astensionismo elezioni europee voto

VOTO A PERDERE – COME SI SPIEGA CHE, PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI SI È ASTENUTA? SECONDO IL DIRETTORE DEL CENSIS, MASSIMILIANO VALERII, A DISERTARE LE URNE SONO STATI I CITTADINI IMPOVERITI E RASSEGNATI E I GIOVANI DISILLUSI – I RISULTATI PIÙ IMPRESSIONANTI AL SUD, DOVE HA VOTATO APPENA IL 43% DEGLI AVENTI DIRITTO – PANARARI: “L’ASTENSIONISMO MASSICCIO SEGNALA LA RICOMPARSA DELLA ‘QUESTIONE MERIDIONALE’, CHE HA PENALIZZATO IL M5S. MA CHE DOVREBBE IMPENSIERIRE UN PO' ANCHE GIORGIA MELONI...”

1 - GIOVANI DISILLUSI E FAMIGLIE IMPOVERITE PERCHÉ DISERTA LE URNE LA METÀ DEGLI ITALIANI

Estratto dell’articolo di Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”

 

elezioni europee

Famiglie con tanti guai economici, che vivono i giorni della «grande disillusione». Giovani dimenticati dai partiti, per calcolo statistico: sono pochi, nel Paese dell'inverno demografico; dunque non ricevono una sincera attenzione. Persone infine che avrebbero bisogno di ritrovare un sogno, un ideale dentro una politica invece arida e calcolatrice.

 

In questo clima difficile, oltre la metà dell'Italia fa una scelta senza precedenti per le europee: non va alle urne. Nelle oltre 61 mila sezioni del Paese, si è presentato appena il 49,67% degli aventi diritto (meglio il dato dove si celebravano anche le amministrative). Nel 1979, alle prime consultazioni comunitarie, gli astenuti erano un "partitino" del 14,3%. Nel 2019, alle precedenti europei, la percentuale si era spinta comunque a quota 56,12. Ora gli astenuti sono la maggioranza assoluta. E impressionano i dati del voto nel Sud (43,73%) e nelle isole (37,31).

 

astensionismo

Poveri senza prospettive; giovani neanche raggiunti dalla politica; idealisti senza più ideali, con un qualche disorientamento a sinistra. «Sono loro gli astenuti di questo 2024», dice Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

 

Il 2 maggio, nel suo Rapporto sullo "Stato dell'Unione", proprio il Censis ha previsto un calo in quello che è il triangolo delle Bermuda del disagio economico: «Negli ultimi 15 anni, un terzo dei cittadini europei ha subito una riduzione visibile del reddito disponibile. E queste famiglie sono largamente concentrate in Spagna, Grecia e qui da noi, in Italia».

 

elezioni europee

Nazioni mediterranee — dall'astensionismo ora galoppante — dove un esercito di «cittadini perduti» è entrato in una stagione di nebbie, tra disagi materiali ed altri, psicologici. Questo virus a tenaglia risparmia invece Portogallo, Francia e Germania dove l'affluenza è in crescita.

 

Conclude Valerii: «Ci eravamo illusi che gli elettori sarebbero tornati ai seggi stimolati da una congiuntura unica. Oggi tutte le figure istituzionali sono donne: la nostra premier, la presidente della Commissione Ue e del Parlamento europeo, infine quella della Bce. Invece un effetto di trascinamento per mano delle leadership femminili non c'è stato nel Paese».

 

elezioni europee

[...] Ci sono poi 4,2 milioni di anziani con più di 65 anni che sono affezionati al rituale delle elezioni. Di questi, oltre 2,8 milioni hanno ormai delle difficoltà gravi di movimento (e spesso non vanno ai seggi); ma non sono così ammalati da poter invocare il diritto di voto in casa. E ancora: ci sono altri milioni di persone che lavorano lontano dal Comune di residenza e dal seggio (l'unico) dove potrebbero presentarsi.

 

elezioni europee

Anche tra di loro c'è chi vorrebbe scegliere, ma è scoraggiato da fatica o costi del viaggio (una semplificazione è stata sperimentata per i soli studenti). Al partito di questi "astensionisti involontari" è dedicato il Libro bianco che una commissione di esperti, guidata da Franco Bassanini, ha presentato 2 anni fa.

 

Il 2 maggio 2022, il volume ha suggerito poche, ragionevoli misure che avrebbero permesso di recuperare stabilmente al voto milioni tra italiane e italiani. «Quando lo abbiamo mostrato ai gruppi parlamentari», racconta al telefono l'ex ministro Bassanini, «tutti i partiti lodarono il nostro lavoro e promisero di impegnarsi per mettere in campo i rimedi che suggerivamo. Sono sorpreso perché molto poco è stato fatto per davvero». [...]

