walter sabatini salernitana

UN ALTRO GIRO DI WALTER: "HO VISTO UN GRUPPO DIVENTARE UN MONOLITE" - L'ARTEFICE DELLA MIRACOLOSA SALVEZZA DELLA SALERNITANA È WALTER SABATINI, INGAGGIATO A GENNAIO DAL NEO PRESIDENTE IERVOLINO - IL DIRETTORE SPORTIVO, CHE QUANDO ARRIVÒ DISSE DI AVERE "IL 7% DI POSSIBILITÀ DI SALVARSI" HA RIVOLTATO LA SALERNITANA: 10 GIOCATORI ACQUISTATI NEL MERCATO DI GENNAIO (PIÙ L'ALLENATORE DAVIDE NICOLA) - I COLPI, I FLOP LAMELA E ITURBE, LE SCUSE A TOTTI. E PER IL PROSSIMO ANNO LA SUGGESTIONE CAVANI...

Giorgio Gandola per “La Verità”

 

walter sabatini 4

«L'ho capito giorno dopo giorno, quando ho visto il gruppo diventare un monolite. Un lavoro fideistico». A Salerno va in scena l'altro scudetto, quello impressionista e arcitaliano di Walter Sabatini, senza potenze straniere e private equity fra i piedi.

 

A Salerno si respira l'aria di un miracolo vero, una salvezza da follia cominciata con una frase non proprio beneaugurante del Franco Califano dei manager: «Siamo ultimi, soli e al freddo. Abbiamo il 7% di possibilità di non tornare in B». È il 10 gennaio, il giorno zero. Quella percentuale diventa un'icona, oggi i tifosi l'hanno stampata sulla maglietta e sul cuore. È il punto di partenza di un'impresa diventata realtà all'ultima giornata nel modo più assurdo: perdendo 4-0 in casa dall'Udinese. Ma la fede è proprio quella cosa lì. Il resto è noia.

 

danilo iervolino

A fine dicembre la Salernitana è straultima e rischia di essere espulsa dal campionato, il bipresidente laziale Claudio Lotito non riesce a vendere e solo la minaccia della Federcalcio smuove le acque. Mentre i giornali azzardano la nuova classifica senza i granata campani (massima depressione) arriva Danilo Iervolino, finanziere e imprenditore (università telematica Pegaso) che prova a risollevare e motivare un ambiente sfinito.

 

walter sabatini davide nicola danilo iervolino

Primo acquisto, suo nipote Antonio Pio Iervolino dall'Imolese, passiamo oltre. L'idea meravigliosa è quella di affidare le chiavi del negozio a un vecchio lupo di mare come Sabatini, nella speranza che tra una frase bohémienne e una voluta di vapore acqueo della svapo riesca a nascondere la retrocessione dentro un'aura di sconfittismo e nobiltà.

 

federico fazio

Invece lui apre il taccuino dei ricordi e degli amici, comincia a telefonare e in una settimana cambia faccia alla squadra: confeziona 10 acquisti (da Ederson a Simone Verdi, da Luigi Sepe a Federico Fazio, da Ivan Radovanovic a Pasquale Mazzocchi) e li mette a disposizione di Davide Nicola, un allenatore intelligente e moderno, capace di creare brividi caldi. Domenica dopo domenica, Salerno vola.

diego perotti

 

Cinque mesi per un'impresa, una vita a bocca aperta, niente fumo solo arrosto. Oggi Sabatini può mettere il punto esclamativo con la voce roca da bluesman. «Quando ho preso in mano la situazione mi hanno chiamato in tanti dicendo che stavo facendo una follia, così mi hanno caricato ancora di più. Quindi li ringrazio». La salvezza della Salernitana sta lassù in cima al suo orgoglio. «La metto al primo posto fra i successi della mia carriera, pura utopia. È stata la mia migliore performance, cosa che mi legittima a continuare. Se non fosse accaduto mi sarei messo in discussione».

 

ederson

Invece all'ultima giornata il Cagliari non va oltre lo 0-0 col Venezia già retrocesso. Salvi.

Ma non è la premiazione sul traguardo a gratificarlo, bensì il ciclista in fuga. «Il lavoro fideistico giorno dopo giorno mi ha fatto capire che quel 7% poteva diventare 100%». È il giorno del Walter, 67 anni, barba da profeta, parlata da intellettuale fanè della beat generation, uno che davanti alla quindicesima sigaretta spenta dentro una decina di tazzine di caffè ripeteva: «Ho il cervello di sinistra e il corpo di destra, sempre in conflitto».

