vezzali malagò giorgetti

L'ARMAGEDDON DELLO SPORT - MALAGO’ VS GIORGETTI: ATTO FINALE – DIETRO LE VENTILATE MINACCE DI DIMISSIONI DEL CAPO DELLO SPORT C’E’ LA BATTAGLIA DI "MEGALO’" CONTRO MICHELE SCISCIOLI, CAPO DIPARTIMENTO DELLA VEZZALI E UOMO OMBRA DI GIORGETTI, GRANDE NEMICO DEL NUMERO 1 DEL CONI – E’ LUI IL TECNICO CHE, COME DAGO-RIVELATO, HA SCRITTO LA RIFORMA CHE HA TOLTO SOLDI E POTERE A MALAGÒ IN FAVORE DI "SPORT E SALUTE" – IL NUMERO 1 DELLO SPORT ITALIANO PARLA DI “SITUAZIONE VERGOGNOSA”, ACCUSA SCISCIOLI DI "OSTRUZIONISMO" E CHIEDE UN INCONTRO A DRAGHI…

 

https://m.dagospia.com/il-curriculum-fantasma-del-nuovo-capo-dipartimento-allo-sport-sciscioli-l-uomo-ombra-di-giorgetti-268714

 

https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/non-dite-malago-rsquo-che-sottosegretaria-vezzali-ha-nominato-266477.htm

 

 

                                                 

Gianluca Cordella per "il Messaggero"

 

giovanni malago 9

«Se le cose non cambiano, mi dimetto». Provocazione, minaccia o reale volontà: difficile dirlo. Ma comunque la si voglia vedere una cosa è certa: Giovanni Malagò - del triangolo Coni, Sport e Salute e Dipartimento dello Sport - non ne può più. Specie dopo un'estate che ha visto lo sport italiano uscire trionfante dalle Olimpiadi di Tokyo, le migliori della storia azzurra.

 

Un picco di credibilità internazionale che, nelle speranze del presidente, avrebbe dovuto concretizzarsi in una cosa sola: «Non possiamo più disperdere energie come abbiamo fatto in quest' ultimo anno e mezzo», l'auspicio affidato alla cerimonia di bilancio post Giochi. E, invece, tre mesi dopo, la situazione è pressoché immutata. Da qui lo sfogo del numero uno dello sport nazionale nel corso della Giunta di ieri. C'è anche un limite temporale. Malagò parrebbe intenzionato a restare a Palazzo H fino al 20 dicembre, data della cerimonia di consegna dei Collari d'oro, per poi farsi da parte.

michele sciscioli

 

LA SCINTILLA La questione, tanto per cambiare, è quella della pianta organica: ieri era il termine ultimo per rispettare la data per l'emissione dei bandi per l'assunzione dei 165 dipendenti. Ma dei bandi non c'è traccia. «Come si può gestire un ente pubblico se non c'è una pianta organica?», si chiede Malagò. Che nella conferenza successiva alla Giunta punta il dito senza giri di parole contro quello che secondo lui è il responsabile di questa situazione: il Dipartimento dello Sport, guidato da Michele Sciscioli, che «si è comportato in modo scorretto».

 

Michele Sciscioli, Giancarlo Giorgetti, Rocco Sabelli, Andrea Abodi

«La situazione è vergognosa», attacca il presidente del Coni che assolve la sottosegretaria Valentina Vezzali, «vittima di questa situazione». «Il Dipartimento sta facendo ostruzione, con un rimpallare di lettere. È una follia. Sapevano benissimo che oggi (ieri, ndc) era il termine per rispettare la data per emettere i bandi» e invece il Coni «ancora non ha un solo dipendente». Ragion per cui Malagò non vede altra soluzione che rivolgersi direttamente a Palazzo Chigi. «Non ho alternative se non chiedere un incontro al presidente Draghi così vedremo se possono confutare la realtà dei fatti - prosegue - Gli dirò Presidente, come si può risolvere questa situazione?. Si tratta di un palese caso di incompetenza, sempre ammesso che non ci sia malafede. Sembra l'ultimo soldato che non è stato avvertito della fine della guerra...».

malago e giorgetti foto mezzelani

 

LA REPLICA Pur assolta da Malagò, la Vezzali ha alzato lo scudo per proteggere l'operato del Dipartimento che «ha sempre agito in sintonia con le mie indicazioni e, soprattutto, in conformità con le leggi dello Stato - le sue parole - Sulla pianta organica del Coni, ente pubblico, ha investito la Funzione Pubblica competente sul tema. Ieri (mercoledì) questa ha dato il suo parere e noi lo abbiamo trasmesso al Coni invitandolo a proseguire con gli adempimenti, ferma la necessità del pubblico concorso, come da legge».

 

malago e giorgetti foto mezzelani 10

Ma, al di là delle rassicurazioni della sottosegretaria, lo sport italiano si compatta dietro Malagò. Il documento approvato dalla Giunta identifica chiaramente il bivio di fronte al quale si trova il movimento nazionale: «O Sport e Salute ritorna ad essere la società di servizi del Coni Ente pubblico, come era Coni Servizi, rispettando le regole della Carta olimpica e del Cio, oppure si devono modificare profondamente i due decreti». E qui si torna alla famosa matassa da sbrogliare che ha cominciato a ingarbugliarsi dall'entrata in vigore della riforma dello sport inserita nella legge di Stabilità 2018.

malago e giorgetti foto mezzelani 11

 

Passi avanti sono arrivati sugli asset, con «l'apporto decisivo», sottolinea Malagò, del nuovo dg di Sport e Salute Diego Nepi: il centro di medicina dello sport dell'Acqua Acetosa passa al Coni («Ma anche qui abbiamo dovuto alzare la voce, gli immobili dovevano essere consegnati sei mesi fa», ricorda il presidente) mentre per la Scuola dello sport è stata sdoganata una soluzione ibrida: il Coni resta proprietario delle strutture, ma Sport e Salute ne gestirà l'attività. Un piccolo esempio di quanto quella matassa sia maledettamente ingarbugliata.

valentina vezzaliGiorgetti Vezzalimalago e giorgetti foto mezzelani giovanni malago 6giovanni malago 4giovanni malago 3

Ultimi Dagoreport

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)