VIENI AVANTI, CREMLINO: DA ATENE A BUDAPEST SI ALLARGA IL FRONTE FILO-RUSSO NELLA VECCHIA EUROPA: PUTIN OFFRE AIUTO A TSIPRAS, FA ASSE CON ORBAN E METTE IN DIFFICOLTÀ I FAUTORI DELLE SANZIONI

Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”

 

Viktor Orban Viktor Orban

Hanno usato persino lo stesso termine, «spararsi sui piedi», per commentare la decisione di imporre sanzioni alla Russia. Alexis Tsipras, che guida da fine gennaio la «strana maggioranza» rosso-nera che governa la Grecia, e Viktor Orban, l’aspirante autocrate ungherese che dice di ispirarsi alla «democrazia illiberale» russa, sono la prima linea di un fronte che Vladimir Putin vorrebbe allargare per ottenere la spaccatura in Europa cui aspira da tempo.

 

E i due Paesi potrebbero diventare il ventre molle di un’Europa che è stata sinora miracolosamente unita nelle decisioni che riguardavano, ad esempio, le sanzioni contro Mosca.

 

BUDAPEST MANIFESTAZIONE PRO PUTINBUDAPEST MANIFESTAZIONE PRO PUTIN

Il palcoscenico
Non a caso, martedì Orban ha offerto a Putin il palcoscenico per una prima, clamorosa rentrée nella «vecchia Europa» da quando la Russia è stata cacciata dal G8 e la Ue ha imposto il giro di vite più severo sulle sanzioni. E la giornata, per il premier magiaro, è stata fruttuosa, dal punto di vista economico. Ma secondo la rivista «Foreign Affairs», la sintonia con Mosca si coglie anche nel tentativo di Orban di destabilizzare i Paesi vicini sobillando le minoranze magiare. Dal 2012 ha concesso loro il passaporto e il diritto di voto. E un anno fa, ha avvertito l’Ucraina che «gli ungheresi dei Carpazi orientali meritano la doppia cittadinanza, diritti e autonomia». Un Putin in salsa europea.
 

tsipras e putintsipras e putin

La Grecia strizza l’occhio
In Grecia, la situazione è più complessa: s’intreccia con il difficile negoziato sugli aiuti europei e la troika. I partiti al governo, la sinistra estrema di Syriza e la destra di Anel, hanno entrambi una posizione filorussa. E il governo non ha mai nascosto le offerte di aiuti provenienti da Mosca, per ostentare un’alternativa, al tavolo con i partner europei. Un gioco che provoca un’enorme irritazione soprattutto a Berlino, ma che dà conto di un rapporto privilegiato con Putin cui i greci difficilmente vogliono rinunciare, in questo momento. 
 

Europei in ordine sparso
Ma se questi sono casi estremi, altri Paesi europei hanno sempre avuto una posizione dialogante, con Mosca, anzitutto per interessi economici e, in particolare, energetici. La Germania e l’Italia, in primo luogo. Con il nostro Paese piuttosto defilato nella partita ucraina. E, sia detto per inciso, per la prima volta in una vicenda così importante per il futuro dell’Europa, lo è anche la Gran Bretagna, da sempre più muscolare sui dossier internazionali. 
 

tsipras e putin tsipras e putin

Angela Merkel, al contrario, ha avuto un ruolo di primissimo piano. Berlino è intervenuta dal primo momento delle proteste di Maidan, allo scoppiare della rivolta ucraina, con la Francia e, inizialmente la Polonia, per risolvere la crisi. Poi ha sempre cercato di mantenere aperto un dialogo con Putin e respingere le istanze più aggressive dei Paesi baltici e degli Stati Uniti. 
 

La svolta, per la cancelliera, è arrivata a luglio dell’anno scorso, con il crollo dell’aereo malese, abbattuto dai missili dei separatisti russi mentre sorvolava l’Ucraina. Un incidente che ha indurito notevolmente la sua posizione e ha portato all’inasprimento delle sanzioni europee. Tuttavia, anche il tentativo di inizio mese di sventare una guerra precipitandosi a Mosca con François Hollande per parlare direttamente con Putin, cercando di tenere a bada l’impazienza degli americani che vorrebbero mandare aiuti militari a Kiev, è l’attestazione del tentativo perenne di mantenere un filo di comunicazione con Putin. Ne è scaturito un cessate il fuoco a dir poco fragile. Ma come disse Merkel alla Conferenza di Monaco, «per noi ne è valsa comunque la pena». Quando si dice il dialogo.

MERKEL PUTIN HOLLANDEMERKEL PUTIN HOLLANDE

 

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