mourinho allegri

IL CALCIO CAMBIA, GLI ALLENATORI PURE - MOURINHO E ALLEGRI SONO I TECNICI PIÙ PAGATI DELLA SERIE A, CON UN INGAGGIO DI 7 MILIONI NETTI A STAGIONE, MA VIVONO DUE SITUAZIONI AGLI ANTIPODI: IL PORTOGHESE È IDOLO INDISCUSSO DEI GIALLOROSSI, MENTRE MAX È FINITO NEL MIRINO DEI TIFOSI PER IL GIOCO POCO ENTUSIASMANTE (E LA PRIMA STAGIONE BIANCONERA CON "ZERU TITULI" DOPO UN DECENNIO DI COPPE…)

Claudio Savelli per “Libero quotidiano”

 

mourinho allegri

È giusto confrontare Max Allegri e José Mourinho viste le similitudini e gli ingaggi. In serie A, nessun tecnico guadagna più di 7 milioni netti a stagione. In più condividono momenti, missione e percorso: sono stati chiamati da Juventus e Roma per costruire una mentalità vincente, prima che un gioco, e non a caso hanno firmato contratti lunghi - quadriennale per il livornese, triennale per il portoghese -, a conferma della fiducia dei club nei loro confronti.

 

In teoria i due progetti non sono semplici e serve tempo per arrivare ai risultati, in pratica se Allegri prometteva lo scudetto e invece ha chiuso la prima stagione bianconera senza "tituli" dopo un decennio di coppe, Mourinho ha portato a casa la Conference nonostante sbandierasse pazienza e cautela. Certo, Max è arrivato prima in classifica, quarto contro sesto, ma il percepito è radicalmente diverso: l'uno è un osservato speciale a Torino, l'altro è re di Roma.

 

MAX ALLEGRI

PROBLEMI IN DIFESA

Anche se la classifica suggerisce il contrario, Allegri è più indietro nel processo rispetto a Mourinho perché ha usato il primo anno di gestione per radere al suolo la precedente impalcatura. José, invece, ha conservato le fondamenta e ci ha costruito sopra. Anche se le amichevoli vanno prese con le pinze, la Juve ha dimostrato nello 0-4 con l'Atletico Madrid che sono più le cose da creare che quelle esistenti. La retroguardia non funziona, Bonucci non dà copertura a Bremer che, a sua volta, è spaesato nel nuovo modo di difendere.

 

MAX ALLEGRI

 I terzini sono in fase calante da tempo eppure non sono stati toccati, la mediana prevede un regista che però non è ancora arrivato, quindi serve che Allegri dia piena fiducia a Fagioli (più avanti rispetto a Rovella o Miretti), l'attacco è spuntato al punto che Cuadrado dovrà giocare a sinistra, in una posizione in cui ha evidenti difficoltà, in attesa di Kostic (oggi potrebbe essere la giornata decisiva).

 

massimiliano allegri

Alle incongruenze si aggiungono le brutte notizie: anche Szczesny, dopo McKennie e Pogba, sarà indisponibile per la prima contro il Sassuolo.. La consolazione arriva dall'Inghilterra, dove sono sicuri dell'accordo con il Manchester United per la cessione di Rabiot. Dovesse partire, serviranno ben due centrocampisti: uno è Paredes (Fabian Ruiz a Parigi lo libererebbe), l'altro potrebbe essere Frattesi.

 

Meno centimetri ma più coerenza con le caratteristiche richieste a questa Juve: un regista rapido di pensiero e una mezzala di passo che sappia ribaltare l'azione e inserirsi. È però strano arrivare alla vigilia del campionato con un centrocampo-cantiere. Il reparto più debole delle ultime annate è anche quello con i lavori di ristrutturazione in ritardo.

 

MUOVERE I CUORI

ROMA SHAKHTAR MOURINHO PELLEGRINI

 La Roma ha usato la scorsa stagione per fare ciò che la Juve sta facendo quest' estate: fissare un modulo e capire che tasselli mancano. Il 3-4-2-1 è stato levigato nel tempo da Mourinho, che mai l'aveva considerato come modulo di riferimento in una sua squadra.

 

Ha indicato specialist delle posizioni vacanti e sono arrivati: due mediani, Matic e Wijnaldum, uno di copertura e regia e uno di gamba e inserimenti; Celik, alter ego ideale di Karsdorp che non aveva riserva, mentre a sinistra Spinazzola e Zalewski hanno approcci simili al gioco; e Dybala, a cui José ha offerto un ecosistema ideale: centrodestra dietro la punta, con un altro trequartista con cui duettare. Perfetto per la Joya che è ideale per il mister che agli occhi dei tifosi sembra ora l'artefice del salto di qualità.

 

mourinho FESTA ROMA CIRCO MASSIMO E COLOSSEO

Anche la virata su Zaniolo, prima sul mercato e ora al centro del progetto, è opera di Mourinho che sa di aver bisogno di una riserva-titolare in modo da sparigliare le carte come ai vecchi tempi. Seppur in altri ruoli e con le dovute proporzioni, Mou è affascinato dall'idea di schierare Abraham-Dybala-Zaniolo-Pellegrini insieme appassionatamente (lo ha fatto nel 5-0 contro lo Shakhtar), con il capitano che all'occorrenza scala in mediana come centrocampista al posto di Wijnaldum, come lo era quando ha pensato a Milito-Eto' o-Pandev-Sneijder nell'Inter del triplete.

 

mourinho come giulio cesare murale

Vuole poter sfoderare un assetto tattico apparentemente impossibile che muove i cuori dei tifosi, e pure il suo: se non si annoia, José fa ancora la differenza. Così, mantenendo la difesa a tre su cui continuerà a lavorare, ha due versioni di formazione: una più coperta e una più offensiva, senza rinunciare all'equilibrio.

 

Dopo anni di difficoltà, il Vate da Setubal si sta ritagliando uno spiraglio per tornare nel grande calcio: può stupire con una squadra che gli piace ma che non è favorita, capace quindi di alimentare la retorica dei deboli contro i forti. Allegri, invece, questa occasione deve ancora costruirsela. E in fretta.

MOURINHO IMPERATOREDAN FRIEDKIN MOURINHOmourinho FESTA ROMA CIRCO MASSIMO E COLOSSEO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”