xi jinping vladimir putin

VI CHIEDETE PERCHÉ CINA E RUSSIA CI AIUTANO? LEGGETE IL PROFESSOR IGOR PELLICCIARI: “A CRISI FINITA I DONATORI POTRANNO USARE LA LORO POSIZIONE DI FORZA PER TRARRE BENEFICI” – “IL COVID-19 DARÀ IL COLPO DI GRAZIA A UN CERTO MULTILATERALISMO, GIÀ IN PROFONDA CRISI PRIMA DI QUESTA PANDEMIA, A TUTTO VANTAGGIO DI UNA DIMENSIONE BILATERALE DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE”

 

 

 

Igor Pellicciari per www.formiche.net

luigi di maio xi jinping

 

Ancora si fatica ad abituarsi a nuove routine come il seguire la terribile conta dei decessi dovuti al Covid-19 che – superati gli iniziali sensi di colpa e per esorcizzare la lunga durata della emergenza – ognuno nel suo settore d’interesse si chiede quali saranno i cambiamenti che si lascerà dietro questa crisi.

 

giuseppe conte vladimir putin

È probabile che sul piano geo-politico le conseguenze saranno di tale portata da non essere tutte ora prevedibili. Ce ne accorgeremo con ritardo e a rilascio progressivo, spesso a cambiamenti già consolidati. Come dopo un furto in abitazione, quando si continua a scoprire via via nelle settimane ciò che manca in casa. Alcuni trend sono visibili già da ora: uno su tutti – la rafforzata centralità degli aiuti internazionali nel definire le relazioni tra Stati sovrani nell’acutizzarsi delle crisi mondiali.

 

vladimir putin donald trump

Va detto che è da censire come “aiuto tra Stati” non solo quello classico umanitario o della cooperazione internazionale – ma qualunque trasferimento a condizioni favorevoli tra un donatore ed un beneficiario, a prescindere dall’oggetto della transazione stessa (e quindi vanno considerati anche trasferimenti di energia, finanza, armamenti, know how tecnologico…).

 

LUIGI DI MAIO, ROCCO CASALINO E GIUSEPPE CONTE GUARDANO ADORANTI E OMAGGIANO VLADIMIR PUTIN

Non è un fenomeno nuovo ma è interessante il vigore che ha registrato in questi giorni concitati del Covid-19 mentre altri strumenti classici della diplomazia (uno su tutti, il Consiglio di Sicurezza Onu) sembrano sospesi quando non addirittura evanescenti.

 

È dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale, passando per la guerra nei Balcani, il dissolvimento dell’Urss fino a scenari recenti come quelli in Afghanistan, Ucraina e Siria  – che aiuti organizzati da Stati e/o organizzazioni internazionali si sono presi la scena e hanno inciso sul ridefinirsi delle relazioni internazionali uscite dalle crisi.

 

gli aiuti russi all'italia

Trattando dell’aiuto le narrative (giornalistiche e non) si sono soffermate ad osservare il bisogno del beneficiario che si dichiara di andare a coprire. Molto meno (anzi, quasi mai) le motivazioni politiche del donatore, ovvero quel set di obiettivi “razionali” di politica estera – di rado dichiarati – che ogni Stato-Nazione ha quando decide di privarsi di proprie risorse a favore di soggetti terzi stranieri. Si è così detto e scritto molto più sui valori che sugli interessi legati agli aiuti di Stato internazionali.

 

conte xi jinping

In secondo ordine è passato il fatto – conclamato tra gli studiosi di Relazioni internazionali – che l’aiuto è diventato potente strumento di obbligazione politica in mano al Paese donatore, elemento della sua power politics (politica di potenza), al pari di strumenti tradizionali come la diplomazia classica, il commercio, la guerra.

 

In definitiva, se uno Stato organizza un aiuto non lo fa per le stesse logiche che muovono un individuo ad essere un donatore, ma ha degli obiettivi di politica estera che è importante comprendere, senza cadere nella tentazione di santificarli o demonizzarli.

 

GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP

Ebbene, grande attenzione in questi giorni ha suscitato l’annuncio dell’arrivo di assistenza medica all’Italia proveniente da Cina, Russia e Usa (peraltro davanti a un’apparente inerzia dell’Ue nel regolamentare la distribuzione interna di materiale medico di emergenza).

