melania donald trump anna wintour

WINTOUR IS COMING, MELANIA NO - ''VOGUE'' RIFIUTA DI METTERE LA FIRST LADY IN COPERTINA. LA PERFIDA DIRETTRICE, COSÌ LIBERA, APERTA ED EMANCIPATA, DISCRIMINA TRA DONNE DI SERIE A E SERIE B, E TIENE FUORI QUELLE CHE NON RIENTRANO NEL CANONE HIGH SOCIETY DELLE FINTE IMPEGNATE (COI MILIARDI DEI MARITI)

Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano

melania donald trump anna wintour

 

Evitiamo di fare un paragone tra le due su base estetica perché sarebbe ingeneroso.

Così come dobbiamo riconoscere che una si è guadagnata sul campo onori professionali che l' altra ha acquisito soprattutto grazie a un illustre matrimonio. Detto questo, il punto è un altro: perché Anna Wintour, la direttrice della nota rivista di moda americana Vogue, rifiuta di mettere in copertina l' immagine della prima donna degli Stati Uniti, ossia Melania Trump?

febbraio 2005 l unica volta di melania trump in copertina di vogue

 

Per carità, chi è capo di un' azienda privata può fare quello che gli pare. Però suona abbastanza strano che la più importante testata femminile d' Oltreoceano - che esibisce spesso in copertina il volto delle donne più potenti, coinvolte in qualche modo in politica - ignori del tutto l' immagine, peraltro mica male, della moglie del titolare della Casa Bianca.

 

È come se, fatte le debite proporzioni, una testata politica di sinistra in Italia non parlasse mai di Salvini perché non le sta a genio; o se un giornale di destra francese omettesse di nominare l' odiatissimo Macron, che pur sempre presidente della Repubblica resta.

 

anna wintour con anthony weiner e ivanka trump

DONNE LEADER

Allora a pensare male forse non si sbaglia, soprattutto dopo le dichiarazioni della Wintour che, intervistata dalla Cnn, pur senza nominare Melania, di fatto ha spiegato le ragioni per le quali rifiuta di mettere il suo visino sulla pagina buona di Vogue: «Le donne di cui tracciamo un profilo nel magazine», ha detto, «sono quelle che sosteniamo, quelle che riteniamo leader. Soprattutto dopo la sconfitta della Clinton nel 2016, riteniamo che le donne debbano avere una posizione di leadership.

 

melania donald trump anna wintour

Sono donne che riteniamo essere icone in grado di ispirare le donne da una prospettiva globale». Quindi, a detta della Wintour, la signora Trump non sarebbe né una leader né un' icona globale, se è vero che la sua ultima copertina su Vogue risale addirittura al 2005, quando si maritò appunto con The Donald.

 

michelle obama su vogue

Mentre lo sarebbero eccome Michelle Obama, che più volte ha fatto capolino sulla copertina della rivista di moda negli otto anni di presidenza del marito, e anche Hillary Clinton che first lady, con tutti i problemi del caso, lo è stata ma che alla Casa Bianca non ci è mai arrivata; e lo sarebbe perfino la senatrice Kamala Harris che alla presidenza Usa al momento è solo candidata.

 

Ma non importa, secondo la Wintour, occupare realmente le stanze della Casa Bianca o sedere di persona sulla poltrona di presidente. Ciò che regola le sue scelte sono altri criteri: l' essere cioè esponente o consorte di un esponente del partito giusto (quello democratico) ed essere il prototipo di una donna gradita nei salotti buoni, femminista, politicamente corretta, possibilmente di carnagione non bianca (vedi Michelle e la stessa Kamala, di origini indiane) e magari emancipata dal marito che l' ha tradita (è la storia di Hillary).

michelle obama su vogue

 

PROFILO SBAGLIATO

Melania, viceversa, incarna il profilo di una donna bellissima (già una colpa, di per sé), sempre defilata rispetto al marito egocentrico e pigliatutto, che sa restare dietro un grande uomo (o uomo grande, che dir si voglia) senza provare a stargli alla pari, come invece aveva fatto Michelle, a caccia di visibilità con le sue campagne dietetiche. E pertanto sarebbe un' icona deteriore, negativa, espressione di una donna sottomessa, non protagonista, o magari - è il non detto - una statuina messa lì solo per fare bella presenza. Una tipa non da Vogue, insomma.

michelle obama su vogue

 

Ora, ci chiediamo: incarna più uno stereotipo Melania Trump in quanto non ha velleità di candidarsi, non pretende di fare battaglie buoniste che le strappino i plausi delle donnine radical chic, o lo incarna di più la Wintour col suo snobismo da high society, con la sua puzza sotto il naso per cui chi non è del mio circolo non merita di vedere il proprio nome e volto sul giornale? E non è proprio la Wintour a essere razzista verso altre donne, a discriminarle, a distinguere tra femmine di serie A e serie B, e quindi a essere la prima a ragionare in base a pregiudizi, lei che pure si atteggia a donna libera, aperta, emancipata?

 

Detto questo, la signora Trump fa bene a non adontarsi più di tanto. E a rispondere, tramite la sua portavoce, che «essere sulla copertina di Vogue non definisce Melania Trump. Il suo ruolo come First Lady e tutto quello che fa sono molto più importanti di una superficiale copertina. L' atteggiamento di Vogue è solo un' ulteriore prova di come l' industria dei magazine di moda sia faziosa». Dubitiamo infatti che apparire su Vogue, pur vetrina importantissima nel mondo della moda, rappresenti davvero un titolo di merito. Se il diavolo veste Prada, forse è meglio stare lontani da quell' inferno.

la copertina di vogue con beyonce fotografata da mario testino nel 2015beyonce sulla copertina di voguebeyonce su voguemelania donald trump anna wintour

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…