zaia salvini giorgetti draghi

LA VERA SPINA NEL FIANCO DI DRAGHI NON E’ CONTE, E’ SALVINI - GRAZIE ALLE PAZZARIE GRILLINE, IL CAPITONE HA ANNUSATO ARIA DI PAPEETE-BIS E HA GIA’ CHIESTO DI TORNARE A VOTARE - MA HA FATTO IMBIZZARRIRE PRIMA BERLUSCONI, CHE VUOLE CHE IL GOVERNO VADA AVANTI,  E POI HA COSTRETTO ZAIA A DARE VOCE ALL’ALA RESPONSABILE DELLA LEGA: “SPERO CHE NON CI SIANO MOTIVI PERCHÉ QUESTO GOVERNO CADA, PERCHÉ ENTREREMMO IN UN LIMBO PERICOLOSO” - SALVINI SPERA NEL DELITTO PERFETTO: UNA CRISI PROVOCATA DAL M5S, VOTO IN AUTUNNO SENZA LA RESPONSABILITÀ DI AVER FATTO CADERE IL GOVERNO E SPACCATURA DELL’ALLEANZA PD-M5S…

1 - SALVINI ADESSO SPINGE PER LE ELEZIONI "LA MAGGIORANZA NON C'È PIÙ, SI VOTI" SU LA STAMPA DI IERI

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”

 

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

[…] Cosa succederà stamattina quando i senatori grillini usciranno dall'Aula al momento del voto di fiducia? […] Salvini ha già una risposta netta: «Si va a votare». […] Da via Bellerio la spiegano così: «È la conseguenza delle parole di Mario Draghi». […]

 

Il discorso però non è completamente chiuso nemmeno per Salvini: se Mattarella dovesse rimandare Draghi alle Camere a cercare la fiducia? Una risposta ancora non c'è. Il segretario oggi riunirà capigruppo, ministri, governatori per non dover affrontare da solo una crisi dai risvolti complessi. Nella notte in una telefonata con Berlusconi si cercano di limare le differenze, che ancora restano: Salvini vede solo il voto e Forza Italia no. […]

LUCA ZAIA MATTEO SALVINI ATTILIO FONTANA

 

Nel centrodestra lo chiamano «il regalo». L'eventualità di una crisi di governo provocata dal M5S è la tempesta perfetta che, secondo le analisi dei vertici di Lega e Forza Italia, nasconderebbe una serie di opportunità: si andrebbe al voto in autunno senza la responsabilità di aver ucciso l'esperienza dell'esecutivo Draghi, evitando spaccature interne e per giunta rompendo di fatto la coalizione tra Pd e M5S, lasciando campo libero a una vittoria elettorale della destra.

 

luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana

La consegna di questi giorni è stare vigili alla finestra […] poi Salvini si presenta in una sala della Camera e dice: «Parola agli italiani», ovvero elezioni anticipate, in caso di defezione grillina sul Dl Aiuti. È un cambio di linea […] Ma è chiaro, anche dagli sguardi dei leghisti presenti in sala, che si tratta di un'accelerazione inattesa: «Far votare i cittadini è meglio che far passare loro 9 mesi sulle montagne russe».

 

E poi giù con una serie di accuse molto decise al governo e allo stesso presidente del Consiglio, con toni da leader di opposizione. Con questa posizione Salvini ha rischiato di rompere l'asse con Forza Italia […] poi qualche ora più tardi […] la Lega diffonde una nota: «La Lega non si augura crisi o perdite di tempo, sono altri che stanno facendo e disfacendo».

 

Una mezza retromarcia che si spiega con l'esigenza di non dare alibi a «chi già comincia ad attribuire a noi la volontà di rompere», spiegano da via Bellerio. In ogni caso, le frasi di Salvini non sono piaciute a Forza Italia: «Serve più prudenza» […]

DRAGHI SALVINI

 

2 - LA TRINCEA DEI GOVERNATORI

Francesco Moscatelli per “la Stampa”

 

«Se i Cinque Stelle faranno una scelta, parola agli italiani» dice il segretario della Lega Matteo Salvini. «Se si può andare avanti anche senza M5S? Giro la domanda al presidente Mattarella che, come prevede la Costituzione, sentirà le forze politiche, vedrà i numeri e deciderà» dice più o meno negli stessi minuti il governatore del Veneto Luca Zaia.

