giuseppe conte sergio mattarella

VOCI DA UN COLLE FURENTE PER LA SOVRAESPOSIZIONE DI CONTE: HA ALIMENTATO IL PANICO INVECE DI PLACARLO. 16 APPARIZIONI TV IN UN GIORNO: TUTTA COLPA DEL SOLITO CASALINO, CHE GOVERNA PALAZZO CHIGI COME UN MONARCA ASSOLUTO E HA USATO IL VIRUS COME DISTRAZIONE DI MASSA DALLE BEGHE DEL GOVERNO - IRA DI MATTARELLA ANCHE PER LE FRASI DI SALVINI, MENTRE MELONI E SILVIO PREDICAVANO CALMA - L'UNICA NOTA POSITIVA: RENZI FINITO IN CUL DE SAC

 

DAGONEWS

 

Conte ha il fiato (dal) Colle: le sue troppe apparizioni in tv hanno irritato parecchio Mattarella, anche perché hanno innescato un effetto a catena tra gli altri politici: il ministro della Salute Roberto Speranza, i vari presidenti di regione, poi gli assessori, i sindaci, alimentando ancora di più il panico e l'allarmismo.

sergio mattarella giuseppe conte 12

 

Peraltro dal Quirinale si chiedono come mai il ministero di Speranza non abbia esercitato una moral suasion nei confronti dei vari virologi, scatenati su tutti i media, per calmare l'isteria collettiva.

 

L'ultima botta di comunicazione che non è stata affatto apprezzata è stata la riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri presso la Protezione Civile, tipo bunker in tempo di guerra. Sarebbero bastati un paio di comunicati al giorno per aggiornare gli italiani, con trasparenza ma pure cautela.

 

Invece Conte, pullover al posto della pochette, è apparso in 16 diversi collegamenti tv in un solo giorno, domenica, un giorno peraltro in cui molti erano a casa e dunque appena cambiavano canale si ritrovavano la faccia del premier davanti. E anche i suoi vecchi e nuovi sponsor, che speravano di aver trovato un mediatore in grado di mantenere il sangue freddo visto che fa l'avvocato e non il politico, si sono ricreduti: al primo ''cigno nero'', il primo evento inatteso,  ha reagito in modo totalmente scomposto, e lo ha pure ammesso! (''il numero dei contagi mi ha sorpreso'').

GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO

 

Tutto ovviamente parte sempre da Rocco il Rasputin, quel Casalino che ha cavalcato il coronavirus per distrarre dalle beghe governative. L'agit-prop ha aizzato i giornalisti con cui è in contatto costante, e hanno sfornato articoli e titoli molto allarmistici.

 

Naturalmente a Mattarella non sono piaciute manco gli attacchi scomposti di Salvini, mentre ha apprezzato Meloni e Berlusconi che hanno usato parole concilianti e non hanno per ora cavalcato troppo l'emergenza sanitaria per scopi politici.

GIUSEPPE CONTE E ROCCO CASALINO IN CONFERENZA STAMPA

 

Non solo al Colle c'è chi poco sopporta Casalino: dentro Palazzo Chigi i dirigenti e funzionari ''stabili'' e non di nomina politica non sanno più come gestire il potere dilagante di Rocco, che ha accentrato tutte le decisioni e non lascia toccare palla a nessun altro. Gli uomini del deep State considerano poi assai tardiva la nomina di Walter Ricciardi come consulente speciale di Speranza: quanto ancora ci voleva prima di scegliere un esperto che potesse guidare le scelte puramente scientifiche del governo?

 

L'unico fattore positivo di questo delirio comunicativo è che ha silenziato Renzi. A parte la battuta sul mettere in quarantena le polemiche, Matteuccio si è aggrappato al coronavirus come a una ciambella di salvataggio: si era infilato in un vicolo cieco e non sapeva più come uscirne. Adesso può lasciare che passi la buriana del virus, e dopo trovare un altro motivo per fracassare le balle del governo e degli italiani.

 

barbara d urso giuseppe conte

 

CORONAVIRUS: CONTE, CASALINO E QUEL SOSPETTO DI ENFASI ECCESSIVA

Lettera43.it

 

Il coronavirus mette alla prova il collaudato sodalizio tra il premier Giuseppe Conte e il suo portavoce e spin doctor Rocco Casalino.

I due non riescono più a mascherare il nervosismo che li pervade. Temono che la situazione sia sfuggita (o stia per sfuggire) loro di mano. Soprattutto quando alle sensibili antenne dei due sono arrivate le voci che da giorni rimbalzano sui sanpietrini di Roma. E che sono salite fino al Colle più alto di Roma, irritando non poco, a quanto si giura, l’inquilino numero uno del Quirinale e persino quello numero due (il segretario generale Ugo Zampetti), di solito ben disposto verso il presidente del Consiglio.

 

CORONAVIRUS, ARMA DI DISTRAZIONE?

 

barbara d urso giuseppe conte

La voce, se fosse vera, sarebbe grave. Vale a dire che l’enfasi adottata dal premier nella propria strategia di comunicazione sulla diffusione del coronavirus sia stata decisa a tavolino da Casalino. In altre parole, il portavoce e spin doctor di Palazzo Chigi avrebbe convinto l’avvocato del popolo ad accentuare al massimo la comunicazione sul virus.

 

Con l’obiettivo fin troppo evidente di dirottare l’attenzione dalle condizioni di salute (comatose) della maggioranza giallorossa. Il coronavirus, infatti, ha spuntato le unghie all’offensiva portata avanti da Matteo Renzi contro il presidente del Consiglio. Ed a quanto riportato dalle voci che circolano nella Capitale, Conte avrebbe spinto un po’ sull’acceleratore dell’allarme proprio per congelare l’imminente crisi della sua maggioranza.

 

LA SOVRAESPOSIZIONE MEDIATICA DEL PREMIER HA GENERATO IL PANICO

 

Già prima della scoperta del paziente 1 (quello “0” non si sa che fine abbia fatto), il premier ha concentrato sulla sua persona ogni comunicazione sulla diffusione dell’epidemia. Atteggiamento aumentato in modo esponenziale dopo le prime vittime. Si è fatto immortalare con pochette e con pullover in ogni minuto di queste concitate giornate. È apparso in tutti i talk show televisivi, da Fabio Fazio a quella suburra del trash che è Non è la D’Urso. Fino al punto da far entrare i fotografi per riprenderlo mentre guida il Consiglio dei ministri notturno lo scorso fine settimana nella sede della Protezione civile.

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

 

Il problema è che proprio questa sovraesposizione mediatica ha innescato quel panico che il premier assicura non doverci essere. E visto che si sta stringendo una sorta di cordone sanitario (e anche economico) intorno all’Italia, il duo Conte-Casalino non sa più come fronteggiare la situazione. Soprattutto ora che il loro gioco (sempre che quel che rimbalza da un corridoio all’altro dei palazzi romani sia vero) è stato scoperto. Per il momento si tratta di voci. Intercettate, però, dalle antenne dello stesso Casalino. Da qui, il nervosismo in aumento.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?