joao felix

COSA C’È DOPO MESSI E RONALDO? JOAO FELIX - IL 19ENNE PORTOGHESE DELL’ATLETICO MADRID SI CANDIDA A FENOMENO DI DOMANI - PAGATO 126 MILIONI PIÙ 12 DI COMMISSIONE, SI E’ SCATENATO ALL’ESORDIO IN LIGA CON NUMERI D’ALTA SCUOLA - SIMEONE E’ PAZZO DI LUI: “OVUNQUE LO METTA HA UNA VISIONE DI GIOCO STRAORDINARIA. MA LA SUA DOTE PIÙ SORPRENDENTE È LA VOGLIA DI IMPARARE…” - VIDEO

 

Emanuele Gamba per “la Repubblica”

 

joao felix cr7

Il calcio non si estinguerà quando si estingueranno Messi e Ronaldo, il cui dominio decennale ha castrato almeno un paio di generazioni. La prossima avrà invece campo libero per molti talenti ventenni di straordinaria fulgidezza, introdotti da Mbappé, campione del mondo bambino, e adesso sublimati dalla purezza calcistica di Joao Felix, il ragazzo che marchierà gli anni Venti di questo secolo.

 

Di lui i più sanno ancora poco, grosso modo questo: è portoghese, ha 19 anni e gioca nell' Atletico Madrid che a luglio ha pagato al Benfica la clausola rescissoria di 126 milioni più 12 di commissione (un onesto 10% scarso, da noi si in genere si largheggia maggiormente) divisi tra il tentacolare Jorge Mendes, regista dell' operazione, e il procuratore, Pedro Cordeiro.

 

Per sapere il resto, basta guardarsi l' azione con cui El Menino de Oro , come l' hanno ribattezzato a Lisbona senza slanciare la fantasia, s' è conquistato un calcio di rigore (poi sbagliato da Morata) nell' esordio in Liga contro il Getafe: ha preso palla a 70 metri dalla porta, ha superato un primo avversario con lo scatto iniziale e il secondo con un doppio passo e un tunnel, il terzo se l' è tolto di mezzo con una spallata e il quarto, il truce stopper Bruno, puntandolo in dribbling e poi sfidandolo in velocità finché quello, frustrato, l' ha abbattuto.

joao felix

 

Il quotidiano As ha definito quei 13 secondi "scandalosamente maradoniani", ma è tutta l' estate che Joao colleziona meraviglie: ha fatto un gol e due assist al Real, segnato una doppietta alla Juve e sciorinato in assoluta leggerezza il suo calcio naturale, così lontano sia dall' irreplicabile istintività di Messi sia dalla brutale voracità di Ronaldo. Joao Felix fa cose di una naturalezza sorprendente, senza sforzo né fisico né di pensiero: è capace di fiondare lanci di precisione millimetrica prima che ne si colga il senso o ciondolare per un attimo con il pallone tra i piedi e poi scagliarlo senza nessuna avvisaglia all' incrocio dei pali.

 

Ma sa anche segnare di testa pur essendo esile e fiutare gli spazi vuoti (vedere il secondo gol alla Juve, con una capacità di lettura della traiettoria del pallone ben superiore a quella di De Ligt). Joao Felix non è un genio, ma un calciatore: nel senso che ha un modo di calciare la palla e di calarsi nel gioco del calcio assolutamente spontaneo, quasi simbiotico.

joao felix cr7

 

«La mia dote migliore», dice, «è l' intelligenza »: dare un' occhiata al campo e capire subito tutto. Lo hanno paragonato, e lui stesso lo ha fatto, a Kaká e Rui Costa, ma rispetto al brasiliano ha più senso del collettivo e al portoghese, suo dirigente al Benfica, un'attitudine al gol notevolmente più spiccata. Però non ha ancora un ruolo definito.

 

«Mi piace fare la seconda punta» e Simeone qualche volta lo fa giocare lì, altre lo piazza nel tridente (a destra o a sinistra è uguale) con Lemar e Morata, altre ancora esterno a centrocampo, ma in prospettiva il gioco gli girerà attorno: «Ovunque lo metta», spiega il Cholo, «ha una visione di gioco straordinaria. Ma la sua dote più sorprendente è la voglia di imparare».

 

joao felix

L'Atletico lo ha preso perché ha avuto coraggio e non ha esitato a investire una parte dei molti soldi felicemente incassati (120 milioni per Griezmann, 80 per Hernandez, 70 per Rodri, 30 per Martins) prima che il Benfica alzasse la clausola a 200 milioni, come stava facendo. Lo hanno trattato in molti e molto intensamente anche la Juventus, ma senza mai offrire più di 60 milioni.

 

Lui, poi, ha capito che l'Atletico sarebbe stato il posto giusto, e con l' allenatore giusto, per crescere, replicando in un certo modo la decisione felice e coraggiosa che prese quando aveva 15 anni e lasciò il Porto (che dall' operazione ha incassato 1,2 milioni, la cosiddetta solidarietà), dove era entrato 6 anni prima e dove lo avevano inserito nel prestigioso programma Pje (Potencial Jogador de Elite), ma continuando a chiedergli di mettere su muscoli.

 

joao felix

Così se ne andò al Benfica, lontano da casa (è di Viseu, nel nord del Portogallo, la stessa cittadina di Paulo Sousa) ma più vicino a un calcio naturale. Con le aguias ha battuto ogni record di precocità, fino a essere il più giovane a realizzare una tripletta in Europa League in quel 4-2 all' Eintracht che l' ha rivelato al mondo. Al Benfica divenne titolare a gennaio, quando in panchina fu chiamato un tecnico formato nel vivaio, Bruno Lage, che con lui, grazie a lui, ha scavalcato il Porto e vinto il titolo. Alla prima stagione da professionista, Joao Felix ha scodellato 20 gol e 11 assist. E ha ancora i brufoli sulle guance.

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)