 

2 - NON HA VOTATO NEANCHE UNO SU DUE URNE DESERTE, IL BARATRO DEL SUD

Estratto dell’articolo di Massimiliano Panarari per “La Stampa”

 

astensionismo 3

[…]  uno dei vincitori autentici da noi è il partito dell'astensione. Con qualche elemento in controtendenza in altri Paesi europei, poiché quella per l'Europarlamento è appunto la somma di 27 votazioni nazionali; e, dunque, una presenza alle urne che è stata più robusta in Francia e un'affluenza "record" (alla luce dei precedenti) in Ungheria e a Malta.

 

Mentre qui ha votato solo il 49,7%, e dunque l'astensionismo detta legge; del resto, l'Italia è il Paese che, insieme al Portogallo, ha avuto di recente i tassi di crescita più significativi del numero di persone che non si recano al seggio.

 

[…]  Proviamo allora a ricapitolare alcuni numeri. Le europee del 2019 avevano visto una partecipazione superiore al 50% degli aventi diritto al voto nell'Unione, il dato più rilevante dall'introduzione dell'elezione diretta, avvenuta nel 1979. L'Italia, pur rimanendo uno degli otto Paesi Ue con la maggiore mobilitazione di elettori, ha vissuto un incessante trend decrescente, iniziato con l'instaurarsi della Seconda Repubblica.

 

massimiliano panarari

Guardando alla serie storica si è così passati dall'85,7% del ‘79 (a fronte della media continentale del 62%) giù giù fino 54,5%. Questo tipo di votazione, va inoltre ricordato, vede una media di votanti tra il 10 e il 15% inferiore a quelli delle elezioni politiche.

E il trend dunque si è confermato anche nelle scorse ore, con l'eccezione delle Isole, dove probabilmente ha giocato un ruolo quella forma di contrasto alla caduta della partecipazione che è la consultazione amministrativa, mentre non è servito a granché quell'unicum tutto nostro che è la dilatazione a due giorni dell'orario di apertura dei seggi spacciata appunto come un incentivo ad andare a votare.

 

Verosimilmente anche per l'abbinata con il voto locale, infatti, l'affluenza in Piemonte e in Emilia-Romagna supera il 55%. Restando comunque di poco sopra la soglia della metà del corpo elettorale, a riconferma del restringersi progressivo e (almeno apparentemente) inesorabile della "democrazia partecipata".

 

astensionismo 5

E viene così da dire che c'è una notevole dose di paradosso vista l'invocazione a ogni piè sospinto di maggiore partecipazione e democrazia diretta (che, difatti, possiede un nucleo soprattutto ideologico, e sarebbe preferibile chiamare col suo vero nome di «direttismo democratico»).

 

Un processo che va nella direzione dell'assimilazione dell'Italia alle altre nazioni europee, dove si vota sempre di meno – con qualche eccezione –, e la minore partecipazione elettorale viene da lontano.

 

GIUSEPPE CONTE VOTA ALLE ELEZIONI EUROPEE 2024

Diversi politologi sottolineano che l'astensionismo non va "criminalizzato", e che nelle nostre democrazie liberali un tasso di voto che si attesta sulla metà degli aventi diritto è quello giustappunto fisiologico. Tutto vero, certamente, ma se la storia conferma in pieno tale valutazione per il mondo anglosassone, si deve altresì constatare come nei Paesi latini e mediterranei – Italia su tutti – l'affaticamento, la disillusione e la sfiducia nei confronti degli attori della democrazia rappresentativa siano cresciuti di pari passo con la desertificazione delle urne.

 

E, in generale, da qualche tempo in maniera sempre più allarmante il disordine informativo alimentato dalle interferenze maligne delle potenze autocratiche punta proprio a far crescere il numero degli astenuti per turbare lo svolgimento del processo elettorale nelle democrazie occidentali.

 

SANTA GIORGIA MURALE BY ALEXSANDRO PALOMBO SULLA MELONI DOPO LE EUROPEE

E, dunque, nel nostro caso in particolare l'astensione va necessariamente interpretata come un segno di crisi di legittimità del sistema politico. Non si va a votare per una molteplicità di motivazioni: per protesta, perché non si è convinti dell'offerta vigente di leader e partiti, per lanciare deliberatamente un segnale di disaffezione nei confronti della classe dirigente che si presenta – il "non voto" è un voto, come si usa dire. [...] 

 

Oppure, ancora – ed è l'aspetto più spinoso – non si va a votare perché si nutre una sfiducia sistemica nei confronti della capacità (o della volontà) della politica di risolvere i problemi concreti delle persone che arriva a estendersi sino alle istituzioni stesse.

 

A questo proposito, l'astensionismo massiccio segnala, infatti, la ricomparsa della «questione meridionale», che ha penalizzato in primis il Movimento 5 Stelle. Ma che – alla luce, per esempio, del tasso di non voto a Caivano, indicato come "vetrina" dell'azione di governo – dovrebbe impensierire almeno un po' anche Giorgia Meloni e FdI.

giorgia meloni dopo le europee

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...