donatella tesei luca zaia giorgia meloni matteo salvini

IL VENETO E' LA "LINEA DEL PIAVE" PER LA LEGA: SE LO PERDE, E' FINITA – LA DEBACLE DELLA “SUA” DONATELLA TESEI IN UMBRIA INGUAIA SALVINI AL NORD: ORA FRATELLI D’ITALIA CHIEDE UN RIEQUILIBRIO DEI RAPPORTI DI FORZA. TRADOTTO: VISTO CHE ZAIA NON È CANDIDABILE, IN VENETO DEVE CANDIDARSI IL MELONIANO LUCA DE CARLO – FALLITO IL PROGETTO BY SALVINI DI UNA "LEGA NAZIONALE", RICICCIA LA “TRINCEA” DEL NORD PER IL CARROCCIO (ECCO SPIEGATE LE FORZATURE DI CALDEROLI DOPO LA SENTENZA DELLA CONSULTA SULL’AUTONOMIA)

1. LA TRINCEA DEL CARROCCIO PER NON PERDERE IL «SUO» NORD

Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

ROBERTO CALDEROLI MATTEO SALVINI

[…] Il crollo del Carroccio nelle due ultime elezioni regionali spinge ancora di più il partito di Matteo Salvini a rinchiudersi nelle regioni del Nord: quelle che con i loro referendum consultivi del 2017 hanno spinto maggiormente per trasferire fondi dallo Stato nelle casse locali. La strategia della «Lega nazionale» accarezzata a lungo dal leader, oggi appare archiviata: dall’elettorato, prima che dallo stesso Salvini.

 

E l’ambizione del ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, di dare a Veneto, Lombardia e Piemonte un’Autonomia differenziata è stata parzialmente ma in modo radicale smontata dalla Consulta. […]

 

salvini tesei

E in parallelo c’è il tentativo strisciante di far capire a FdI che senza quella riforma salterebbe anche il premierato. Ma si tratta di una minaccia che non sembra preoccupare più di tanto una formazione che continua a mantenere il primato nella coalizione.

 

Anzi, adesso Giorgia Meloni intravede la prospettiva concreta di far valere i rapporti di forza a proprio favore per riscrivere le gerarchie del potere nelle istituzioni locali del Nord.

 

Il suo FdI punta alla candidatura di un proprio esponente proprio lì dove la Lega ritiene di avere radici e cultura predominanti.

 

Questa prospettiva impone ai governatori del Carroccio una postura ancora più aggressiva per marcare il territorio; e impedire che anche nelle ultime roccaforti la destra meloniana soppianti quella di Salvini al vertice.

giorgia meloni punto stampa al g20 di rio de janeiro 4

 

È un tema tanto più delicato perché incrocia il rapporto non facile tra la leadership salviniana, finora priva di alternative, con quella dei presidenti di regione leghisti. E col malumore che hanno mostrato a più riprese dopo la candidatura «aliena» del generale Roberto Vannacci.

 

È indicativo che ieri, per rintuzzare la critica di avere schiacciato l’identità leghista su quella del militare xenofobo campione di preferenze alle Europee, Salvini abbia replicato: «Ma in Liguria abbiamo vinto»; aggiungendo che i prossimi candidati saranno scelti «caso per caso».

 

MAURIZIO LUPI - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - DONATELLA TESEI - ANTONIO TAJANI - STEFANO BANDECCHI

Si tratta di una trincea difensiva che sconta la consapevolezza di avere di fronte una doppia competizione: quella meloniana e quella di FI di Antonio Tajani, rafforzato dalle urne. Sono due idee di destra agli antipodi. Il dramma, per Salvini, è che la sua sembra avanzare in Europa, ma arranca in Italia.

 

2. IN VENETO IL CARROCCIO CERCA L'EREDE DI ZAIA CANDIDATO CIVICO PER FDI

Estratto dell’articolo di Francesco Moscatelli e Laura Berlinghieri per “La Stampa”

 

L'effetto Umbria scuote il centrodestra. Soprattutto nel "lontano" Veneto. Gli occhi di tutti sono puntati sulla Lega, ridotta a terzo azionista della maggioranza in un momento già complicato: la sentenza della Consulta allontana l'applicazione dell'autonomia differenziata mentre il progetto sovranista nazionale subisce l'ennesimo stop. Anche la sconfitta umbra pesa sulle spalle di Matteo Salvini: ha preteso la riconferma della governatrice uscente Donatella Tesei, che si è dimostrata una candidata debole, e il "suo" Carroccio si è fermato al 7,5%.

 

Il risultato? Guardando alle regionali venete del 2025, dentro FdI e Forza Italia c'è chi sogna una candidatura che rispetti i nuovi equilibri. I Fratelli oggi sono il primo partito, avendo conquistato il 37,6% alle europee, ma anche Forza Italia si è rafforzata. Uno Zaia tris, che in realtà sarebbe un quater, sembra escluso, salvo clamorose inversioni di rotta di palazzo Chigi.

 

giorgia meloni luca de carlo

Lui ci spera ancora. «Il governo si esprima una volta per tutte» è l'ennesimo appello. Spento dal coordinatore veneto di FdI Luca De Carlo: «Il Parlamento si è già espresso. Ma, se dovessimo cambiare idea, Zaia sarà il primo a saperlo».

 

[…] De Carlo rivendica il primato del suo partito, ma anche lui ripete: «Sceglieremo il candidato migliore». Il suo è il nome più speso, nel toto candidature di FdI. Per Meloni, strappare il Veneto alla Lega sarebbe la scelta più naturale, suffragata dai risultati alle urne.

 

luca zaia salvini

«Ma le politiche sono le politiche e le regionali sono le regionali», ragionano nella Liga. E Fratelli d'Italia, partito giovane, in Veneto non è ancora stato in grado di costruire una rete forte di amministratori. E allora il coniglio estratto dal cilindro potrebbe essere un nome civico. Si è parlato di Matteo Zoppas, presidente dell'Ice e molto vicino a Meloni; ma lui nega, complice una famiglia per niente entusiasta all'idea di associarsi a un partito.

 

matteo salvini donatella tesei foto lapresse

La Lega, anche per questo, continua a sperare in un altro scambio. Con uno schema che potrebbe riassumersi così: Veneto e Milano al Carroccio, Venezia e Lombardia a FdI. Se così fosse, in corsa per la Liga sarebbero in due. Mario Conte, sindaco di Treviso e sorta di Zaia 2.0. […] E poi Alberto Stefani, 31 anni, deputato, segretario regionale e vice di Salvini, dal quale avrebbe ricevuto l'investitura in privato. Sta già costruendo la squadra di candidati consiglieri, con una media di 2-3 incontri al giorno.

 

luca zaia giorgia meloni

Intanto Salvini deve occuparsi anche di ciò che bolle nel partito. Presto il commissario lombardo Fabrizio Cecchetti, salviniano ultraortodosso, dovrebbe dimettersi. E via Bellerio dovrebbe procedere alla convocazione del congresso lombardo. Gira la data del 14-15 dicembre. L'ipotesi più accreditata è quella della candidatura unica del capogruppo a palazzo Madama Massimiliano Romeo, leale con il segretario ma sempre attento a dimostrare una certa indipendenza. Il vero rebus, in ogni caso, è il congresso federale. Si era detto che sarebbe stato convocato entro fine anno, poi tra gennaio e febbraio, ma con lo slittamento dell'autonomia molti pensano che Salvini troverà il modo di rinviarlo ancora.

LUCA DE CARLO

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…