sabelli spadafora malagò

COSA CAMBIERÀ CON SPADAFORA MINISTRO DELLO SPORT? L’ESPONENTE GRILLINO E’ STATO IN PASSATO VICINO A ‘ITALIA FUTURA’ E CONOSCE DA ANNI MALAGO’: IN BALLO LA RIFORMA DELLO SPORT DI GIORGETTI, CHE HA TOLTO AL CONI LA GESTIONE DELLA CASSA. SI PARLA DI UN PASSO INDIETRO DI SABELLI, AD DI ‘SPORT E SALUTE’, IL NUOVO ORGANISMO DI CUI E’ AZIONISTA UNICO IL MINISTERO DELL’ECONOMIA (E DUNQUE IL DEM GUALTIERI) 

vincenzo spadafora

Ferdinando Mezzelani per Dagospia

Valerio Piccioni per la Gazzetta dello Sport

 

Sarà Vincenzo Spadafora il nuovo ministro delle politiche giovanili e dello sport.

L' esponente pentastellato, uno dei «trattativisti» della prima ora sull' asse con il Pd, sarà dunque il titolare della delega fino a ieri nelle mani di Giorgetti. Si torna dunque al ministero dello sport, anche se senza portafogli.

 

Giovanni Malago' Foto Mezzelani GMT 002

Spadafora, 44 anni, sottosegretario nel precedente governo Conte con la delega a giovani e pari opportunità, è nato ad Afragola (Napoli). È stato il primo garante per l' infanzia d' Italia e il più giovane presidente dell' Unicef. Politicamente, dopo Udeur e Verdi, è stato capo di gabinetto di Rutelli ai Beni Culturali e ha partecipato a Italia Futura con Montezemolo.

 

 

Premesso che la parola sport non figura nel programma «ufficioso» di governo (dove c' è anche come ministro delle infrastrutture Paola De Micheli, presidente della lega volley femminile), che cosa significa la nomina di Spadafora? Assegnare al Pd la delega sarebbe stato dire: qui si cambia parecchio.

 

Ma la mancata scelta di Simone Valente, papà della riforma con Giorgetti, da diversi anni plenipotenziario «sportivo» 5 Stelle, potrebbe rappresentare comunque una parziale discontinuità. La riforma, rivendicata da Conte come un successo anche nella prolusione antisalviniana al Senato, non è in discussione, si possono però immaginare correzioni nella sua messa a terra.

 

spadafora

Spadafora, che conosce da anni il presidente del Coni Giovanni Malagò, è un «tifoso» del professionismo femminile. Su facebook, ha salutato con entusiasmo la prima volta di un arbitro donna in una finale calcistica europea: «Segnale importante in uno sport da sempre maschio-centrico» .

 

2. LA VENDETTA DI MALAGÒ CACCIA DI CASA SABELLI E GLI TOGLIE LE AUTO

Matteo Pinci per la Repubblica

 

Dalla lite al divorzio, fino alle vendette. Lo sport è in guerra con se stesso: da una parte c' è Giovanni Malagò, presidente del Coni, dall' altra Rocco Sabelli, ad di Sporte e Salute, la nuova società voluta dall' ex sottosegreatrio Giorgetti che al Coni ha prima tolto un portafoglio da oltre 400 milioni all' anno e poi la gestione dei biglietti omaggio dell' Olimpico.

 

giancarlo giorgetti vincenzo spadafora

Malagò ne aveva 536 a partita, in un anno fanno oltre 20 mila posti da spartire. «Clientele», per Sabelli, che ora gliene garantisce solo 20 (o 12 se gioca la Lazio). Malagò li ha rifiutati, ieri poi ha aperto una guerra del tutto personale durante la Giunta Coni, a cui ha detto di non voler avere più nulla a che fare con Sport e Salute, nonostante con loro avesse firmato un mese fa il perimetro di un contratto di servizio (che non ha presentato).

Giovanni Malago' Foto Mezzelani GMT 003

 

Ha così annunciato il distacco a proprio favore di 110 dipendenti da Sport e Salute, a cui negherà il logo, il marketing (leggi gli sponsor, quindi soldi) ma soprattutto la "casa": «Si trovi una sede», lo sfratto di Malagò a Sabelli, che pochi giorni fa aveva chiesto al Coni un affitto da 1,479 milioni, ignorando che gli spazi di Palazzo H (e stadio dei Marmi), di proprietà del vecchio Iusm, sono in comodato al Coni fino al 2032.

 

Come non bastasse, Malagò dopo la casa, toglierà al "nemico" Sabelli anche la macchina: le auto aziendali in uso sono frutto di un accordo Coni- Toyota, i dirigenti di Sport e Salute non le avranno più. Sabelli ci è ovviamente rimasto di sasso, ha denunciato «toni inaccettabili» e poi accusato Malagò di fare tutto ciò per un solo motivo: «La nuova policy sui biglietti sembra l' unica motivazione alla base di un così repentino cambio di atteggiamento» (ma nei posti riservati al cerimoniale di Stato, Sport e Salute ha invitato al derby il loro controllore della Corte dei conti).

Giovanni Malago' Foto Mezzelani GMT 001

 

Una cosa è certa: un mese fa Malagò era lo sconfitto della nuova legge di riforma dello sport voluta dal governo gialloverde. Ora ha la forza per andare alla guerra. In mano, carte nuove servite dal governo giallorosso.

 

Intanto il "nemico" Giorgetti, padre della riforma che al Coni ha tolto la gestione della cassa, è uscito dall' esecutivo. La delega allo sport è stata affidata a Vincenzo Spadafora: un M5S convinto, per l'ala oltranzista del Movimento una garanzia di continuità. Su cui però Malagò ritiene di poter fare leva, grazie al passato di forte vicinanza con Italia Futura del suo amico Montezemolo. In più al Mef, al posto di Tria (nominato in quota Lega), è subentrato Gualtieri, un dem d' acciaio. Non una scelta secondaria: proprio il Mef è azionista unico di Sport e Salute. Per questo intorno a Sabelli, lì imposto da Giorgetti, l' aria è pesante. E c' è chi immagina un suo passo indietro.

spadafora

Giovanni Malago' Foto Mezzelani GMT 005Giovanni Malago' Foto Mezzelani GMT 009Giovanni Malago' Foto Mezzelani GMT 007Giovanni Malago' Foto Mezzelani GMT 008Giovanni Malago' Foto Mezzelani GMT 011Giovanni Malago' Foto Mezzelani GMT 010Giovanni Malago' Foto Mezzelani GMT 004giorgetti sabellirocco sabelli

Vincenzo SpadaforaSPADAFORA CONTE E GIORGETTIvincenzo spadaforavincenzo spadaforavincenzo spadaforaGRASSO SPADAFORAVincenzo Spadaforaspadafora di maiovincenzo spadafora marco mengonivincenzo spadafora marco mengonivincenzo spadafora ivan cotroneovincenzo spadafora maria elena boschivincenzo spadafora mattarellavincenzo spadafora papa francesco bergoglioVLADIMIR LUXURIA E VINCENZO SPADAFORAvincenzo spadafora foto di bacco (2)vincenzo spadafora sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio (2)luigi di maio vincenzo spadaforaVincenzo Spadafora Pietro Dettori Alfonso Bonafede Riccardo Fraccaro

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…