teresa bellanova

LA VISPA TERESA – VELENOSISSIMO RITRATTO DI TERESA BELLANOVA BY MARCO PALOMBI: “COME SIA ARRIVATA A ESSERE UN PERSONAGGIO CENTRALE NELLA POLITICA ITALIANA È MISTERO PROFONDO” - “FINO AD ANNI RECENTISSIMI È LA TIPICA QUINTA FILA DI QUELLA CHE BERSANI CHIAMAVA LA DITTA, POI...” - DA FRISULLO E D’ALEMA FINO A BERSANI E INFINE AL FU ROTTAMATORE: TUTTE LE GIRAVOLTE DELLA PASIONARIA EX BRACCIANTE

Marco Palombi per “il Fatto Quotidiano”

TERESA BELLANOVA - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FEDERIGHI

 

Come Teresa Bellanova sia arrivata a essere un personaggio centrale nella politica italiana è mistero profondo quanto gaudioso per chi ne ha seguito tutti passi. Oggi, finita in un partito di schietta destra liberale, la sua resistibile ascesa si è conclusa con la più ovvia delle beatificazioni mediatiche: quella garantita dagli haters per le critiche becere ricevute sui social per il vestito, invero non azzeccatissimo, con cui si presentò a giurare da ministra dell' Agricoltura (in quota Renzi) al Quirinale.

 

È l' epilogo perfetto dell' equivoco Bellanova: l' ex bracciante che alla Leopolda scandisce "il merito è di sinistra" come un bocconiano qualunque, la ministra che vuole proteggere i prodotti italiani rilanciando i trattati di libero scambio e fare "la lotta al cambiamento climatico" mandando in giro mercantili e aerei che inquinano come qualche milione di macchine a spostare merci dagli angoli più disparati del globo. La coerenza però, come vedremo, non è una sua preoccupazione.

matteo renzi teresa bellanova 2teresa bellanova

 

La leggenda di Teresa Bellanova si fonda sulle sue origini: classe 1958, pugliese di Ceglie Messapica (Brindisi), bracciante a 14 anni, più tardi operaia tessile, entra adolescente nella Cgil e nel Pci. Il sindacato, oltre che un lavoro, le darà anche l' amore: durante una missione in Marocco incontra l' uomo che diventerà suo marito ("era il mio traduttore") e da cui avrà un figlio.

 

sandro frisullo massimo d'alema

Il partito le regala invece una insperata carriera politica grazie al suo leader di riferimento: Sandro Frisullo, pezzo grosso della filiera post-comunista in Salento, a lungo colonnello in Regione di Massimo D' Alema.

 

teresa bellanova

Fino ad anni recentissimi, infatti, Bellanova è la tipica quinta fila di quella che Pier Luigi Bersani chiamava la "Ditta": è grazie all' allora potente Frisullo che l' attuale ministra si ritrova deputata nel 2006, confermata nel 2008 e poi nel 2013, quando la rete salentina del cacicco locale - nonostante lui fosse già finito in disgrazia - le consente un bell' exploit alle "parlamentarie" del Pd. Bellanova, d' altronde, non ha mai nascosto la sua vicinanza a Frisullo: finito in galera in un filone dell' inchiesta su Gianpi Tarantini (quello delle escort per B.), la ministra sarà la prima ad andarlo a trovare ("gli credo: provo dolore puro"). Il nostro finirà poi assolto per quasi tutto: tra le molte accuse, ne resisterà una per turbativa d' asta in un appalto sanitario.

sandro frisullo

 

Come che sia, quel che qui rileva è che Bellanova fosse così frisulliana, e in quanto tale dalemiana, da non sopportare critiche ai cari leader neanche in famiglia: "Non ti permetto di parlare così di Massimo", rintuzzò una volta un compagno di corrente che, in una riunione, s' era permesso una battuta. Pure Matteo Renzi incorse nelle sue ire: "Gli attacchi del sindaco di Firenze a D' Alema ormai assumono caratteri grotteschi"; "l' immagine che ritrae il camper di Renzi che asfalta D' Alema ci dice che è stato superato ogni limite: vergogna!".

