visco

VISCO HA PAURA DI UNA RINCORSA TRA PREZZI E SALARI, NOI ABBIAMO PAURA DI VEDER CORRERE SOLO I PREZZI - IL GOVERNATORE DELLA BANCA D'ITALIA PARLA DI INFLAZIONE E RISCHIO RECESSIONE, PERÒ INTANTO GLI STIPENDI RESTANO SEMPRE UNA MISERIA, CON LA PEGGIORE CRESCITA IN EUROPA - LA GUERRA PORTERÀ A UN AUMENTO DEI TASSI: "È IMPORTANTE PRENDERE MISURE CONTRO IL CARO ENERGIA E A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE PIÙ COLPITE"

Enrico Marro per il “Corriere della Sera

 

ignazio visco

Prudenza nella gestione della finanza pubblica. Determinazione nel perseguimento della crescita. Questo il messaggio delle Considerazioni finali del governatore, Ignazio Visco, all'Assemblea generale della Banca d'Italia.

 

«Il quadro congiunturale, cambiato profondamente in pochi mesi, rende opportuno abbandonare la politica di tassi ufficiali negativi», premette Visco. Guerra e inflazione determineranno un aumento dei tassi. Sarà importante che il governo continui a prendere misure contro il caro energia e a sostegno delle famiglie più colpite, perché «non va trascurato il rischio dell'avvio di una rincorsa tra prezzi e salari».

 

ignazio visco mario draghi

Il sentiero è stretto: «In Italia l'alto debito riduce i margini a disposizione. Gli interventi devono esser ben mirati e ben calibrati per massimizzarne l'efficacia e contenerne il costo. L'aumento del differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi conferma che il debito resta un elemento di forte vulnerabilità».

 

Ieri lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 200 punti base, con il rendimento del decennale italiano che ha raggiunto il 3,13%. E nell'asta di titoli per 6,75 miliardi i rendimenti hanno toccato il massimo da tre anni e mezzo. Insomma, ammonisce Visco, «non bisogna abbassare la guardia».

 

Rischio recessione

IGNAZIO VISCO

Del resto, dice il governatore, «l'economia italiana è, con quella tedesca, tra le più colpite dall'aumento del prezzo del gas». Se si interrompessero le forniture dalla Russia, «il Pil potrebbe ridursi nella media del biennio», invece di crescere del 3% l'anno come stimato prima della guerra.

 

A marzo inflazione ha toccato il 6,8%, «il massimo dall'inizio degli anni Novanta». Tuttavia Visco non è pessimista. Osserva che in Europa l'inflazione non ha ancora prodotto pressioni salariali come negli Stati Uniti. Aggiunge che il Pnrr costituisce una straordinaria occasione per rimettere in moto la crescita, ma sottolinea anche i gap strutturali da colmare. Il tasso di partecipazione al lavoro delle donne è inferiore di 18 punti rispetto a quello degli uomini e di 13 rispetto alla media Ue. Nel Sud «il livello medio del Pil per abitante è inferiore del 45% a quello del Centro-Nord».

 

IGNAZIO VISCO

Avanzo primario

Servono riforme strutturali, crescita sostenibile, aumento della produttività. E serve tenere sotto controlli i conti pubblici. Tra le righe, sotto l'invito a interventi di sostegno a imprese e famiglie più «mirati», si legge l'invito a evitare bonus indistinti. Il bilancio pubblico dovrà tornare ad avere «adeguati avanzi al netto della spesa per interessi, anche per tenere conto dell'aumento atteso degli oneri connessi con l'invecchiamento della popolazione. In questo quadro il ricorso al debito per finanziare nuovi programmi pubblici - tranne per quanto necessario per fare fronte a situazione di reale emergenza - va evitato».

 

ignazio visco

No, quindi, ad altri «scostamenti di bilancio», cioè aumenti del deficit per finanziare i decreti. Parole che piaceranno al ministro dell'Economia, Daniele Franco, meno ai partiti.

Le banche Nella parte dedicata alle banche, Visco sottolinea che in Italia l'incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti nel 2021 è scesa all'1,7% (quasi la metà rispetto alla fine del 2019), stabilizzandosi così su valori medi in linea con quelli degli altri soggetti vigilati direttamente dalla Banca centrale europea.

 

ignazio visco mario draghi

Ma la redditività delle banche, pur tornata ai livelli precedenti alla pandemia, resta inferiore ai risultati degli altri intermediari internazionali. Infine, un appello a introdurre in Europa regole comuni per l'emissione e l'offerta al pubblico di cripto valute.

 

Secondo il ceo di Intesa, Carlo Messina, d'accordo con Visco sulla necessita di «iniziare a ridurre lo stock del debito», lo Stato potrebbe far leva su «una serie di proprietà: degli asset che potrebbero confluire in fondi immobiliari».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”