juventus monza

E' FINITO UN CICLO: LA JUVENTUS E' TORNATA NORMALE – NELLA SCONFITTA CONTRO IL MONZA, I BIANCONERI SI SONO DIMOSTRATI FLACCIDI (E' UN MODO PER FAR ESONERARE ALLEGRI?) – IL CICLO VINCENTE È FINITO MA NON SI VEDONO SOLUZIONI ALL'ORIZZONTE: LA SOCIETA' E' MOLTO INDEBITATA, LE SCELTE DI MERCATO SONO STATE FINORA UN FLOP E ALLEGRI E' IN BILICO – IL VIDEO DELLA SQUADRA CHE CHIEDE SCUSA SOTTO IL SETTORE DEI SUOI TIFOSI INFEROCITI...

 

Estratto dall'articolo di Maurizio Crosetti per “la Repubblica”

 

JUVENTUS A MONZA

La peggiore Juventus dell'anno in uno degli anni peggiori della Juventus. Stavolta la batte un ex bianconero, Raffaele Palladino, classe 1984, che prima di oggi non aveva allenato in serie A neppure per un minuto ed è alla guida del Monza da cinque giorni: più che sufficienti per spingere la Juve in fondo al pozzo, o forse la Juve era già lì. Il giovane Palladino giocava insieme a Nedved, impietrito in tribuna come Allegri qualche metro più in là, nel box dello squalificato che sembra un acquario. E lui, il pesce rosso. Oppure un tonno senza scampo.

 

Nove partite, compresa la Champions, e 3 sconfitte, una in più delle vittorie che rimangono appunto 2. Non c'è stato giorno in cui la Juve non abbia sofferto, a parte il debutto contro il Sassuolo. Contro la Salernitana, al netto del Var ha patito le pene dell'inferno, e la Salernitana ha appena perso in casa contro il Lecce.

 

ESPULSIONE DI MARIA A MONZA

 Battuta dal Benfica, la squadra di Allegri (di Allegri?) non ha reagito in nulla: non nel gioco, non nella volontà, nella corsa, nel modo di stare in campo. Contro l'ex ultima in classifica, appena due tiri in porta. Poche volte, più di due passaggi azzeccati di fila. La pochezza in area è una costante di un gruppo smarrito, senza le più elementari coordinate tattiche e mentali. Nel tranello dei nervi è caduto anche un veterano come Di Maria. […]

 

massimiliano allegri

Lo sconforto di milioni di tifosi juventini è anche la mancanza di soluzioni e prospettive. Dopo la prima stagione senza neppure un successo nell'ultimo decennio (e può accadere: nessuno vince sempre), ne sta seguendo una assai peggiore.

 

Il rischio è non superare neppure il primo turno di Champions e di ritrovarsi fuori dalla corsa per lo scudetto (oggi la Juve è ottava) ben prima dei ritorni di Chiesa e Pogba. I bianconeri si sono impantanati in un calendario per nulla proibitivo: ma Sampdoria, Spezia, Salernitana e Monza li hanno immiseriti come se fossero state delle grandi d'Italia o d'Europa.

 

Ora la sosta del campionato non permetterà ad Allegri, o al suo eventuale sostituto, di provare a riscattarsi subito, e neppure di lavorare con il gruppo al completo. I giocatori risponderanno alle convocazioni delle Nazionali e si ritroveranno solo per preparare le sfide contro Bologna e Maccabi Haifa, avversarie in teoria non proibitive, dunque insidiosissime visto quant'è accaduto finora.

MAURIZIO ARRIVABENE SCHERZA SULL ESONERO DI MASSIMILIANO ALLEGRI

 

La seconda caduta in cinque giorni, contro un allenatore che da soli cinque giorni sta allenando, ha inoltre messo a nudo la cosa forse peggiore: alla Juventus manca qualunque reazione emotiva. La squadra non lotta, non soffre, non si danna mai l'anima. Fino a un paio d'anni fa, chi guardava giocare i bianconeri pensava: adesso segnano. Spesso accadeva, e quasi sempre la Juve vinceva.

 

Ora la Juve passa in vantaggio e si fa raggiungere, oppure perde e basta. Quando a Monza è entrato Birindelli, più di uno juventino ha pensato con nostalgia a suo padre, nel senso di quella Juventus. Birindelli, non Del Piero o Zidane. Di quella grande squadra è rimasto solo Nedved. Non pochi dicono: purtroppo.

MASSIMILIANO ALLEGRImassimiliano allegri foto mezzelani gmt164

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”