sergio mattarella mario draghi

VARIANTE QUIRINALE - POLITO E LO SPAURACCHIO DEI CONTAGI SUL VOTO PER IL COLLE: “LA SOGLIA DEI 505 VOTI, NECESSARI PER UNA SCELTA DI PARTE, SARÀ PRATICAMENTE IRRAGGIUNGIBILE. GIÀ OGGI UNA QUARANTINA DI DEPUTATI E SENATORI SONO IN QUARANTENA. NON CI VUOLE MOLTO PERCHÉ ARRIVINO A UN CENTINAIO” - SE DRAGHI VENISSE BOCCIATO PER IL COLLE, TANTI SALUTI ANCHE AL GOVERNO - IL CALENDARIO PER IL VOTO: SI COMINCIA IL 24 GENNAIO, CI SARÀ UNA VOTAZIONE AL GIORNO E I GRANDI ELETTORI SARANNO CHIAMATI A BLOCCHI DI 180-200 PERSONE

1 - IL FANTA-COLLE

Antonio Polito per il “Corriere della Sera”

 

MARIO DRAGHI E SERGIO MATTARELLA

Questa rubrica si basa esclusivamente su ipotesi, ragionamenti, voci e chiacchiere di corridoio. Come il Fantacalcio, serve solo per giocare. «Prima di eleggere i consoli, i Romani consultavano gli àuguri e gli aruspici. Il presidente Fico ha consultato i virologi».

 

ROBERTO FICO L ESPLORATORE

Il «grande elettore» che ha letto i classici (ce ne sono ancora, due o tre), dice che la presidenza della Camera conta nel picco di Omicron a metà gennaio: «Per questo ha cercato la data più lontana possibile per la prima seduta, in modo da scavallare l'ondata; ma senza andare troppo vicini alla data della scadenza di Mattarella, che è il 4 febbraio. Il giorno fausto è dunque il 24 gennaio.

 

Anche perché si farà solo una votazione al giorno. Il che raddoppierà i tempi, caricando di dramma una eventuale settimana di fumate nere».

 

Il grande elettore che ha letto i classici ne deduce che l'elezione di Mattarella non si può ancora escludere. «Si sta facendo strada la teoria dei due presidenti: non puoi eleggere che Draghi o Mattarella. Perché la soglia dei 505 voti, necessari per una scelta di parte, a colpi di maggioranza, sarà praticamente irraggiungibile. Già oggi una quarantina di deputati e senatori sono in quarantena.

 

ROBERTO FICO

Non ci vuole molto perché arrivino a un centinaio, se consideri anche i "contatti stretti" durante le votazioni. E se un decimo del plenum non può votare, si può eleggere il capo dello Stato? E con tutti gli assenti, quanti voti mancherebbero a ogni candidato, oltre ai franchi tiratori? Inoltre i peones cominciano a capire un'altra cosa: sarà difficile convincere i mercati che l'eventuale bocciatura di Draghi non significa l'inizio della fine del suo governo, e dunque anche di quel minimo di affidabilità che ci siamo conquistati? Per questo l'unico modo di eleggere il presidente è a larga maggioranza. Perciò o Draghi o Mattarella. La continuità dei due presidenti. Quello uscente si è tirato fuori. Ma se non passa l'altro, l'emergenza lo riporta dentro».

 

Mattarella Draghi

2 - LA VARIANTE MATTARELLA - IL VERO SPAURACCHIO DELLE ELEZIONI DEL NUOVO CAPO DELLO STATO È CHE SI POSSA AVERE, TRA I GRANDI ELETTORI, UN TASSO DI POSITIVI DELL’OTTO-DIECI PER CENTO. IN QUESTO CASO I PARTITI SAREBBERO COSTRETTI A PRENDERE ATTO DELLA SITUAZIONE E A RIVOLGERSI A MATTARELLA PER UN BIS - DAGOSPIA DEL 29 DICEMBRE 2021

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/variante-mattarella-vero-spauracchio-elezioni-nuovo-capo-294498.htm

 

3 - NUOVO CAPO DELLO STATO, VOTO A SCAGLIONI E IN PIÙ GIORNI GLI SCRUTINI DAL 24 GENNAIO

Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

DRAGHI E MATTARELLA

 

Appuntamento per il 24 gennaio e scrutini «rallentati» per salvaguardare la salute di chi sarà chiamato a votare o lavorare in Aula. È tutto pronto o quasi: oggi il presidente della Camera Roberto Fico annuncerà la data per la convocazione plenaria del Parlamento e dei grandi elettori del prossimo capo dello Stato.

 

Seguendo i dettami dell'articolo 85 della Costituzione «trenta giorni prima che scada il termine» del settennato di Sergio Mattarella, «il presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali».

mattarella draghi gualtieri

 

«Ci sono molti precedenti e la situazione generale, li guardiamo e deciderò la data», aveva chiarito Fico a metà dicembre. Nel 2014 la convocazione avvenne il 14 gennaio per il 29 dello stesso mese. Il primo scrutinio per decidere il nuovo capo dello Stato si terrà con buona probabilità nel pomeriggio del 24 gennaio. Quello che emerge è la scelta di usare prudenza: la procedura prevede la convocazione di oltre mille persone per la consultazione e si sta ragionando sulle soluzioni migliori per garantire la massima sicurezza.

 

CAMERE IN SEDUTA COMUNE PER L ELEZIONE DEL PRESIDENTE

Il «Cts interno» della Camera, composto da dirigenti dell'amministrazione di Montecitorio ed esperti, sta valutando una serie di misure: le decisioni tecniche verranno poi ratificate dal Collegio dei questori che dovrebbe riunirsi il prossimo 11 gennaio. Ciò che è certo è che per l'elezione del successore di Mattarella si terrà una sola votazione al giorno: sarà organizzata per fasce orarie e seguendo l'ordine alfabetico. Gli elettori, di fatto, saranno chiamati a rotazione, a blocchi di 180-200 persone. Si tratta di precauzioni per arginare il Covid.

 

I grandi elettori chiamati a scegliere il nuovo presidente sono in linea teorica 1.009 - i 630 deputati e i 315 senatori più 58 delegati regionali (tre per ogni Regione tranne per la Valle d'Aosta che ne ha uno) - ma al computo totale si dovrà sottrarre il seggio al Senato di Fabio Porta (Pd), che non è stato ancora assegnato. Ci sarà invece il successore di Roberto Gualtieri, il cui seggio alla Camera è al centro delle suppletive a Roma in programma domenica 16. Intanto le forze politiche, al momento, contano le defezioni: i parlamentari «assenti» a causa del virus potrebbero essere diverse decine, c'è anche chi teme possano toccare quota cento.

SERGIO MATTARELLA ROBERTO FICO

 

Le previsioni non sono certo ottimistiche e c'è chi mette le mani avanti: «Si tratta di una variabile che potrebbe pesare sull'esito del voto». Soluzioni alternative non sono in vista e l'idea di utilizzare il voto da remoto per chi non potrà essere in Aula a causa del virus però non è all'ordine del giorno.

 

Per eleggere il nuovo capo dello Stato è necessaria nei primi tre scrutini la maggioranza di due terzi dell'assemblea (672); dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta (505). Ovviamente la quota di 505 grandi elettori rimarrà immutata nonostante eventuali numerose assenze.

ROBERTO FICO

 

Ultimi Dagoreport

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….