matteo renzi teresa bellanova 1

 

Era il 2012 e il giovine di Rignano non le era ancora apparso come il faro politico che diventerà poi: ancora nel 2013 la pasionaria di Italia Viva al Congresso sostenne Gianni Cuperlo contro il rottamatore. L' anno dopo - quando giura da sottosegretario al Lavoro su indicazione della "Ditta" - l' Ansa ce la descrive così: "Sul suo profilo Facebook campeggia la foto di lei che abbraccia Bersani () È una bersaniana di ferro". E lei: "Sono all' antica, sono per le passioni solide". Le passioni, si sa, pure quelle solide, a volte crollano all' improvviso. Simbolica, proprio in quel 2014, la gestione alle Camere del Jobs Act che diabolicamente Renzi affidò proprio a lei, sindacalista e bersaniana che, in corso d' opera, si fece renziana.

TERESA BELLANOVA

 

L' escalation è memorabile. Il 27 giugno: "Il governo sta portando avanti una poderosa riforma del mercato del lavoro e non comprende l' articolo 18 o lo Statuto dei lavoratori, né altra revisione del contratto a tempo indeterminato". Già il 16 settembre non era più proprio così: "Non c' è l' idea di cancellare l' articolo 18, ma di lavorare per riscrivere parti dello Statuto dei lavoratori". Il giorno dopo: "Le tutele aumenteranno mano a mano che aumenterà l' anzianità di servizio". Il 22 settembre: "Non si può dire che nella delega sul lavoro ci sia la cancellazione dell' articolo 18". Poi si poté dire e lei dichiarò: "Il decreto toglie alibi a chi in questi anni si è mascherato dietro l' articolo 18 per non assumere" (27 dicembre).

 

teresa bellanovateresa bellanova lilli gruber

Giusto un anno dopo debutta alla Lepolda. Negli anni il cambiamento, anche linguistico, è totale: fino al 2014 Bellanova è pensioni, sicurezza sul lavoro e cassa integrazione, dopo inizia a discettare pure di cyber-sicurezza cara al circolo di Rignano. Nel 2010, ad esempio, altro che "il merito è di sinistra", parlava un po' come certi grillini al balcone: "Il compito della Ragioneria Generale è solo di verificare la disponibilità di fondi, non di esprimere valutazioni politiche () È ancora vigente la Costituzione o è stata ormai ridotta alla funzione di fermacarte sulle scrivanie delle stanze del potere?".

 

matteo renzi teresa bellanovateresa bellanova

Prendiamo la riforma Fornero delle pensioni. Ai renziani guai a chi gliela tocca, ma un tempo Bellanova non era una sostenitrice di quel genere di norme: "In Italia le donne che vogliono lavorare oltre i 60 anni possono farlo già: l' innalzamento dell' età pensionabile è una proposta demagogica, inaccettabile e iniqua" (2009); "Bene che il ministro Giovannini si sia impegnato a modificare la Fornero per renderla più graduale" (2013).

teresa bellanova 1

 

Pure sulle scissioni pare che la sua sensibilità sia mutata. Se oggi è aggregata al partitino renziano, nel 2017 irrideva così i bersaniani: "Ma come si può pensare di mettere in discussione un grande progetto come il Pd per fare un Pci in miniatura?". Nemmeno il Lìder Massimo s' è salvato: "Ilva?

D' Alema non sa di cosa parla" (19 gennaio 2018). Una settimana dopo, con quel sadismo che ce lo rende simpatico, Renzi la candidò proprio contro D' Alema in Salento: persero male entrambi. Ora, inopinatamente, Bellanova è ministra: "Non ce la meritiamo", hanno scritto i suoi fan su Twitter. Ma forse sì.

teresa bellanovateresa bellanova 1teresa bellanova 3teresa bellanovalorenzo guerini teresa bellanovateresa bellanovateresa bellanovaENZO MICCIO TERESA BELLANOVATERESA BELLANOVA 3teresa bellanova 2teresa bellanovacapezzone tweet su teresa bellanovateresa bellanova

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…