fabio caressa

UN CARESSA IN UN PUGNO! "ADANI? È UN EMOTIVO, MOLTO PREPARATO MA UN PO' PRECONCETTUALE IN ALCUNE COSE. IL SUO ADDIO A "SKY"? CERTE VOLTE E' MEGLIO SEPARARSI INVECE CHE PROSEGUIRE CON LA BOCCA STORTA" - "CASSANO? SPESSO LE COSE CHE URLA VENGONO RIFERITE A NOI DEL "CLUB" COME SE CE L'AVESSE CON NOI. SU DI CANIO, AD ESEMPIO..." - "L'ESCLUSIONE DELL'ITALIA DAL QATAR? LA COSA CHE MI DÀ PIÙ FASTIDIO È MIO FIGLIO CHE È DEL 2009 E NON HA ANCORA VISTO UN MONDIALE CON L'ITALIA." - IL TRIONFO NEL 2006, IL RAPPORTO CON BERGOMI E L'ERRORE DI QUESTI ANNI...

 

Alessio Pediglieri per www.fanpage.it

fabio caressa

 

"Andiamo a Berlino!". Tre parole che racchiudono un intero universo attorno all'evento più importante di tutti gli sport, un Mondiale. Una frase che – dall'oramai lontano 2006 – è entrata a fare parte dell'immaginario collettivo calcistico italiano, nella quale convergono emozioni, gioie e ricordi straordinari della cavalcata azzurra in Germania. Merito di Fabio Caressa, giornalista, conduttore, autore, commentatore, la cui voce ci ha accompagnato in quell'estate dorata in cui abbiamo potuto partecipare al trionfo della nostra Nazionale su tutto e su tutti.

 

caressa

Come anche la scorsa estate agli Europei, a 15 anni di distanza. Insieme a Caressa, in una lunga chiacchierata esclusiva nella redazione di Fanpage.it, abbiamo rivissuto quei momenti irripetibili e tanti altri, tra il suo mondo e il calcio di ieri, oggi e domani. Affrontando anche l'amarezza dell'ultima esclusione dell'Italia dai Mondiali, che lo stesso Caressa senza mezzi termini o giri di parole ha definito "la più grande sconfitta di sempre del calcio italiano".

 

FABIO CARESSA

Fabio, nel 2006 come nacque quella frase, "Andiamo a Berlino", che ancora oggi ti identifica?

"Ha segnato una buona parte della mia carriera, ma non c'era alcunché di preparato o artefatto. Tutto nasce da un carissimo amico, che non c'è più, con cui viaggiavo nel 2006 e che mi ripeteva sempre: "Facciamo le valigie e andiamo qui e là". E allora mi è venuta questa frase, che è stata poi quella che ha trascinato me e Beppe. Mi ricordo che prima della partita, mentre ci avvicinavamo allo stadio, parlavo con un collega e dicevo: "Oggi la faccio così, andiamo come viene, la faccio di pancia perché gli italiani oggi la sentono di pancia"".

CARESSA E BERGOMI

 

E della finale cosa ti ricordi?

"Tutto. Ricordo che faceva caldo, che abbiamo fumato una sigaretta di nascosto prima della partita, che prima dell'inizio dei supplementari cercavo di fumarne una seconda e arrivò un inserviente che mi disse che non potevo. Gli risposi malissimo. Dopo quella partita ero sfatto: c'è una foto in cui sono abbracciato con Beppe, stremati per le emozioni e il caldo. L'avevamo giocata anche noi e finita in piedi, urlando".

caressa bergomi

 

A proposito di Beppe Bergomi: siete una coppia inscalfibile.

"Praticamente è come se fosse mio marito, siamo sposati dal 1999. Facemmo una prova di telecronaca commentando un vecchio Juventus-Milan, uscimmo da quella saletta e io dissi subito a Beppe: "Sei nato per fare questo mestiere qui". Nessuno ha i tempi di Beppe, l'intervento secco, il non parlare più del 30% tempo. Non parla tanto, ma dice le cose: è portato, ha un dono naturale".

 

caressa al club di sky

Un altro compagno di viaggio, che però ha preso una strada differente, è stato Lele Adani.

"Lele è molto preparato, se mi posso permettere un po' preconcettuale in alcune cose, ma è tipico di chi ha un pensiero molto forte. Lele è un emotivo e con grande trasporto cerca di trasmettere agli altri. Il suo addio a Sky? Credo che nella vita arrivino dei momenti professionali in cui certe idee, tra linee editoriali e libertà di pensiero, non collimano più. In quei casi è meglio separarsi, piuttosto che proseguire con la bocca storta. Ora lui ha trovato anche uno spazio importante e sono molto contento".

