cristiano ronaldo cr7

CR-FLOP - RONALDO HA SCASSATO I CONTI DELLA JUVENTUS (UN INVESTIMENTO MONSTRE DA QUASI 350 MILIONI TOTALI) E NON HA PORTATO IL SALTO DI QUALITA’ IN EUROPA - SEPARARSI CON UN ANNO DI ANTICIPO SULLA SCADENZA DEL 2022 PUO' ESSERE UN VANTAGGIO PER LA JUVE CHE RISPARMIEREBBE GLI ULTIMI 31 MILIONI NETTI DI STIPENDIO - NON E’ TUTTA COLPA DI PIRLO, IL BIENNIO DI STRATEGIE SBAGLIATE SI DEVE A PARATICI E NEDVED…

1 - FINE CICLO

Antonio Barillà per "la Stampa"

 

CR7

Amarezza. Rabbia. Incredulità. Lo stato d'animo bianconero traspare dai volti tesi, dalle teste basse, dalle bocche cucite: tacciono i vertici, tacciono i senatori, restano le parole di Pirlo, sulla graticola ma meno colpevole di quanto appaia, e quelle di De Ligt e Chiesa, garanti del futuro.

 

Spiega, il tecnico, d'essere stato rassicurato sulla conferma, e crediamo, a meno di crolli imprevisti, sia opportuno: cambiare allenatori come calzini non è da Juve e soprattutto non serve, nell'ultimo biennio ce ne sono stati sempre due a libro paga eppure sono peggiorati risultati e conti. Non capiamo, però, la motivazione addotta: «Perché il progetto è solo all'inizio».

 

Si parla così dopo una rifondazione profonda, un ringiovanimento coraggioso che richiede pazienza, e non ci sembra questo il caso: fra i titolari dello scorso anno è andato via solo Pjanic (Matuidi, Higuain e Khedira ruotavano) e sono stati innestati campioni costati, in tempi di crisi, oltre 200 milioni.

cr7

 

Tra questi Arthur, nazionale brasiliano venuto dal Barcellona, e Morata, nazionale spagnolo strappato all'Atletico Madrid, più McKennie, splendida intuizione, e due gioielli del campionato italiano sui quali bisogna chiarirsi: non siamo di fronte a Musiala o Arrey-Mbi, classe 2003, del Bayern né ad Ansu Fati (2002) del Barça, ma a un classe '97, Chiesa, con oltre 150 partite in A, pagato 50 milioni più 10 di bonus, e a un 2000, Kulusevski, meno scafato ma non certo da scoprire, altrimenti perché prenotarlo, a gennaio 2020, per 35 milioni più 9 di bonus? No, non c'è stata alcuna rifondazione, e parlare di squadra inesperta - copyright by Pirlo - è alibi fragile.

 

CR7

Conviene chiedersi, piuttosto, se si è speso bene. Perché mentre Kulusevski e Chiesa, ad esempio, hanno tante controfigure, mancano un regista di ruolo, un centravanti classico (prima di planare su Morata, erano stati seguiti Dzeko e Suarez: ma cos' hanno in comune?) e un'alternativa ad Alex Sandro.

 

Anzi, quella c'era, ma Pellegrini, pagato 22 milioni, è stato girato in prestito al Genoa. Prima di discutere chi guida la squadra - l'apprendistato non è una colpa - va messo in discussione chi l'ha smontata e ricostruita in due anni dopo aver voluto l'esonero di Allegri in nome di una rivoluzione estetica affidata a Sarri e naufragata.

 

juve lazio morata cr7

Paratici, responsabile del mercato, è in odore di rinnovo, ma come tutti i manager dovrà dar conto alla proprietà del suo operato, e intanto, recuperando umiltà, interrogarsi sulle sue scelte. Il popolo rimpiange la mediana Vidal-Pogba-Pirlo-Marchisio, ma, più semplicemente, siamo sicuri che dopo gli svincoli di Khedira e Matuidi e le cessioni di Emre Can e Pjanic sia stato allestito un centrocampo migliore? Il dubbio è lecito, ogni opinione rispettabile, i fatti dicono che la Juve, sognando lo spettacolo dopo anni di dominio italiano e due finali di Champions, è in ritardissimo in campionato (nulla è compromesso) ed è uscita due volte di fila agli ottavi: al vituperato Allegri capitò una volta sola, contro il Bayern dopo essersi trovato in vantaggio al 90' all'Allianz Arena.

cr7

 

Da quando Paratici è stratega unico, invece, hanno esultato il Lione e adesso il Porto che per rinforzarsi - copyright by Sergio Conceiçao - «ha speso tre-quattro volte quanto la Juve per Arthur». E, si badi, non è stata una serata storta, ma una summa di noti difetti bianconeri: approccio sbagliato, errori inconcepibili (ma che barriera era?), possesso sterile e povertà di gioco. Di solito, sopperisce Ronaldo.

