roberto pruzzo

CHE FA OGGI ROBERTO PRUZZO? - L'EX BOMBER DELLA ROMA HA APPENA COMPIUTO 67 ANNI: COMMENTA IL CALCIO IN TV E ALLA RADIO ED È IMPRENDITORE, CON UN HOTEL E UN RISTORANTE - LO SCUDETTO, IL RIMPIANTO DEL MONDIALE 1982, LA DEPRESSIONE E I PENSIERI SUL SUICIDIO: "OGNI TANTO CREDO CHE SIA GIUNTO IL MOMENTO DI TOGLIERMI DAI COGLIONI. LA RETROCESSIONE IN B DEL GENOA CAUSATA ANCHE DA UN MIO RIGORE SBAGLIATO E LA FINALE DI COPPA CAMPIONI PERSA CON IL LIVERPOOL ANCORA MI VENGONO A TROVARE..."

Andrea Sereni per www.corriere.it

 

Dalla Roma alla Versilia

roberto pruzzo con la maglia della roma

I baffoni e l’aria sempre imbronciata ci sono ancora, i capelli meno, quelli si sono un po’ diradati, e ora tendono al bianco. Ma Roberto Pruzzo è lì sotto, 67 anni il primo aprile. Il tempo è passato anche per O’Rey di Crocefieschi, uno dei più grandi attaccanti degli anni 80.

 

Lo scudetto con la Roma nel 1983 come momento più alto, poi tanti gol, qualche delusione, quel dualismo con Paolo Rossi che gli costò il Mundial dell’82. Dopo il ritiro Pruzzo ha fatto per un po’ l’allenatore e il dirigente, ora è imprenditore. E non solo, commenta in radio e in tv la sua Roma, la Fiorentina e il calcio, il suo grande amore. Ma andiamo con ordine.

 

roberto pruzzo con la maglia del genoa

I primi anni al Genoa

Nato a Crocefieschi, piccolo comune in provincia di Genova, gioca scalzo per strada, di fronte al ristorante «7 nasi» dello zio. Lì viene notato dal presidente dell’epoca del Genoa, Renzo Fossati, che lo porta a Genova.

 

L’esordio in serie A arriva il 2 dicembre 1973, poi la retrocessione e conseguente risalita, con Pruzzo che vince la classifica cannonieri della serie B. Dopo poco lo chiama la Roma.

 

Lo scudetto alla Roma

In giallorosso Pruzzo diventa «Il Bomber». Fuma, a volte eccede a tavola, ma segna, tantissimo: in totale 138 reti in 314 presenze. La Curva sud lo elegge idolo: «Lode a te, Roberto Pruzzo» cantano in coro.

 

roberto pruzzo il bomber

Per Gianni Brera è un «ligure di razza nordica, gatto sornione, abulico e freddo quanto basta ad intuire d’acchito quando serve a prodigarsi su una palla e quando no». Vince tre volte la classifica cannonieri, e nel 1982/83 arriva lo scudetto.

 

Resta ancora qualche anno, anche dopo l’addio del mentore Liedholm. Il 15 maggio 1988 gioca l’ultima partita con la Roma: lascia dopo uno scudetto, quattro Coppe Italia e tre titoli di capocannoniere (è re dei bomber anche nel 1986). Chiude la carriera nella Fiorentina, da riserva: segna un unico gol, nell’ultima partita, contro la Roma.

 

roberto pruzzo in nazionale

Il rimpianto Mondiale

C’è un rimpianto, nella carriera di Pruzzo. Il Mondiale del 1982. Il c.t. Bearzot decide di convocare Paolo Rossi, reduce da due anni di squalifica, e lascia a casa Pruzzo, implacabile centravanti della Roma, capocannoniere della serie A.

 

Come riserva chiama Franco Selvaggi, nettamente inferiore a Pruzzo, per non creare un dualismo con Pablito. Critiche e contestazioni, ma quella scelta «mi penalizzò ma fu giusta», ha ammesso in seguito Roberto.

 

johan cruijff capitano barcellona

L’unico fuoriclasse

Ha giocato con tanti campioni, Falcao, Bruno Conti e non solo. Ma come fuoriclasse sceglie Cruyff, «per me è stato il più grande di tutti — ha detto in un’intervista a Il Messaggero —. Nella mia classifica precede pure Maradona e Pelè. Poi non può mancare Ronaldo il brasiliano che se non si fosse infortunato forse lo avrebbe avvicinato. Oggi? Soltanto Messi e Cristiano Ronaldo».

 

roberto pruzzo al cinema con lino banfi

Al cinema con Lino Banfi

Vanta qualche piccola comparata in alcuni film. Nel 1983, insieme a Carlo Ancelotti e Luciano Spinosi, partecipa alla partita finale del film «Don Camillo», di e con Terence Hill. L’anno seguente appare ne «L’allenatore nel pallone», con Lino Banfi, in cui torna anche nel seguito del 2008.

 

Brutti pensieri

Dopo il ritiro è stato per qualche anno allenatore, poi per breve tempo dirigente. Ha vissuto anche momenti difficili, come ha raccontato nella sua autobiografia: «Ogni tanto penso che sia giunto il momento di togliermi dai coglioni…».

 

E ancora: «Cosa mi resta della mia carriera da centravanti? I gol sbagliati e le sconfitte. Delle vittorie ho goduto poco, perché sono subito volate via. Le sconfitte no, sono rimaste qui. E ancora ci combatto. La retrocessione in B del Genoa causata anche da un mio rigore sbagliato e la finale di Coppa Campioni persa con il Liverpool (nonostante il mio gol...) ancora mi vengono a trovare ogni tanto».

 

il ristorante di roberto pruzzo

Il ristorante a Roma

Oggi Pruzzo gestisce un ristorante a Roma, l’Osteria del 9, inaugurata nel 2016. Nel locale ci sono tanti riferimenti alla Roma, ai protagonisti della storia giallorossa. Spesso c’è anche Roberto, che firma autografi e si presta per foto ricordo.

 

L’albergo in Versilia

Ha anche un albergo, in Versilia. Si chiama L’Hotel il 9, si trova a Lido di Camaiore. Struttura a 3 stelle, è gestita dallo stesso Pruzzo insieme alla figlia Roberta.

 

roberto pruzzo con la figlia e bruno conti

La famiglia

Durante un ritiro a Lucca conosce Brunella Picchi: la sposa il 20 agosto del 1976. Hanno avuto una figlia, Roberta, nata a Lucca il 7 agosto 1979. Tifosa della Roma, segue spesso il padre, e lo aiuta a gestire l’hotel in Versilia.

 

roberto pruzzo 3

Opinionista

C’è anche il pallone nella sua vita. Pruzzo commenta la serie A, con un focus particolare su Roma e Fiorentina, in radio e tv locali.

 

roberto pruzzoalbergo di roberto pruzzoroberto pruzzo 2

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