gerry cardinale barone milan

COME DAGO-DIXIT, GERRY CARDINALE CERCA SOCI PER IL MILAN E METTE IN VENDITA IL 22% DELLA PROPRIETÀ DEL CLUB ROSSONERO - LA NUOVA URGENZA DEL MANAGER AMERICANO È RIMPOLPARE IL SUO CAPITALE, ANCHE VENDENDO ALLO STESSO PREZZO A CUI HA COMPRATO - L’ELEMENTO CHIAVE PER CONVINCERE GLI INVESTITORI È LA COSTRUZIONE DELLO STADIO DI PROPRIETÀ, I CUI RICAVI IPOTIZZATI SONO DI BEN 211 MILIONI L’ANNO - LA PARTENZA DEI LAVORI VIENE DICHIARATA AD OTTOBRE 2025, LA CONCLUSIONE NEL 2029. MA LA REALTÀ È NEBULOSA - LA SMENTITA DI REDBIRD: "È UNA TOTALE INVENZIONE..."

Articoli correlati

DAGONEWS! CARDINALE E LE TRATTATIVA COL FONDO SAUDITA PIF PRONTO A DIVENTARE IL...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REDBIRD SMENTISCE REPUBBLICA: «NESSUNA VENDITA DEL 22% DEL MILAN, È UNA TOTALE INVENZIONE»

Da www.ilnapolista.it

 

redbird milan

RedBird smentisce la Repubblica sulla possibile vendita di quote del Milan. Non c’è nessuna intenzione da parte di Cardinale di vendere una quota del club. Lo ha riferito un portavoce di RedBird alla Reuters. Questa mattina il quotidiano aveva detto il contrario citando anche un documento di Washington Harbour, società di investimenti e consulenza finanziaria.

 

Scrive la Reuters:

La società di investimenti statunitense RedBird Capital ha smentito venerdì un articolo del quotidiano italiano La Repubblica secondo cui la società avrebbe intenzione di vendere una quota del Milan, la squadra di calcio italiana di cui è proprietaria dal 2022.

gerry cardinale di redbird 4

 

«Il resoconto di La Repubblica sulla vendita di una quota dell’AC Milan è una totale invenzione. È del tutto falso», ha affermato un portavoce di RedBird. RedBird ha rilevato il club dal fondo statunitense Elliott con un buyout di 1,2 miliardi di euro (1,32 miliardi di dollari).

 

In una precedente dichiarazione, che si è fermata quasi a una smentita totale, un portavoce di RedBird aveva detto a Reuters che Gerry Cardinale, fondatore e socio amministratore del fondo, «non conosce Washington Harbour e il documento citato dal giornale non è attribuibile a lui». Washington Harbour non ha risposto alla richiesta di commento della Reuters in merito al comunicato stampa.

 

Estratto dell'articolo di Enrico Currò per "La Repubblica"

https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/milan/2024/10/04/news/redbird_partners_milan_nuovo_stadio-423534589/?ref=drrt-2

 

gerry cardinale

Gerry Cardinale è sempre più a caccia di investitori per tenersi il controllo del Milan, appeso alla difficile realizzazione del nuovo stadio a San Donato. Nell’agosto 2022 la sua società di gestione degli investimenti RedBird rilevò il controllo del club dal fondo Elliott della famiglia Singer, che gli prestò poco meno della metà della valutazione di 1.2 miliardi di euro: 560 milioni tramite vendor loan (prestito del venditore) triennale.

 

Ma poco più di due anni dopo, mentre al Portello si gongola per il secondo attivo di bilancio (4.1 milioni per il 2023-24, dopo i 6.1 milioni dell’esercizio precedente), dagli Usa emerge la fretta di trovare nuovi soci. Non si tratta più solo dell’esigenza di pagare tra 11 mesi a Elliott il debito, che alla scadenza di agosto toccherà i 693 milioni (il 57.7% del valore attuale del Milan) e che è già salito con gli interessi dell’8% a 634,3: lo attesta il bilancio 2024 di ACM Bidco, la controllante del Milan, depositato ad Amsterdam lo scorso 30 settembre.

PAUL SINGER E GERRY CARDINALE E GORDON SINGER

 

Ora la nuova urgenza di Cardinale sembra quella di rimpolpare il suo stesso capitale, vendendo “al prezzo base di costo”, cioè senza guadagno, “fino a 150 milioni del capitale investito iniziale di 681 milioni, data la necessità dell’azienda di abbassare l’importo dell’investimento per riequilibrare il portafoglio”.

 

La formula testuale è riportata nel documento in cui Washington Harbour, società di investimenti e consulenza finanziaria, prospetta per conto di RedBird a potenziali investitori l’acquisto di una quota azionaria, pari al 22% del capitale che 25 mesi fa Cardinale avrebbe raccolto e investito nel Milan.

 

paolo scaroni ricevimento quirinale 2 giugno 2024

Il dossier circola dallo scorso maggio negli ambienti finanziari internazionali. Repubblica lo ha potuto visionare. Washington Harbour spiega di aver ricevuto mandato da RedBird per ribilanciare l’esposizione del manager newyorchese dell’intrattenimento[…]

 

Per invogliare gli acquirenti, le condizioni sono molto vantaggiose, “malgrado la significativa outperformance”, il risultato finanziario, “del 2022-23”. L’elemento chiave è il futuro stadio di proprietà, i cui ricavi ipotizzati sono di ben duecentoundici milioni l’anno. Un miliardo è la spesa, finanziata in parte con novecento milioni di debito, per un impianto da oltre settantamila posti di cui oltre tredicimila premium (club, logge, skybox), per il quartiere generale del club e per lo store, il museo, l’hotel, l’area ristoranti e bar, la vendita al dettaglio.

 

La partenza dei lavori viene dichiarata ad ottobre 2025, la conclusione nel 2029. Ma la realtà è nebulosa, visti il passo indietro verso la coabitazione con l’Inter per dividere le spese, e poi il revival dell’area di San Siro col parziale abbattimento dell’attuale Meazza.

 

scaroni maldini

Per ingolosire i soci eventuali, viene prefigurato un ricco guadagno all’uscita: chi investe i suddetti centocinquanta milioni potrebbe uscire nel 2027, rivendendo le proprie quote addirittura a trecentonovanta milioni, 2.6 volte in più.

 

[…] L’affare stadio è fondamentale anche per l’attuale management del club. Una tabella ad hoc, vaga sull’eventuale rifinanziamento a Red-Bird (si registra che il peso del vendor loan di Elliott arriverà fino a 766 milioni), introduce i MIP, acronimo di Management Incentive Plans, gli incentivi ai manager. Quelli citati nel dossier fissano in 569 milioni il compenso per l’attuale dirigenza del Milan nel migliore scenario di sviluppo possibile e in 358 il bonus nello scenario base.

 

furlani

L’ipotesi più pessimistica non prevede guadagni supplementari per i dirigenti. Le prime due postulano lo stadio, la terza il naufragio del progetto. Per Cardinale, per l’ad Furlani e per il presidente Scaroni è una fortissima motivazione in più per portare a termine l’operazione. 

PAUL SINGER E GERRY CARDINALE scaroni cardinale ibra milan borussia dortmundGERRY CARDINALE IN PIAZZA A FESTEGGIARE IL MILANRICCARDO SILVA GERRY CARDINALEgerry cardinalegiorgio furlanigiorgio furlanigerry cardinale

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."