il linguaggio felpato, ma soprattutto quel bagliore di furbizia negli occhi.

conte meme

 

E si chiede preventivamente scusa per la temeraria affermazione, ma è come dire che il Paese s' è meritato lui, Conte, e questo suo secondo governo che finisce, ma chissà se continua in altra forma, ora vivacchiando, ora giocandosi tutto.

 

«Fra noi ci conosciamo» diceva Montanelli. È significativo che diversi prodotti editoriali, dall' opuscolo apologetico spedito per posta da Berlusconi alla biografia del banchiere Giovanni Bazoli, dal documentario Sky su Craxi all' intervista di Rossanda al terrorista br Mario Moretti (compresa la pubblicità dell' omonima birra!) rechino nel titolo: "Una storia italiana".

 

CONTE COMANDA COLORE

Se proprio bisogna cercare un senso, è questa una vicenda tutta nostra di uno che si è trovato lì proprio quando si scatenava l' ira di Dio e lì è rimasto fino a stamattina. Mentre il Parlamento conosceva il collasso, i partiti seguitavano a spappolarsi, i diritti e le libertà costituzionali andavano a ramengo, i governatori facevano i capricci, la collocazione internazionale dell' Italia sfumava nel l' indistinto, ma doveva andare così.

giuseppe conte la cena dei ministri luigi di maio paola pisano 3Conte Casalino meme Oshola cena dei ministri L ULTIMO DPCM DI CONTE – MEMEgiuseppe conte meme 2meme giuseppe conteconte meme giuseppe conte memegiuseppe conte memegiuseppe conte conte meme conte meme conte meme giuseppe conte meme 1giuseppe conte meme leghistagiuseppe conte memeITALIA DIVISA IN ZONE - MEMEgiuseppe conte meme 1Conte meme Oshogiuseppe conte meme 2conte meme

Ultimi Dagoreport

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA