italia galles al sei nazioni di rugby 1

ALLORA NON SIAMO COSÌ PIPPE! - LA STORICA VITTORIA ALLO SCADERE DELLA GIOVANE ITALIA DEL RUGBY CONTRO IL GALLES METTE FINE ALLA TRAVERSATA DEL DESERTO DURATA SETTE ANNI E CHE CI HA INFLITTO 36 AMARISSIME SCONFITTE CONSECUTIVE, ZITTENDO PER UNA VOLTA CHI SI CHIEDE (NON A TORTO) CHE CI FACCIAMO NEL SEI NAZIONI - A CARDIFF DECIDE ANGE CAPUOZZO, 22 ANNI, PUR SENZA AVERE LA STAZZA E IL PIGLIO DI UN CONDOTTIERO: L’AVVERSARIO ADAM JONES ALLA FINE GLI REGALA LA MEDAGLIA DI MIGLIOR GIOCATORE DELLA PARTITA… - VIDEO

Paolo Ricci Bitti per “Il Messaggero

 

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La traversata del deserto del popolo del rugby, stremato da 7 anni di peregrinazioni e 36 amarissime sconfitte consecutive, termina finalmente a Cardiff dove Ange Capuozzo, 22 anni, apre la difesa dei rossi gallesi pur senza avere la stazza e il piglio di un condottiero salvato dalle acque.

 

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La manna che cancella fame e sete così a lungo patite, nonché le facili insinuazioni («Che ci sta a fare l'Italia nel Sei Nazioni?») e perfino il previsto dodicesimo cucchiaio di legno, si chiama vittoria (21-22, p.t. 7-12) e non poteva innescare lacrime più dolci di quelle versate ieri dal capitano Lamaro e dalla sua banda di ventenni con cui il ct Crowley (si dice che ieri abbia sorriso) è stato incaricato dal nuovo corso del presidente Innocenti di invertire la rotta della nazionale più perdente di sempre: al tappeto dal 2015, con quello di ieri che diventa il 13° successo in 115 partite (più un pari nel 2006, miglior risultato qui in Galles ).

 

LA COINCIDENZA

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E sono curiosi gli scherzi che fanno la storia e la geografia: 25 anni fa (il 22 marzo 1997) l'Italia convinceva i parrucconi britannici a invitarla nel Cinque Nazioni battendo la Francia, campione in carica, a Grenoble.

 

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Due anni dopo, sempre a Grenoble, nasceva Ange Capuozzo, nonni paterni campani, che domenica scorsa ha debuttato segnando due mete alla Scozia (exploit record) e che ieri è come se ne avesse marcate altrettante.

 

Quando questo quarto di secolo - che vale una generazione - sembrava essere trascorso invano, è arrivato lui, Capuozzo. Nel rugby il singolo non fa mai la differenza, ma il velocissimo folletto esile come un giunco (71 kg per 1,77, il più piccolo dell'intero Championship) ha permesso alla squadra in stato di grazia di monetizzare una prestazione collettiva sopraffina.

 

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Il 23enne capitano azzurro e il mediano di apertura Garbisi, 21 anni, a Cardiff avevano di fronte monumenti ultratrentenni come Alun Wyn Jones (150 caps, record mondiale) e Dan Biggar (100): insomma, 250 presenze in due mentre tutti insieme i 15 titolari azzurri ne assommavano solo 209.

 

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Ma questa volta, contro tutti i pronostici, sono stati gli azzurri, lucidi e disciplinati come non mai, a tenere sempre in scacco i gallesi che sono sì riusciti a segnare tre mete, ma senza piegare lo spirito degli italiani che, placcaggio dopo placcaggio, hanno conquistato 5 penalty trasformati da Garbisi e Padovani.

 

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A un minuto dalla fine, però, il tabellone riportava un bugiardo 21-15, con il Galles che ha respinto gli azzurri ancora con un lungo calcio finito nelle mani di Capuozzo, ben dentro la nostra metà campo. Il piccoletto ha sprintato seminando i primi 4 gallesi nei pressi, poi un quinto.

 

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Dopo 60 metri di corsa elettrica ed elegante, gli restava giusto un avversario da superare, ma avrebbe segnato solo vicino alla bandierina rendendo difficilissimo il calcio di trasformazione determinante per ottenere la vittoria: Capuozzo, più con l'istinto geniale che con la coda dell'occhio, ha visto arrivare Padovani all'interno e gli ha trasmesso la palla con un passaggio perfetto che ha fermato il cuore di tutti gli italiani amanti del rugby.

 

Meta di Padovani sotto i pali, trasformazione di Garbisi, vittoria, Terra Promessa. Il miglior giocatore del match? Adam Jones, hanno sentenziato i delegati del Sei Nazioni: salvo che poi l'asso gallese, mentre Ange abbracciava la sua famiglia a bordocampo, è andato a donargli la medaglia di Mvp. Accade, nel rugby.

 

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