luciano violante

VIOLANTE 1 A VIOLANTE 2 - ''I MAGISTRATI ONESTI SI RIBELLINO O SARANNO TRASCINATI A FONDO''. L'EX GIUDICE E POLITICO SI LAMENTA DELLA DEGENERAZIONE DEL POTERE GIUDIZIARIO, ''DIVENTATO POTERE DI GOVERNO. SALVINI SUSCITA ANTIPATIE NON SOLO NELLA MAGISTRATURA; MA L'ANTIPATIA NON PUÒ DIVENTARE PRESUPPOSTO PER INCRIMINAZIONI. LA MAGISTRATURA DOVREBBE INTERVENIRE QUANDO C'È UNA NOTIZIA DI REATO, NON PER ACCERTARE SE C'È UNA NOTIZIA DI REATO: QUESTO LAVORO, NELLO STATO DI DIRITTO, SPETTA ALLA POLIZIA''

 

Federico Novella per “la Verità

 

«Non è una questione di ideologia, ma di potere: ci sono gruppi nella magistratura che vanno per conto proprio, in cerca di vantaggi personali. E i magistrati che lavorano onestamente hanno il dovere di reagire, altrimenti verranno trascinati a fondo».

 

Luciano Violante, ex magistrato, ex presidente della Camera ai tempi dell'Ulivo, docente di diritto penale, che impressione le hanno fatto le intercettazioni di Palamara finite sui giornali?

«Più che inopportune, frasi indecorose».

 

«Ora bisogna attaccare Salvini», diceva Palamara sulla questione della nave Diciotti. È indubbio che molti magistrati non nutrano simpatie per il leader della Lega?

«Salvini suscita antipatie non solo nella magistratura; ma l'antipatia non può diventare presupposto per incriminazioni».

luciano violante

 

Abbiamo a che fare con una frangia di magistrati ideologizzati?

«Chi ha tenuto comportamenti deprecabili è schierato soprattutto con sé stesso e con il proprio potere, senza essere contiguo a nessuno».

 

Però quando da giudice istruttore a Torino si occupava di terrorismo, lasciò Magistratura democratica. Perché?

«Un settore di Md assunse atteggiamenti equivoci nei confronti dei terroristi. Alcuni cadevano nel sociologismo nei confronti di chi sparava. Non potevo starci, e non fui l'unico».

 

E questa non è ideologia?

«Era una stortura inaccettabile, dettata da ideologia».

 

E oggi?

«Oggi le ideologie non c'entrano. Non commettiamo l'errore di pensare che destra e sinistra abbiano qualcosa a che fare con la magistratura di oggi. Ci sono elementi patologici: più che all'ideologia, ci troviamo di fronte a strutture di potere».

 

Possiamo chiamarle frange affaristiche?

luca palamara a passeggio

«Piccole oligarchie che si sono costituite per esercitare grande potere dentro e fuori la magistratura. Nelle conversazioni emerse, l'obbiettivo non era collocare il magistrato migliore, ma quello che sarebbe stato più fedele, per mettere nei guai Tizio e garantire Caio. Questo è inaccettabile».

 

È sempre stato così e ce ne accorgiamo solo adesso?

«È una degenerazione contemporanea. Il Csm in base alla Costituzione è sempre stato il luogo del confronto tra politica e magistratura. Finché il dialogo è pubblico e trasparente, non c'è nulla di male. Quando il dialogo invece è clandestino, notturno, è segno che c'è qualcosa da nascondere».

 

Un problema destinato ad allargarsi?

«Per quello che sappiamo, Palamara si è comportato in modo non degno, facendo ricadere le macchie della propria condotta su quel grandissimo numero di magistrati che lavorano onestamente».

 

Questo gruppo di potere, come lo chiama lei, non è il motore di un sistema?

«No, è la degenerazione di un sistema. La magistratura fino alla fine degli anni Sessanta è stata solo una corporazione di funzionari pubblici, alla periferia dell'ordinamento politico. In seguito le sono state delegate con leggi funzioni sempre più ampie, sempre più discrezionali, sempre più politiche, sempre più fondate sull'ideologia del sospetto».

 

Con quali conseguenze?

luciano violante

«Leggi occhiute e pervasive hanno attribuito soprattutto alla magistratura penale, ma anche ad altri organi dello Stato, funzioni di sorveglianza e di controllo sulla intera società italiana. La politica ha ceduto il passo, delegando alla magistratura molte delle sue funzioni. Oggi le toghe decidono persino chi può stare nelle liste elettorali e chi no».

 

Dunque?

«Quando si delegano funzioni politiche ad un altro corpo, quel corpo diventa politico. Perciò, oggi la magistratura per delega della politica fa parte del sistema di governo del paese».

 

Con buona pace della separazione dei poteri?

«Il rapporto tra sovranità della politica e potere giudiziario è squilibrato. L'equilibrio costituzionale va ricostruito».

 

Quali sono i cascami più evidenti di questo squilibrio?

«Siamo una società sotto sorveglianza».

