roma antica

CAPUT MUNDI: IN UN LIBRO IL GRANDE RACCONTO DI ROMA ANTICA E DEI SUOI SETTE RE CHE IN REALTA’ FURONO OTTO SE CONSIDERIAMO ANCHE TITO TAZIO, RE DEI SABINI, CHE PER QUALCHE TEMPO FU COREGGENTE CON ROMOLO – DALLE MURA DI SERVIO TULLIO AL PONTE DI ANCO MARZIO, I PRIMI RE HANNO CONTRIBUITO A GETTARE LE BASI DELLA GRANDEZZA DI ROMA…

Estratto dell’introduzione di “Il grande racconto di Roma antica e dei suoi sette re”. Do Giulio Guidorizzi (ed. il Mulino), pubblicato da “il Messaggero”

 

roma antica

Dal bordo del lago di Nemi incoronato di alberi si può vedere, poco lontana, la cima del monte Cavo, dove sorgeva il santuario di Iuppiter Latiaris, il tempio più venerato dai Latini.

 

Sotto, uno specchio di acque cupe e il santuario di Diana, altro luogo sacro dei popoli albani. In lontananza, si scorgono la pianura e una striscia di mare.

 

Quando la luna si leva sopra il lago, la si può vedere riflessa nel mare, nel lago, oltre che alta nel cielo, e gli abitanti del posto chiamano questo spettacolo «la triplice luna»: tre lune, tre volte il viso di Diana.

 

Da Nemi, da quel bosco dove per secoli si celebrò il sanguinario rito nel corso del quale un sacerdote entrava in carica uccidendo il predecessore, prende avvio il Ramo d'oro di James George Frazer, un vertiginoso tuffo nel mondo delle origini, il libro che ha fondato l'antropologia culturale.

 

roma antica tito tazio

Diana Nemorensis: la Diana del bosco. Come scrive Frazer, «chi ha veduto una volta quell'acqua raccolta nel verde seno dei colli albani non potrà dimenticarla mai più». Il mondo della civiltà romana inizia qui. (...)

 

LA SIMBOLOGIA

Il sette è il numero magico per eccellenza, tale da conferire a ogni elenco una qualità di perfetta compiutezza, che lo rende definitivo, icastico, esemplare: sette sono le note, i mari, i giorni della settimana, i colori dell'arcobaleno, i Sapienti di Grecia, ma anche i colli su cui fu costruita Roma e i re che la governarono nei due secoli iniziali della sua storia.

 

Roma fu fondata, secondo la tradizione, nel 753 a.C.; il 21 aprile di quell'anno un uomo chiamato Romolo tracciò un solco sulla cima del Palatino; nel 509 a.C, duecentoquarantaquattro anni anni più tardi, l'ultimo re, il perfido Tarquinio, fu cacciato, e da allora ebbe inizio la respublica, e con essa la libertas: mai nessun re avrebbe più regnato su Roma.

 

Bastava anche solo dare adito al sospetto di volersi fare re per incorrere nella condanna a morte a furor di popolo. Se questi personaggi si sono impressi in modo indelebile nella memoria collettiva, l'unico che abbia mai portato ufficialmente il titolo di «re di Roma» nella storia successiva è il figlio di Napoleone, lo sfortunato Aiglon che fu nominato tale alla nascita e morì in esilio a Vienna appena ventunenne, senza aver mai messo piede nella Città Eterna.

ritrovamento romolo remo

 

Napoleone, l'imperatore repubblicano, per una strana nemesi della storia, o forse perché a sua volta affascinato da queste grandi figure di re agli inizi della gloria di Roma, aveva voluto che anche suo figlio venisse annoverato fra esse.

 

IL NUMERO

Duecentoquarantaquattro anni e sette soli re (in realtà otto, se consideriamo anche Tito Tazio, re dei Sabini, che per qualche tempo fu coreggente con Romolo). È improbabile che ognuno di loro abbia regnato in media trentacinque anni; si può pensare che l'elenco si sia consolidato sulla cifra canonica attraverso l'eliminazione di figure minori.

 

Ma quello che conta, ai fini di questo libro, è ciò che i Romani volevano conservare nella loro memoria. La loro mitologia non si nutriva delle imprese di eroi guerrieri o viaggiatori, uccisori di mostri e fondatori di città. Non vantava Achille né Ulisse o Teseo, solo indirettamente celebrati poi dai poeti latini.

 

roma antica 1

Il popolo che viveva tra i boschi e i fiumi del Lazio, in mezzo a collinette e laghetti vulcanici, non ricercava lo splendore delle storie, come i Greci, che si collocavano al centro politico e commerciale del mondo mediterraneo, circondati da antiche civiltà con cui intrattenevano fitti scambi. I re di Roma non ebbero neppure un Omero che ne celebrasse le imprese, né i Romani una casta di bardi, come erano gli aedi greci, che cantassero le vicende delle origini, esaltando aspirazioni e tradizioni del loro popolo.

 

I TRAGUARDI

Dunque, ci restano i sette re: Romolo fondò la città, Numa Pompilio si dedicò alla sua organizzazione religiosa e Tullo Ostilio a quella militare, Anco Marzio la dotò di un porto e di un ponte sul Tevere, l'opera di costruzione della città fu proseguita dai primi due re etruschi, Tarquinio Prisco e Servio Tullio, mentre il terzo, Tarquinio il Superbo, uno dei più famigerati villains della storia di tutti i tempi, si macchiò di tali nefandezze pubbliche e private da suscitare la ribellione del popolo e la soppressione della monarchia.

 

roma antica tito tazio

A mano a mano che si procede, la mescolanza di elementi leggendari e mitici si dipana sempre più verso la storia, anche se è la storia oscura e un po' romanzata delle origini: ma è anche vero che i Romani delle epoche successive continuavano ad avere sotto gli occhi le opere dei loro primi re, le mura di Servio Tullio o il ponte di Anco Marzio.

 

A parte Romolo, il leggendario fondatore figlio del dio Marte, a sua volta venerato come un dio col nome di Quirino in seguito alla sua morte soprannaturale, e il quasi altrettanto favoloso Numa, intimo di una ninfa al punto, secondo alcuni, di sposarla, gli altri re escono passo dopo passo dalla dimensione del mito per entrare nella storia, contribuendo ognuno per la propria parte alla creazione delle diverse istituzioni su cui si sarebbe fondata, nel corso dei secoli, la grandezza di Roma: l'esercito, i comizi, il senato, le magistrature, le leggi.

guidorizzi cover

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI, BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...