 

festa per la salvezza della salernitana 7

 Oppure: «Il calcio per me è vita, è una forma d'arte attraverso cui mi esprimo». Uno così, alternativo dalla nascita, due anni fa ha dovuto smettere con i vizietti per via di un tumore. Ha battuto anche quello ai supplementari perché «ho fatto un compromesso con Dio». Per capire il ds più originale, antico e sornione d'Italia basta farsi spiegare come imparò a fumare: «Mio padre tornava dal lavoro alla Perugina e mi abbracciava. Amavo quell'impasto di fumo e cioccolato, era il profumo della mia infanzia. Così ho cominciato a tenere da parte i mozziconi e finirli di nascosto, uno stordimento bellissimo». La carriera dell'irregolare per antonomasia parte da Perugia, calciatore normale nella squadra dei puri e maledetti.

 

festa per la salvezza della salernitana 5

Impara a leggere libri da Paolo Sollier («Mi mise in mano Cent' anni di solitudine, non ho più smesso e ho finito per recitare Pier Paolo Pasolini in piazza»); conserva in tasca una foto con Renato Curi, che un giorno crollò in campo come Christian Eriksen ma non si rialzò più. «La tengo perché sembra che quella luce bianca lo inghiotta, e infatti così accadde».

 

Quando ricorda non riesce a trattenere una lacrima. Il Walter dà il meglio da direttore sportivo perché ha una dote rarissima: nelle pepite grezze riesce a vedere il campione. A Perugia svezza Gennaro Gattuso, alla Lazio lancia Alessandro Nesta e Marco Di Vaio. Al Palermo battezza Javier Pastore (pagato 6 milioni all'Huracan e venduto al Psg per 43) e Josip Ilicic. Alla Roma valorizza gente come Momo Salah, Miralem Pjanic, Edin Dzeko, Alexander Kolarov, Radja Nainggolan, Marquinhos, Alisson, oggi definito il miglior portiere del mondo.

 

SABATINI NAINGGOLAN 2

E costruisce la squadra che arriverà in semifinale di Champions senza di lui. Nel curriculum ha un paio di flop: scambia Erik Lamela per Omar Sivori e strapaga Juan Iturbe, rivelatosi un mediocre. In quegli anni lo Zdenek Zeman dei dirigenti diventa un guru, addomestica giornalisti e calciatori. Adora Francesco Totti («È una divinità, luce sui tetti di Roma») ma sotto sotto è il primo a spingere perché smetta. A differenza di Luciano Spalletti se la cava con una frase da paraguru: «Non volevo assistere al suo declino, ma non capivo che lui si divertiva. Gli chiedo scusa».

 

SABATINI PALLOTTA

Nell'era degli algoritmi, Sabatini è ancora un uomo di campo, impermeabile alla Humphrey Bogart e occhio svelto. «Ammiro la logica, ma se a dettare le scelte del mio lavoro è un software che tratta gli uomini come numeri e come pezzi di ricambio, io non ci sto. Se devo comprare qualcuno e sbilanciarmi, devono poter contare anche il mio occhio e la mia riflessione. Uno sciamano sa, per altre vie».

 

SABATINI

 Lo stregone che temeva di avere perso il fluido magico nelle ultime stagioni (prima con i freddi cinesi dell'Inter, poi con il Viperetta a Genova sponda Samp, infine con il canadese Joey Saputo a Bologna) oggi guarda la classifica da Salerno ed è felice. Vede il senso di un trionfo, forse il senso di una carriera. Ha trasformato il 7% in un bingo, nessuno squalo di Wall Street ci riuscirebbe. Il lavoro fideistico è compiuto.

TOTTI SABATINISABATINIfesta per la salvezza della salernitana 3SABATINIwalter sabatini salernitana festa per la salvezza della salernitana 2SABATINI ZAMPARINIrocco hunt festa per la salvezza della salernitana rocco hunt festa per la salvezza della salernitana rocco hunt festa per la salvezza della salernitana rocco hunt festa per la salvezza della salernitana lo spogliarello di priscilla salerno per festeggiare la salvezza della salernitana lo spogliarello di priscilla salerno per festeggiare la salvezza della salernitana priscilla salerno salernitana priscilla salerno salernitana priscilla salerno salernitana priscilla salerno salernitana ivan radovanovic priscilla salerno salernitana luigi sepe pasquale mazzocchi simone verdi walter sabatini 1walter sabatini 2walter sabatini 3festa per la salvezza della salernitana 1festa per la salvezza della salernitana 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…