 

Una deriva giustizialista?

«Siamo oltre. C'è stata ed è tuttora in corso una delega alla magistratura delle funzioni di controllo della legalità. La magistratura dovrebbe intervenire quando c'è una notizia di reato, non per accertare se c'è una notizia di reato: questo lavoro, nello Stato di diritto, spetta alla polizia e ad altri settori della pubblica amministrazione».

PALAMARA CANTONE

 

Un quarto potere?

«Un potere che ormai governa insieme alla politica per decisione della politica. Accade in Italia più che altrove perché abbiamo un sistema politico fragile».

 

Come si può riformare il Csm, per contrastare lo strapotere delle correnti?

«Il Csm è un organo fermo agli anni Sessanta, bisogna renderlo adeguato al mutato ruolo della magistratura. Pensare di risolvere problemi con un nuovo sistema di elezione è un'ingenuità».

 

Quindi cosa propone?

«Anzitutto il vicepresidente del Csm dev' essere nominato dal capo dello Stato. Altrimenti già nel primo giorno di lavoro cominciano trattative oscure tra politici e magistrati su chi debba ricoprire quel posto. E già da subito inizia una trattativa spesso oscura fatta di negoziazioni, promesse e minacce tra le correnti e con le correnti, tra i partiti e con i partiti».

 

Poi?

«Poi si deve costituire un'Alta corte per la responsabilità disciplinare di tutte le magistrature. Composta da magistrati ordinari, amministrativi, contabili, tributari e una quota di laici. E questa corte deve decidere anche sui ricorsi contro le nomine interne».

 

Oggi la questione morale di berlingueriana memoria investe le toghe anziché la politica?

«Sì, c'è una questione morale, anche più grave di quella sollevata da Enrico Berlinguer nei confronti dei partiti. All'epoca si assistette alll'incardinamento del potere dei partiti nel sistema pubblico, oggi siamo di fronte a una degenerazione del potere della magistratura. Un pezzo di questo potere va per conto suo, al fine di acquisire prerogative personali, influire illecitamente sugli altri magistrati e dunque anche sulla società e sul sistema delle imprese».

 

Quanto è alto il rischio per la democrazia?

LUCA PALAMARA DA GILETTI

«Dovrebbe essere la stessa magistratura a prendere atto della condizione difficile in cui si trova. La spirale è verso il basso, ogni settimana succede qualcosa. Se la magistratura non si attiva per riforme profonde, sarà trascinata giù».

 

Parliamo del premier Giuseppe Conte: si sente rappresentato da questo governo?

«Il governo non mi deve rappresentare: deve decidere».

 

Troppi rinvii, soprattutto sulle misure economiche, e poca sostanza?

«Governare è difficile. Ma occorrerebbe maggiore chiarezza sulle priorità».

 

L'indecisione del governo sta logorando il Pd?

«Con il sistema proporzionale i partiti di governo sono alleati ma anche concorrenti. Anche i Cinque stelle rischiano il logoramento. È un tema che si pone quando le alleanze non scaturiscono dal voto dei cittadini, ma attraverso le negoziazioni parlamentari. Accadde anche nel precedente governo».

 

Silvio Berlusconi sarebbe disponibile a un nuovo governo senza i Cinque stelle. Si immagina il Pd al potere con Forza Italia?

«Ho l'impressione che sarebbero avventure, non governi».

 

A proposito, che cosa ne pensa dell'audio in cui il magistrato Amedeo Franco parla di «plotone di esecuzione» giudiziario contro Berlusconi?

«Bisogna innanzitutto liberarsi dai preconcetti pro e contro. Poi stare ai fatti».

 

Berlusconi ha ragione a sentirsi un perseguitato?

«È stato assolto diverse volte».

 

Siamo un Paese a rischio autoritarismo?

«Il Parlamento è marginale. Il decreto legge sulle semplificazioni, per esempio, affida a un Dpcm l'indicazione delle opere strategiche da realizzare. Non ci sono gli strumenti parlamentari per decidere, e il Dpcm diventa strumento di governo autonomo rispetto al Parlamento. Se non si riforma il bicameralismo paritario sarà inevitabilmente sempre peggio».

Berlusconi in tribunale

 

Durante il periodo più buio dell'emergenza qualcuno al governo si è fatto prendere la mano?

«La realtà è più complessa: è mutato dappertutto il contratto sociale. Oggi i governi dicono al cittadino: dammi le tue libertà, io ti garantisco la vita. E se la vita è a rischio, il cittadino accetta qualsiasi cosa».

 

L'esecutivo giallorosso è nato per scegliere il nome giusto per il Quirinale?

«Può darsi, ma programmare queste cose è difficile. Se qualcuno ha in mente di farlo, è un po' troppo ottimista».

 

Sarebbe favorevole a un gentiluomo legato al centrodestra come capo dello Stato?

»Un gentiluomo o una gentildonna. Se ci sono i voti, perché no? Ci sono personaggi adatti in tutto il mondo politico».

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…