ajax van der sar overmars

AJAX, AJAX! - STASERA TORNA LA CHAMPIONS CON LA SEMIFINALE SPETTACOLO TOTTENHAM-AJAX E FINALMENTE GODIAMO UN CALCIO NUOVO ED EFFERVESCENTE CHE HA MANDATO IN SOFFITTA IL PALLONE DELLA NOIA DEL CALCIO ITALIANO, E NON SOLO – L’EX JUVE VAN DER SAR, OGGI AD DEL CLUB OLANDESE: “QUESTO GRUPPO MI RICORDA LA SQUADRA CHE VINSE LA CHAMPIONS ’95" - E POI PARLA DI CRUIJFF…

Emanuele Gamba per la Repubblica

 

van der sar

Stasera si gioca la semifinale dei "poveri", o per lo meno di quelli che per vincere non si comprano chiunque pagandolo qualunque cifra. Che meraviglia che ci siano eccezioni, tipo il Tottenham arrivato fin qui senza aver fatto neanche un acquisto o l' Ajax che fattura come una squadra di metà classifica del campionato italiano. Ne parla Edwin Van de Sar, gran capo del club olandese, di cui è amministratore delegato.

 

Van der Sar, quanto è importante credere che non sono sempre i ricchi a vincere?

«Noi di diritti televisivi prendiamo 8-9 milioni l' anno, le possibilità di competere sono pochissime. La nostra unica arma è il calcio, l' unica prospettiva i calciatori: dobbiamo dimostrare cosa sappiamo fare con quello che abbiamo imparato in casa, mentre i ricchi lo imparano giocando in giro per il mondo».

 

Ma anche voi avete cominciato a spendere, no?

AJAX

«Il mio modello di riferimento è l' Ajax del '95, quello che conquistò la Champions grazie ai giovani talenti Davids, Seedorf, Overmars, Patrick Kluivert, i De Boer, ma anche con l' esperienza di Rijkaard e Danny Blind. I giovani devono avere qualcuno da ascoltare, in cui credere, che si metta a disposizione».

 

Questa squadra si può paragonare a quella del '95?

«Assolutamente sì. Quel gruppo vinse la Coppa Uefa contro il Torino nel 1992 e tre anni dopo anche la Champions. Questo sta facendo lo stesso percorso, anche se due anni fa la finale di Europa League l' abbiamo persa.

 

AJAX TOTTENHAM

L' Ajax è di nuovo in giro per l' Europa a fare danni con la stessa qualità di gioco e giocatori, con la stessa fiducia in sé stessa che aveva quella squadra in cui c' ero anch' io. Anche adesso abbiamo ragazzi che hanno coraggio di giocare al calcio e gente che li guida come Tadic e Daley Blind. Solo le risorse economiche non sono paragonabili».

 

Fu la sentenza Bosman a smantellare quella squadra. Perché la storia non si ripeta, quali argomenti avete per convincere i migliori a restare?

«Il campionato olandese non è interessante, i calciatori hanno bisogno di sfide, quindi abbiamo bisogno della Champions. Ora ai nostri giovani possiamo offrire l' Europa e la lusinga di farli diventare come i grandi del vecchio Ajax. Abbiamo prodotto dei video in cui abbiamo paragonato i ragazzi di oggi - De Ligt, De Jong, Onana, Van de Beek, Kluivert, Neres, Dolberg - ai grandi del passato. Il senso è questo: se vuoi diventare una leggenda, devi farlo qui.

 

ajax overmars

L' estate scorsa solo Justin Kluivert è andato via, sappiamo che altri lo seguiranno, però li stiamo convincendo che la vera sfida è crescere qui, vincere qui, giocare qui un calcio fantastico. E a quel punto puoi andare e lasciare il posto ai prodotti del vivaio che rinnoveranno la sfida, magari restando per cinque o sei anni prima di partire. La Champions garantisce i soldi per finanziare questo progetto».

 

IL CUCCHIAIO DI TOTTI A VAN DER SAR

Vorrebbe che si facesse qualcosa a livello politico perché i club come il vostro possano trattenere i grandi campioni?

«Dobbiamo creare un sistema per cui i grandi club dei campionati minori possano stabilmente confrontarsi con le formazioni delle leghe più importanti. Penso a società come noi, il Benfica, il Celtic, l' Anderlecht, il Salisburgo, il Galatasaray, il Fenerbahçe».

 

Ne ha discusso con Agnelli, suo presidente nell' Eca?

IL CUCCHIAIO DI TOTTI A VAN DER SAR

«Condivido la sua visione in vista del 2024. Il futuro è giocare sempre più partite a livello europeo e fare in modo che più squadre abbiano accesso a quel livello. Nel sistema così com' è, le differenze tra le varie leghe nazionali, soprattutto a livello di diritti tv, negano la competitività».

 

Quanto c' è di Cruyff nell' Ajax di oggi?

«È uno dei migliori che abbiamo avuto e ha influenzato la filosofia dell' Ajax e del Barcellona, indicando il modo in cui crescere i giovani».

 

E quando ne è stato influenzato lei?

AJAX

«Io meno. Ero un portiere, non è mai stato il mio allenatore e quando ho cominciato a lavorare per l' Ajax sì, ci siamo parlati, ma la mia area di interesse era diversa: mi occupavo di relazioni commerciali e istituzionali, di fare in modo che il nome dell' Ajax fosse conosciuto in tutto il mondo, dall' America al Sudafrica. Il mio lavoro più che con Cruyff ha a che fare con il nostro ruolo nel calcio moderno».

 

La finale di Champions è possibile: siete pronti per un' altra impresa?

«Siamo qui per cogliere un' opportunità, e per giocare a calcio. Siamo immaturi ma abbiamo entusiasmo, va bene così. E mi piace giocare questa semifinale contro il Tottenham, che rimane pur sempre un squadra inglese, quindi piena di risorse, ma che la ricchezza la sta investendo in uno stadio nuovo. Spero che anche loro riescano a trattenere i talenti che hanno».

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