 

fontana salvini zaia

Indipendentemente da come andrà a finire questa crisi, la giornata di ieri è servita a mostrare che nonostante gli sforzi per apparire uniti e compatti, nel Carroccio continuano a vivere e ad agitarsi due anime: una scettica sul rimanere nell'esecutivo fino alla fine della legislatura perché preoccupata dal calo dei consensi, l'altra governista senza se e senza ma. Rimandate a data da destinarsi le battaglie parlamentari su ius scholae e cannabis, punto di sintesi dopo la batosta delle amministrative fra la Lega di lotta e quella di governo, ieri i pesi massimi del partito sono tornati a dividersi su questioni quasi esistenziali.

SALVINI DRAGHI

 

Nonostante la fuga in avanti di Salvini, le differenze non sono tanto sull'ipotesi di «staccare la spina» al governo, oggi quella responsabilità è tutta nelle mani dell'«avvocato del popolo», ma su cosa fare se i Cinque Stelle, dopo essere usciti dall'Aula del Senato oggi per non votare la fiducia, abbandoneranno la maggioranza. Andare alle urne sfruttando l'exit strategy offerta su un piatto d'argento da Conte o valutare l'ipotesi di un nuovo esecutivo?

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

Significativi, da questo punto di vista, sono tanti dettagli. Il primo è che sia Luca Zaia che il collega lombardo Attilio Fontana ieri mattina sono entrati insieme a Palazzo Chigi per chiedere a Draghi di entrare nella governance delle Olimpiadi invernali sul modello di quanto fatto per l'Expo 2015. Il messaggio, al di là del fatto che l'incontro era programmato da tempo e che solo per caso è coinciso con una delle giornate più convulse degli ultimi mesi, è chiaro: noi stiamo lavorando con questo governo e guardiamo avanti, concentrandoci sulle cose concrete da fare.

 

SALVINI DRAGHI

Il secondo è che Zaia, fermandosi a parlare con i cronisti davanti ai «palazzi romani» dopo dieci giorni in cui ha preferito stare lontano dalla scena politica per seguire da vicino la tragedia della Marmolada, abbia usato parole molto chiare sia nella sostanza che nella forma. «Il dibattito è il sale della democrazia, ma in questo momento particolare c'è bisogno di un governo per prendere decisioni strategiche - ha detto "il Doge" -. Io spero che non ci siano motivi perché questo governo cada, perché entreremmo in un limbo pericoloso».

matteo salvini al matrimonio berlusconi fascina 4

 

Poi ha aggiunto: «Noi della Lega abbiamo un ruolo e possiamo giocarcelo fino in fondo, abbiamo le nostre istanze a partire dall'autonomia che non è la secessione dei ricchi».

Ed è qui, nell'uso del plurale «noi della Lega», e nell'immaginare un ruolo da azionista di maggioranza del Carroccio in un eventuale governo senza Cinque Stelle, che Zaia forse si sbilancia di più.

 

«Più che da militante ha parlato da commissario politico, ha dato la linea al partito» riflette un osservatore "interessato" che conosce bene le dinamiche carsiche interne alla Lega e che da tempo spera in un ruolo nazionale di Zaia. La legge quadro sull'autonomia è da sempre la battaglia del presidente del Veneto (e non solo perché finora il referendum votato dai veneti è rimasto sulla carta), ma metterla al primo posto di ciò che la Lega si aspetta da Draghi significa «baricentrare» ancora di più la Lega sull'esecutivo. Altro che staccare la spina prima o dopo il raduno di Pontida di metà settembre.

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 4

 

A far sentire la voce filogovernativa della Lega ci ha pensato anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana, intercettato anche lui all'uscita di Palazzo Chigi: «Io sono convinto che in questo momento sia importante che Draghi vada avanti, che superi anche questi momenti in cui oggettivamente ci sono tanti problemi, tante difficoltà. Credo che questo governo possa avere degli spazi per affrontarle e risolverle.

 

Mi auguro che ricominci a lavorare con assoluta tranquillità, nel pieno della sua forza. Gli sfilacciamenti non vanno bene». Quanto al ministro Giancarlo Giorgetti, il più draghiano dei leghisti, il suo silenzio di ieri vale più di tante parole. Quello che doveva dire in difesa dell'«unico governo possibile» lo ha già detto nei giorni scorsi ai deputati. E così il comunicato ufficiale diffuso nel pomeriggio da via Bellerio non è che l'ennesimo tentativo di provare a superare le divisioni: «Ovviamente la Lega non si augura crisi o perdite di tempo, sono altri che stanno facendo o disfando, sicuramente non si può andare avanti così».

Ultimi Dagoreport

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...