roberto gualtieri tg1

I VELENI DI FERRONI – GUALTIERI SULLA RAI HA UN DIAVOLO PER CAPELLO, NONOSTANTE LE APPARENZE: SI CERCA UN “FUORICLASSE” PER IL TG1 E DI CONSEGUENZA VANNO NEL CESTINO I NOMI DI SIMONA SALA, COSTANZA CRESCIMBENI, FILIPPO GAUDENZI – PIETRO SALINI STRAPAZZA IL MINISTRO AMENDOLA: “PER CHI PARLA DEL RECOVERY FUND COME UNA PANACEA DI TUTTI I MALI, INTRODURREI UNA PENA CORPORALE, UNA VENTINA DI FRUSTATE. BISOGNEREBBE PARLARE DI COME SI SPENDONO I SOLDI CHE GIÀ ABBIAMO"

recep tayyip erdogan

Gianfranco Ferroni per “il Tempo”

 

L’ultima di Erdogan, ora vuole venire all’Olimpico

Quando partiranno i prossimi europei di calcio, rinviati in seguito all’emergenza Covid-19, tutti sperano di aver già dimenticato il virus: fatto sta che il giorno 11 giugno 2021, allo stadio Olimpico di Roma, il programma dell’attesa manifestazione sportiva prevede la partita inaugurale.

 

BERAT ALBAYRAK RECEP ERDOGAN

Ma quale sarà la squadra che dovrà affrontare l’Italia per dare il via al torneo? La Turchia. Preparatevi, perché il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, quel giorno, vuole proprio esserci a Roma. E con tanti tifosi.

 

ROBERTO GUALTIERI

***

 

Gualtieri bacchetta la Rai

Serve un “serio piano di riorganizzazione e rilancio”: parole del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri dedicate alla Rai. L’azionista di riferimento ha un diavolo per capello, nonostante le apparenze: a proposito del Tg1, le voci di via XX Settembre sollecitano la ricerca di “un fuoriclasse, ma autentico”.

 

costanza crescimbeni

Nel cestino, a quanto si apprende, i nomi di Simona Sala, Costanza Crescimbeni, Giuseppina Paterniti, Filippo Gaudenzi. Il ragionamento è questo: “Ci vuole un fuoriclasse in grado di guidare il più grande telegiornale italiano, una formidabile macchina che l’attuale governo praticamente ignora e che è lasciata a se stessa”.

 

lilli gruber simona sala 4

Quale dev’essere l’obiettivo? “Aiutare l’Italia ad uscire dalle sabbie mobili e lanciare la ricostruzione. Dev’essere un professionista, non schiavo dei partiti ma convinto della necessità di fornire agli italiani un servizio essenziale: una informazione corretta, seria, adeguata all’emergenza”. Alla richiesta di fornire un nome, la risposta evoca sì un fuoriclasse, ma del passato: lo scomparso, e indimenticato, Arrigo Levi.

 

***

 

Il regista Faenza tra gli Esploratori

Roberto Faenza

Cercando, a Roma, si trova sempre qualcosa. Specie in un locale come “Gli Esploratori”, in via Trionfale, tra i piatti degli chef Umberto Mussato e Francesca de Chirico, coppia nella vita e nel lavoro che ha alle spalle diverse esperienze di rilievo, da La Pergola di Roma alla Wisteria di Venezia.

 

Ieri a pranzo c’era il regista Roberto Faenza, classe 1943, impegnato in una tavolata dedicata al mondo del cinema, e non solo. Uno dei più famosi film di Faenza, “Il Viceré”, tratto dal capolavoro editoriale di Federico De Roberto, ha donato al grande pubblico una delle migliori interpretazioni attoriali firmate da Lando Buzzanca.

 

***

VIDEO: LA PUNTATA DI RESTART CON SALINI E AMENDOLA:

https://www.raiplay.it/video/2020/11/Re-Start-341f0d89-d376-47e6-be2a-82a6d4b72320.html

 

Frustate tra Pietro Salini e il ministro Amendola

pietro salini a restart 1

“Frustate” a Restart, il programma condotto da Annalisa Bruchi su Rai2, fra Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, e Vincenzo Amendola, ministro per gli Affari europei. Al centro dello scambio di vedute le infrastrutture mancate del nostro Paese, le opere che l'Italia non ha saputo realizzare "lasciando soldi nei cassetti”.

 

vincenzo amendola a restart

Un esempio? “Per chi parla del Recovery Fund" come fosse "una panacea di tutti i mali, introdurrei una pena corporale, una ventina di frustate" ha esordito Salini. "Abbiamo tanti soldi nei cassetti ma non siamo capaci di spenderli" ha sottolineato ancora l'imprenditore del colosso delle costruzioni italiano.

pietro salini a restart enzo amendola restart

 

"Invece di parlare di Recovery Fund bisognerebbe parlare di come si spendono i soldi che già abbiamo, i soldi del settennato che stanno lì" ha detto, Salini che ha aggiunto: "Non abbiamo i progetti da portare. Se non cominciamo a fare, a chiamare le aziende di progettazione, se non cominciamo a far partire i progetti per darli poi all'Europa che ce li deve finanziare, e se non sono progetti esecutivi l'Europa non ce li finanzierà, e questo bisogna che ce lo chiariamo, dobbiamo essere concreti se non portiamo in Europa 220 miliardi di progetti, non li prenderemo".

 

pietro salini a restart

Immediata la risposta del ministro Amendola: "Ma chi glielo ha detto che non ci sono i progetti. Mi scusi, questa sua sicurezza dottore non la capisco. Stiamo lavorando con i ministri competenti per cercare di recuperare i ritardi del passato, perché non è ammissibile che un Paese sia così lento nell'impegnativa della spesa". "Per il Next Generation”, ha quindi affermato Amendola, “i progetti li stiamo discutendo ogni settimana con la Commissione Europea, sapendo che va investito il 40% per il Green, il 20% per il Digitale e poi ci saranno altri canali che andranno organizzati".

COSTANZA CRESCIMBENI IN FILA AL DRIVE IN PER IL TAMPONE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”