giorgia meloni europa ue

VOTO A PERDERE – GIORGIA MELONI SVENTOLA LO SPAURACCHIO DELLE ELEZIONI ANTICIPATE A RIDOSSO DELLE EUROPEE, COME ARMA PER CONVINCERE I SUOI ALLEATI (SALVINI E FORZA ITALIA) A NON METTERE A RISCHIO IL GOVERNO – UNA CAMPAGNA ELETTORALE CON TONI ANTI-UE, NEL BEL MEZZO DEI NEGOZIATI SU MES E PATTO DI STABILITÀ, CON LO SPREAD IN CRESCITA E IL RATING IN PICCHIATA, SAREBBE UN BOOMERANG PER I CONTI PUBBLICI. E LA DUCETTA LO SA – I “PIZZINI” DEI GIORNALI INTERNAZIONALI E LA TEORIA DEL “GRANDE COMPLOTTO"

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI E LO SPOT DI ESSELUNGA - MEME BY EMILIANO CARLI

[…]  Di ritorno da Malta, venerdì, una delle prime cose che ha fatto Giorgia Meloni è stato chiedere il fixing dello spread, e cioè il differenziale tra i titoli di Stato italiani e i Bund tedeschi: 194 punti. La stessa quota del giorno prima. Ancora non da far venire le vertigini, ma abbastanza per cominciare a ragionare sugli scenari più foschi.

 

A La Valletta, la presidente del Consiglio ha fatto emergere le sue convinzioni più intime. E cioè che in questa legislatura non resterà in un governo che non guiderà lei in prima persona. Non le sfugge che nell'impazzimento del totonomi, al di là di figure tecniche come il governatore di Bankitalia Fabio Panetta, si fanno già circolare le ipotesi di Guido Crosetto e Giancarlo Giorgetti, due ministri politici, utili a rassicurare chi vorrebbe mantenere in vita l'attuale coalizione.

 

[…] per Meloni la risposta resta la stessa. «Piuttosto torniamo a votare». La premier sa benissimo che è prerogativa del presidente della Repubblica sciogliere le Camere. Ma questa volta i numeri della maggioranza rendono complicato immaginare alchimie senza Fratelli d'Italia.

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

Esattamente come nella scorsa legislatura non si poteva fare a meno del M5S. Consapevoli di questo indubbio vantaggio, dentro FdI si fa un calcolo semplice, guardando anche a cosa ha fatto il premier Pedro Sanchéz in Spagna. Le elezioni anticipate sono un azzardo, ma possono consolidare un primato di consenso, offrire un'immagine di coraggio politico per uscire dal pantano, proprio come dimostra il leader socialista: che, con il suo estro spericolato, si appresta a tentare la formazione di un governo con il via libera dei separatisti catalani in esilio. In casa Meloni si pensa anche ai benefici che potrebbero arrivare da un'elezione a ridosso delle Europee.

 

In Italia non è previsto l'Election day per rinnovare parlamento nazionale ed europeo. Esistono due precedenti – 1979 e 1994 – in cui si votò a poca distanza, nel primo caso una sola settimana. Mai lo stesso giorno. […]

 

Al momento non c'è notizia della volontà di FdI di avanzare una proposta simile. Ma la tentazione di minacciare una doppia elezione, una a ridosso dell'altra, esiste.

 

TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO

L'ala più populista della destra meloniana e di quella leghista sfrutterebbe la campagna contro Bruxelles, tanto più se si dovesse entrare in conflitto con l'Ue durante le trattative incrociate sul deficit, necessario a trovare risorse per la manovra, sulla riforma del Patto di stabilità e su quella del Mes, che l'Italia non ha ancora ratificato.

 

Ieri non è passato inosservato a Palazzo Chigi l'ultimo editoriale contro il governo italiano pubblicato all'estero. Il sito Politico.eu, tra i più letti a Bruxelles, titolava: «Attenzione Europa, l'Italia sta tornando a spendere». Altra conferma di come gli investitori starebbero perdendo la fiducia dopo una richiesta di sforamento di oltre 14 miliardi di euro. La terza economia dell'Unione potrebbe provocare un effetto valanga se i conti dovessero deragliare e il Pnrr rimanere incompiuto. In quel caso, come in passato, scatterebbero le cinture di sicurezza del Quirinale, altro primo attore che popola gli incubi di Meloni. È la sindrome del 2011, quando con lo spread a 500, Giorgio Napolitano chiese un passo indietro a Silvio Berlusconi e chiamò Mario Monti.

GIORGIA MELONI E LA SOSTITUZIONE TECNICA - VIGNETTA BY NATANGELO

 

[…] l'idea del Grande Complotto ha fatto breccia a destra, mentre provoca una studiata diffidenza a sinistra. Basta leggere cosa dicono due ministri della Difesa, l'attuale e il suo predecessore. Crosetto rilancia tesi e parole di Meloni, anche lui senza fare nomi: e così «i soliti noti» evocati dalla premier diventano i «molti» che «stanno tifando a favore di un rialzo dello spread o un downgrade delle agenzie di rating per mettere in discussione il governo e stravolgere, nuovamente, la volontà popolare». Lorenzo Guerini, anima riformista del Pd, invece, intravede la ricerca di un alibi: «Rilanciano inesistenti complotti o fantomatici governi tecnici per coprire i loro fallimenti. Non cadere nel tranello dall'opposizione: è solo un diversivo».

emmanuel macron giorgia meloni GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY MANNELLI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…