il premier olandese rutte con mario draghi

IL VERO MIRACOLO DI DRAGHI SAREBBE FAR INGOIARE IL PILLOLONE DEGLI EUROBOND AI FALCHI UE - QUANDO HA BUTTATO SUL TAVOLO IL TEMA DEL DEBITO COMUNE, SUPER MARIO NON È STATO SPERNACCHIATO DAI PAESI FRUGALI COME ACCADEVA COL SUO PREDECESSORE CONTE: L'ARMA DELL'ITALIA PER CONVINCERE GLI SCETTICI È DIMOSTRARE DI NON BUTTARE NEL CESSO I SOLDI DEL RECOVERY FUND E...

Marco Conti per "Il Messaggero"

 

URSULA VON DER LEYEN MARIO DRAGHI

«Lo so che la strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci. È un obbiettivo di lungo periodo, ma è importante avere un impegno politico». Nell'agenda del consiglio Ue dello scorso marzo c'erano solo i vaccini come punto all'ordine del giorno, ma Mario Draghi - collegato da remoto - prese la parola buttando sul tavolo dei Ventisette la questione degli eurobond.

 

Citando gli Stati Uniti e «la potenza del dollaro», il presidente del Consiglio italiano rispolverò - convinto di trovare ascolto - una delle questioni da sempre più irritanti per i paesi del Nord Europa e per la stessa Germania.

 

IL PREMIER OLANDESE RUTTE CON MARIO DRAGHI

LA GOCCIA

Quella volta però non ci fu la solita levata di scudi che negli anni scorsi subirono molti premier italiani che tentarono analoga strada. Anzi, nei giorni seguenti si aprì il dibattito sulla temporaneità insita nei due principali strumenti messi in atto per affrontare le conseguenze della pandemia: il Sure e il Recovery Fund.

 

Infatti, il primo a scadere a fine anno, è il Sure che sta distribuendo i cento miliardi drenati sui mercati per sostenere l'occupazione. Al Consiglio Ue di Porto di inizio maggio, Draghi torna alla carica e pone il problema della scadenza del Sure avvertendo «la necessità che certe politiche espansive di bilancio non vengano ritirate troppo presto finché la ripresa non venga consolidata».

 

IL PREMIER OLANDESE RUTTE E MARIO DRAGHI

Mark Rutte, premier olandese e capofila dei cosiddetti "paesi frugali", dice di non aver sentito le parole del premier italiano, ma trascorrono un paio di settimane ed è il falco lettone Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione, a riprendere le parole di Draghi.

 

paolo gentiloni valdis dombrovskis

Al termine di una riunione dell'Ecofin, Dombrovskis sostiene che le politiche economiche negli Stati dell'Ue «dovrebbero rimanere a sostegno dell'economia quest'anno e l'anno prossimo. E dovremmo evitare un ritiro prematuro delle misure di supporto dell'economia».

 

PAOLO GENTILONI VALDIS DOMBROVSKIS

È il segnale che l'ostico fronte del Nord Ue inizia a cedere e che l'insofferenza protestante nei confronti delle cicale mediterranee, mostra crepe che si allargano quando si constata che la ripresa delle economie sarà accompagnata da una minore ripresa dell'occupazione che l'inflazione cresce rapidamente rischiando di rendere il denaro più caro e quindi più costoso il finanziamento a debito dei singoli stati. Italia in testa.

 

angela merkel e olaf scholz,

Invece a Bruxelles il finanziamento sui mercati costa molto meno e i rendimenti contenuti aiutano paesi come la Spagna e l'Italia, e persino la Francia. L'unico Paese che non ne trae vantaggio è la Germania.

 

Il segnale che la Germania non può comunque fare da sola si ritrova nelle parole del ministro delle Finanze socialdemocratico tedesco Olaf Scholz il quale, nel condividere le parole del Commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni («il debito comune Ue proseguirà anche dopo la pandemia»), mette a tacere gli ortodossi monetaristi della Bundesbank con i quali Draghi ebbe non poco a che fare negli anni alla guida della Bce.

 

draghi merkel

La sfida è iniziata e destinata ad entrare a breve nel vivo. Per Draghi il primo requisito che l'Italia deve assolvere, prima di un nuovo affondo e tentare di rendere permanente il meccanismo degli eurobond, è quello di dimostrare che il Paese sa spendere bene il denaro del Recovery.

 

Lo ha sottolineato ieri il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e nelle scorse settimane anche il ministro dell'Economia Daniele Franco, che sempre da via Nazionale proviene. Al consiglio Ue di giugno il tema dell'utilizzo del Recovery è in agenda, ma è difficile che si possa fare progressi sul tema dell'unione fiscale e del debito comune prima delle elezioni politiche tedesche di settembre e delle presidenziali francesi del prossimo anno.

 

mario draghi angela merkel

Nell'evocare a marzo gli Stati Uniti, Draghi ha indicato a Bruxelles il modello federale con un'integrazione fiscale che di fatto segue quella economica e che deve accompagnarsi ad un ripensamento della rappresentanza.

 

DRAGHI MERKEL

Draghi sa che la Germania seppur forte, può competere solo insieme alla sua principale area di riferimento che è l'Europa. Così come che il Nord italiano è economicamente integrato con il sud della Germania. Ne è consapevole anche Salvini che oltre a sostenere l'attuale governo, ora gira l'Europa a trovare alternative all'alleanza con Afd, partito di destra xenofobo e, soprattutto, concessione alle cicale.

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