 

caressa bergomi costacurta del piero sky calcio club

Lo stesso spazio che ospita le opinioni di Antonio Cassano, a volte molto critico anche con voi di Sky.

"Spesso le cose che urla vengono riferite a noi del Club ["Sky Calcio Club", programma d'approfondimento condotto da Fabio Caressa, ndr], un po' come se ce l'avesse con noi. Recentemente si è detto che ce l'avesse con Di Canio, fatto che lui stesso ha smentito. Io penso che parlasse in generale: un uomo che ha fatto del coraggio espressivo tutto il suo credo e la sua vita, nel caso parlasse di qualcuno in particolare, avrebbe avuto il coraggio di dire con chi ce l'aveva".

 

fabio caressa

Tornando al percorso al fianco della Nazionale: in cosa sono stati diversi gli ultimi Europei?

"Io ci credevo abbastanza, ma chi ci credeva per davvero era Beppe. Io ero l'unico che ci credeva nel 2006. La scorsa estate invece era Beppe, dalla prima partita. La finale è stata una grande emozione, forse anche più grande del 2006. Primo, perché avevo consapevolezza; secondo, perché venivamo dalla pandemia; terzo, perché era la prima finale che vedeva mio figlio a casa, partecipe quindi partecipava; quarto, perché non sapevamo con Beppe se avremmo continuato dopo degli Europei ancora insieme; e quinto, perché sentivamo con Beppe che il percorso era molto simile a quello del 2006, a livello di emozione crescente".

 

fabio caressa

Ti sei fatto un'idea di cosa sia successo contro la Macedonia?

"Bisognava ricostruire quella bolla e non è facile. Ti resta in testa la memoria della finale, ma nella partita dopo devi ricominciare da capo e non trovando quella stessa emozione poi la paghi, come è accaduto agli azzurri. Cercavano nella testa le stesse emozioni che però non potevi ritrovare, perché non eri alla fine di un percorso ma all'inizio di uno nuovo. Pensare adesso solo al 2026 è un grande dolore, ma abbiamo deciso di rimanere con gli stessi uomini che avevamo. Credo sia giusto che Mancini abbia deciso del suo futuro perché è un uomo che ha vinto. Ma non escludo che avverranno novità: è stata nettamente la più grande sconfitta della storia del calcio italiano e nei prossimi due mesi diventeremo un po' più razionali su quello che bisogna fare per colmare questo vuoto".

CARESSA

 

Un vuoto che abbraccia due generazioni di ragazzi, che cresceranno senza sapere cosa significa avere l'Italia ai Mondiali.

"La cosa che mi dà più fastidio è mio figlio che è del 2009 e non ha ancora visto un Mondiale con l'Italia. Hai voglia a dire che ce ne sono talmente tanti davanti che non te ne accorgerai neanche: invece sono proprio quelli gli anni in cui i ragazzi si avvicinano al calcio. Il primo Mondiale ce lo ricordiamo tutti, generalmente è la prima cosa che vedi del pallone e quindi questo lascerà un buco incolmabile. Poi Mancini decide liberamente, la Federazione decide liberamente, però non la liquidiamo come fosse una cosa normale perché se no è un dramma. Significherebbe che ci stiamo abituando a non giocare un Mondiale".

caressa

 

Intanto ci stiamo abituando ad un nuovo racconto dello sport e del calcio. Nuovi player, streaming, i social…

"Credo moltissimo nei nuovi canali. Ritengo che possano diventare una forte community e una forte aggregante di opinioni sul pallone. Si può fare indirizzando le scelte sulla strada di ciò che vogliono i fruitori del calcio, ovvero i tifosi che abbiamo abbandonato in questi anni. È cambiato il rapporto di fruizione e l'ha cambiato internet. C'è bisogno di interattività, intesa come un pensiero comune, per dare forza ai cambiamenti. Un atteggiamento proattivo, una circolazione di idee proficua".

caressa leotta

 

Si è fatto un errore in questi anni?

"Credo che oggi si sia andati troppo oltre sul numero di partite che vengono trasmesse. Alcune partite di scarso interesse bisogna metterle tutte insieme. E il prodotto va lavorato ancora di più, non farlo sarebbe un errore. Soprattutto sulla presentazione e il post delle partite. La creazione dell'evento, insomma. Perché oggi quello che funziona sono gli eventi in diretta".

caressaCARESSA E I SUOI OSPITI PARAGONANO DYBALA A MESSI

 

caressa bergomifabio caressa BERGOMI E CARESSAcaressa leotta 2BERGOMI E CARESSAfabio caressaFABIO CARESSAcaressaFABIO CARESSA

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...