 

Senza volere sminuire il bisogno che questi aiuti andranno si spera efficacemente a colmare, si possono intanto fare delle prime riflessioni sulla novità di questa situazione e sulle ripercussioni che avranno nel sistema delle relazioni donatore-beneficiario.

luigi di maio xi jinping

 

La prima riguarda l’eccezionalità dello status del beneficiario di questi aiuti, ovvero l’Italia: Paese del G7 e una delle principali economie mondiali, con un consolidato sistema politico costituzionale democratico.

 

donald trump putin

Non esistono – nella dinamica donatore\beneficiario – precedenti storici di rilievo di Paesi riceventi aiuti di tale livello di sviluppo al contempo politico ed economico-sociale, se non gravati dall’instabilità di una transizione post-bellica (nei Balcani) e\o post-autoritarie (i paesi nati dalla fine dell’Urss).

 

Questo significa che i donatori – a crisi finita – potranno usare la loro posizione di forza per trarre benefici maggiori da un beneficiario che ha qualcosa da offrire perché tutt’altro che sottosviluppato o senza un governo certo. Tanto più che l’Italia, nonostante una cronica debolezza politica internazionale, ha sviluppato negli ultimi decenni una diplomazia culturale e commerciale che ne ha aumentato il peso e l’attrattiva geopolitica a livello internazionale, anche se lungo direttrici diverse rispetto a quelle del periodo della Guerra Fredda.

gli aiuti russi all'italia 1

 

La seconda riflessione riguarda il tratto che accomuna i donatori dell’Italia. Sono tutti campioni dell’idea di un Mondo dove primeggiano le azioni di pochi Stati-Nazione, piuttosto che delle organizzazioni internazionali cui pure essi aderiscono, spesso con poca convinzione.

 

Dalla Cina, alla Russia, agli Usa, gli aiuti vanno a rafforzare un rapporto diretto tra Stati, tagliando fuori i livelli sovranazionali che rincorrono le iniziative dei singoli Stati, incapaci di coordinarli in via preventiva.

PUTIN CONTE 1

 

Senza avventurarsi in previsioni sulle future fortune politiche delle opzioni sovraniste, è tuttavia prevedibile che il Covid-19 darà il colpo di grazia a un certo multilateralismo, già in profonda crisi prima di questa pandemia, a tutto vantaggio di una dimensione bilaterale delle relazioni diplomatiche, con al centro la difesa degli interessi dello Stato-Nazione.  Riascoltare oggi il discorso di Trump alle ultime Assemblee Generali dell’Onu suscita molta meno ilarità di quella che lo accolse all’epoca tra gli addetti al settore.

 

Una considerazione (per ora) finale riguarda la gara cui si è assistito tra i donatori per aiutare lo stesso beneficiario inaspettato, ovvero l’Italia. Per la verità, la donors competition è un fenomeno non nuovo, osservato in non pochi scenari di crisi degli ultimi decenni.

medici cinesi a padova

 

Se lo Stato-donatore indirizza il proprio aiuto per degli obiettivi di ritorno politico, spesso si è assistito a scenari con più donatori che beneficiari, intesi non come Paesi con un particolare tipo di bisogno ma come target geopoliticamente interessanti per giustificare il costo di un intervento.

 

Questo ha portato spesso (vedi in Bosnia e Kosovo) a fenomeni di donors overload (sovraffollamento di donatori in uno stesso scenario) e aid overlap (sovrapposizione di aiuti sullo stesso beneficiario).

 

Nel mondo post-bipolare con una mancanza di chiarezza (e di accordo) sulla spartizione delle zone di influenza tra i grandi key players, è probabile che il Covid-19 porti a replicarsi altrove la competizione tra donatori che abbiamo visto nel caso italiano. È presumibile che vi sarà un moltiplicarsi di crisi sub-regionali in forma di “guerre degli aiuti” per accaparrarsi prima il beneficiario, tanto più se inaspettato e sviluppato come nel caso italiano e puntellare un influenza geopolitica su nuove zone divenute improvvisamente accessibili.

medici cinesi a padova 2

 

Parafrasando Von Clausewitz, se è vero che la guerra è continuazione della politica con altri strumenti, allora gli aiuti (dati e ricevuti) saranno un’altra forma di guerra.

 

In tutto ciò la Golden Card sarà nelle mani dello Stato\donatore che riuscirà per primo a produrre (non necessariamente ad elaborare) il vaccino contro il Covid-19 e controllarne la distribuzione a paesi terzi. Sarà uno strumento, potentissimo, di obbligazione politica; che ridefinirà zone di influenza e alleanze per gli anni a venire. Almeno fino alla prossima pandemia.

Ultimi Dagoreport

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2027 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...