 

Che però s' è concesso una pausa. Discuterlo è folle, basti ripassare la media-gol, ma i fatti valgono anche per lui e dicono che in tre anni di Juve ha segnato in Champions meno che nell'ultimo anno al Real e non ha mai oltrepassato i quarti. Una postilla: tra i fotogrammi dell'ultima, triste notte europea, c'è Nedved che prende a calci un tabellone. Saremo vecchi romantici e banali, perciò si perdoni la frase fatta: è un'immagine che non fa bene al calcio.

 

CR7

2 - JUVE FLOP, CR7 ADDIO?

Alberto Mauro per "il Messaggero"

 

A 975 giorni dal suo sbarco a Torino, Ronaldo diventa un caso di Stato. La fotografia della sua partita è la punizione qualificazione di Sergio Oliveira che gli passa sotto le gambe prima di infilarsi tra il palo e Szczesny; l' uomo che avrebbe dovuto riportare la Champions sotto la Mole spalanca le porte dei quarti al nemico, e la terza eliminazione consecutiva anticipata è uno shock, dopo Ajax (quarti) e Lione (ottavi).

 

cr7

Un passo indietro per la Juve che aveva raggiunto due volte la finale con Allegri in panchina, un crollo per Cristiano, che negli ultimi 5 anni al Real aveva sollevato 4 Champions. Eppure nel luglio 2018 CR7 sembrava la soluzione di tutti i mali bianconeri, compresi quelli europei, mentre adesso è difficile non considerarla un' operazione fallita.

 

CARI SCUDETTI Ad oggi (11 marzo) Ronaldo è infatti costato alla Juventus 232,7 milioni di euro tra ammortamenti e stipendio lordo, a cui vanno aggiunti i 115 milioni del cartellino al Real Madrid. Un investimento monstre da quasi 350 milioni totali, che ha sbilanciato i conti bianconeri esasperati dal Covid.

INTER JUVE CR7

 

Un prezzo troppo salato per vincere due scudetti (per il terzo la strada è parecchio in salita) e raggiungere un quarto e due ottavi in Europa. Ecco perché separarsi con un anno di anticipo sulla scadenza del 2022 potrebbe essere un vantaggio reciproco: la Juve risparmierebbe gli ultimi 31 milioni netti di stipendio e Ronaldo potrebbe rimettersi in gioco, con Psg e Inter Miami alla finestra ma ancora nessuna offerta concreta.

 

Dall' estero intanto piovono critiche sulle strategie di Andrea Agnelli, The Independent non usa giri di parole: «Se Agnelli vuole riformare il calcio europeo forse dovrebbe iniziare lavorando alla costruzione di una squadra adeguata». Silenzio dai dirigenti dopo l' eliminazione, e nessuna parola da parte dei veterani nel post gara: toni invece piuttosto accesi nello spogliatoio per un confronto tra Bonucci (innervosito dopo il cambio) compagni e allenatore, mentre per Chiellini la serata contro il Porto potrebbe essere l' ultima in Champions da calciatore, considerando il contratto in scadenza nel 2021. Pirlo non rischia a meno di tracolli imprevisti in campionato, anche perché la sua mancanza di esperienza in panchina non si scopre certo ora.

 

agnelli cr7 paratici

«Speriamo di poterci riprovare l' anno prossimo - il suo commento alla consegna del Tapiro d' Oro -. L' errore di Ronaldo in barriera?

Non è solo quello: abbiamo commesso sbagli che ci sono costati la qualificazione. Il voto a Ronaldo lo lascio dare ai giornalisti, per me è sempre 7, come il suo numero. Il mio futuro? L' ultima volta mi avete chiesto se avrei mangiato il panettone, ora spero di mangiare pure la colomba».

 

La società ha scommesso su Pirlo per un progetto sul medio lungo termine, accompagnando i nuovi giovani nella crescita per diventare futuri campioni. Una transizione obbligata in nome di un ricambio generazionale necessario, a far discutere è soprattutto la gestione degli ultimi anni con la decisione di esonerare Allegri per inseguire qualcosa che Sarri non mai è riuscito a dare.

PIRLO TAPIRO

 

Il fallimento in Champions ha evidenziato anche i limiti di una rosa profonda ma poco strutturata secondo le esigenze dell' allenatore, con poca qualità e varietà. Pochi tre attaccanti per giocare su tre fronti, rischioso non avere un terzino sinistro di riserva, soprattutto in tempi di Covid. E in apertura di Borsa il titolo Juventus ha fatto segnare un -6,5%, per poi chiudere con un -8%. Forse oggi il minore dei mali.

 

ALLEGRI PIRLOpirloparatici nedved

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”