VON DER LEYEN INIZIA MALISSIMO: NON LA VOGLIONO NEANCHE I TEDESCHI - LA SCELTA DELLA MINISTRA DELLA DIFESA COME PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE FA INCAZZARE I SOCIALISTI DELLA COALIZIONE CHE SOSTIENE IL GOVERNO DELLA CANCELLIERA ANGELA MERKEL - AD ALZARE IL LIVELLO DELLO SCONTRO CI HA PENSATO L'EX LEADER SPD SIGMAR GABRIEL CHE SPINGEVA PER TIMMERMANS - NUMERI A RISCHIO NEL PARLAMENTO UE

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Francesca Basso per il “Corriere della sera”

 

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La decisione di nominare alla guida della Commissione europea la popolare Ursula von der Leyen, ministra tedesca della Difesa, sta creando molti malumori al Parlamento Ue ma anche in Germania tra i socialisti della coalizione che sostiene la cancelliera Angela Merkel. Divisioni che dovranno essere ricomposte entro il 16 luglio, quando il Parlamento europeo voterà la presidente designata dal Consiglio.

 

Von der Leyen per diventare la numero uno della Commissione ha bisogno del voto dell' Eurocamera, che non ha apprezzato l' ingerenza dei capi di Stato e di governo nell' elezione del presidente del Parlamento Ue e la decisione di mettere da parte il sistema degli Spitzenkandidaten usato nel 2014 per la nomina di Jean-Claude Juncker alla testa dell'esecutivo europeo.

 

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Questa volta popolari e socialisti sono più deboli e infatti a Strasburgo l'alleanza è stata allargata a liberali e verdi per avere una salda maggioranza. In Germania la Spd ha ottenuto alle urne il suo risultato peggiore, che ha avuto un riflesso anche su Strasburgo. Il tedesco Udo Bullmann, già capogruppo S&D, ha ritirato la propria candidatura alla guida dei socialdemocratici, che è andata alla spagnola Iratxe García Pérez, forte dell'appartenenza alla delegazione più numerosa.

 

Ora la Spd sta cercando di recuperare terreno agli occhi degli elettori. Bullmann ha già dichiarato che allo stato attuale i socialisti tedeschi voteranno contro von der Leyen, ma anche gli olandesi non sarebbero a favore.

 

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In patria ad alzare il livello dello scontro ci ha pensato l' ex leader spd Sigmar Gabriel, ormai senza incarichi istituzionali, per il quale la decisione presa da Merkel di smettere di sostenere l' olandese Frans Timmermans, Spitzenkandidat dei socialisti, senza il via libera del gabinetto di governo poteva essere motivo per porre fine alla coalizione. Molto critico anche l' astro in ascesa dei giovani socialdemocratici Kevin Kühnert, leader degli Jusos .

 

Uno dei tre commissari dell' Spd, Malu Dreyer, ha però dichiarato che Merkel si è astenuta al momento del voto al Consiglio Ue e dunque ha rispettato i patti. Schermaglie che aumentano la conflittualità all' interno della coalizione, anche se gli osservatori aspettano la verifica di dicembre sull' attuazione del programma per valutarne la tenuta.

ursula von der leyen e angela merkel ursula von der leyen e angela merkel

Von der Leyen mercoledì prossimo parteciperà a Bruxelles alla conferenza dei presidenti, l' organismo del Parlamento europeo formato dai capigruppo e dal presidente.

 

Un primo confronto prima del voto. Oltre a Bullmann, anche Ska Keller ha dichiarato che i Verdi non voteranno per von der Leyen e così il leghista Marco Zanni, che guida Identità e democrazia. Il Ppe, invece, sarà fedele all' accordo preso tra i leader Ue anche se al suo interno non mancano i mal di pancia. Leali anche i liberali di Renew Europe.

Sigmar Gabriel Sigmar Gabriel

 

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