COSI’ NON VALE - TERZA CADUTA DI FILA: ROSSI VA CON IL CULO PER TERRA ANCHE A LE MANS E BUTTA VIA UN MONDIALE ALLA SUA PORTATA. PER IL DOTTORE UN FUTURO DA MANAGER? SECONDO RADIO CATALUNYA, LA VR46 DI PROPRIETÀ DI ROSSI AVREBBE COMPRATO I DIRITTI DALLA ESPONSORAMA DUCATI E GIÀ NEL 2021 POTREBBE FAR SEDERE SULLE DUE MOTO IN MOTOGP SUO FRATELLO E LEADER DEL MONDIALE DI MOTO2, LUCA MARINI, E IL SUO RIVALE ENEA BASTIANINI…

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Roberto Balestracci per ''Libero Quotidiano''

 

C' è un momento nella vita di ogni sportivo, in cui i risultati ottenuti sanciscono la fine della carriera. E forse, purtroppo, quel momento è arrivato anche per Valentino Rossi. Il 41enne di Pesaro ieri a Le Mans ha raccolto il terzo zero consecutivo in classifica.

 

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Dopo le cadute nella seconda gara di Misano (aveva sfiorato il podio nella prima) e a Barcellona, Rossi è uscito subito di scena anche sul circuito francese andando per terra da solo in curva 3. Un errore, questo, che lo esclude definitivamente dalla corsa per il titolo mondiale, il decimo per lui.

 

A Le Mans vince in una gara bagnata un altro italiano, Danilo Petrucci, che con la Ducati ha saputo tenere a bada tutti lasciandosi dietro, negli ultimi giri, anche Marquez: non Marc, ma il fratello Alex, che per la prima volta in MotoGp è salito sul podio. Tornando a Rossi, nonostante l' annuncio della firma con Petronas per il 2021, fanno riflettere alcune indiscrezioni arrivate dalla Spagna sul possibile acquisto da parte del pesarese del team Avintia.

 

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diventa MANAGER? Secondo Radio Catalunya, la Vr46 di proprietà di Rossi avrebbe comprato i diritti dalla Esponsorama Ducati e già nel 2021 potrebbe far sedere sulle due moto in MotoGp suo fratello e leader del mondiale di Moto2, Luca Marini, e il suo rivale nella classe cadetta, il riminese Enea Bastianini. Sicuramente la permanenza di Valentino all' interno del panorama del motomondiale non può che giovare allo stesso movimento avendo una leggenda di quello sport come "testimonial".

 

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Rossi è infatti uno dei pochi motociclisti capace di far riempire gli spalti dei circuiti vestendoli di giallo (colore del suo 46) e anche l' unico che per ora ha ideato una vera e propria academy da cui sfornare talenti per il motomondiale. Ma oltre a mantenere Rossi all' interno del paddock, farebbe comodo alla MotoGp avere altri campionati così combattuti, così in bilico e così aperti a qualsiasi scenario.

 

Con Marc Marquez, trionfatore sei volte negli ultimi sette anni, messo fuori gioco alla prima gara complice una rovinosa caduta, tutti si aspettavano la fuga solitaria verso il titolo di Quartararo, ma così non è stato, con il francese andato in difficoltà in molte gare (anche in quella di ieri a Le Mans, dove ha chiuso nono): in nove gare ha raccolto solo tre vittorie.

 

E che sia un mondiale unico e aperto a tutto lo si capisce anche da un dato statistico legato al numero di piloti diversi che hanno colto almeno una vittoria in stagione: ieri a Le Mans è salito sul gradino più alto il nostro Petrucci, diventando così il settimo pilota diverso a vincere un Gp in questo 2020 dopo Dovizioso, Vinales, Morbidelli, Oliveira, Binder e Quartararo, eguagliando il record che reggeva dal 1977.

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Insomma, con Rossi proiettato sempre più verso una carriera da manager e da scopritore di talenti e con piloti sempre più competitivi, gli ingredienti per vedere una MotoGp competitiva e imprevedibile ci sono tutti. C' è rammarico però perché questa sembrava proprio essere l' ultima chance di vedere Rossi conquistare il suo decimo titolo.

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