giovanni malago' spadafora

LE DISAVVENTURE DI YOGHI E BUBU - SPADAFORA HA SEMPRE PENSATO A UNA SOLA COSA: COME RIDARE AL CONI QUELLO CHE LA RIFORMA GIORGETTI GLI AVEVA TOLTO. E NEL FRATTEMPO COSTRUIRSI UN DIPARTIMENTO CHE, COME HANNO SCRITTO I TECNICI DI PALAZZO CHIGI, È MOLTO DI PIÙ: UN DICASTERO A SÉ - DA TEMPO HA STRETTO UN PATTO DI FERRO CON GIOVANNINO MALAGÒ. ANCHE SE HA MESSO A DURA PROVA LA PAZIENZA DEL PRESIDENTE DEL CONI PERCHÉ NON GLI È RIUSCITA COL BUCO NEMMENO UNA CIAMBELLA…

spadafora malagò

DAGONEWS

 

I lavoratori sportivi, il riconoscimento previdenziale, i centri danza, lo sport non è solo il calcio. Tutte chiacchiere. Vincenzo Spadafora ha sempre pensato a una sola cosa: come ridare al Coni quello che la riforma Giorgetti-Valente gli aveva tolto. E nel frattempo costruirsi un dipartimento che come hanno scritto i tecnici di Palazzo Chigi, è molto di più: un dicastero a sé.

 

SPADAFORA E GIORGETTI

Potere è la parola che accompagna l’impegnativa carriera del ministro dello Sport. Che lo sappia esercitare è un altro discorso. Non ha azzeccato un provvedimento, ha litigato con tutti i ministri, è isolato rispetto a Conte e con Di Maio i rapporti non sono quello che erano. Solo un legame non ha conosciuto crisi.

 

Da tempo ha stretto un patto di ferro con il presidente del Coni Giovannino Malagò. Anche se ha messo a dura prova la pazienza dell’ex Aniene boy perché non gli è riuscita col buco nemmeno una ciambella.

 

All’inizio di ottobre persino l’Agenzia delle Entrate ha risposto picche al duo Spadafora-Malagò. Il Dipartimento dello Sport aveva perorato col fisco la causa del Coni per non pagare l’Iva sul contratto di servizio che lo lega a Sport e Salute: 15 milioni 186 mila euro anziché 18 milioni 123 mila. 3 milioni da togliere alle casse dello Stato in un momento drammatico. La risposta dell’Agenzia delle Entrate è stata perentoria: “Tutte le prestazioni fornite sono da considerarsi ai fini della disciplina Iva e quindi il corrispettivo va pagato regolarmente”.

malagò giorgetti valente

 

Adesso l’account Twitter Sport Insider rivela il segreto di Pulcinella nei palazzi: cambio di strategia per Yoghi e Bubu, alias Malagò e Spadafora, che metteranno in legge di bilancio il suppostone a Sport e Salute, togliendogli 114 dipendenti e immobili per 70 milioni. Gualtieri e Zingaretti consentiranno questa clamorosa forzatura? E i 5 stelle?

 

VINCENZO SPADAFORA GIOVANNI MALAGO'

 POLTRONIFICIO SPADAFORA

Alessandro Da Rold per www.laverita.info

 

Vincenzo Spadafora è sempre più isolato nel governo di Giuseppe Conte, non solo per l’ultima clamorosa bocciatura da parte del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi del testo unico di riforma dello Sport. Il ministro del Conte bis, infatti, vive da più di 6 mesi sotto gli attacchi continui da parte della maggioranza, in particolare quella a 5 Stelle che già in agosto avevano messo in dubbio l’operato del ministero.

giuseppe pierro foto di bacco

 

Sul tavolo degli imputati, secondo parlamentari pentastellati e consiglieri di palazzo Chigi, sarebbero anche i membri del gabinetto ministeriale, dal capo Giovanni Panebianco fino al numero uno del dipartimento Giuseppe Pierro e ancora quello del legislativo, Dario Simeoli. Solo sui social network il ministro sembra essere elogiato per le sue politiche, con commenti al miele sotto i suoi post su Facebook dove spesso risponde «faccio solo il mio lavoro».

 

Del resto non è la prima volta che Spadafora finisce in mezzo alle critiche, basti pensare all’ultimo articolo della Verità che ha raccontato le decine di assunzioni fatte in questi mesi, un vero e proprio poltronificio che ha creato non pochi malumori a palazzo Chigi. Non solo. Spadafora ha una lunga lista di insuccessi amministrativi.

simone valente foto mezzelani gmt 061

 

Nell’ultimo testo il Dagl evidenzia «numerose criticità redazionali, sia dal punto di vista della chiarezza dei contenuti, sia del linguaggio normativo». E viene evidenziato, come il ministero «non si limita a riordinare il Coni e la disciplina di settore, ma si estende a tutti i profili che interessano latamente l'ordinamento sportivo». Così è avvenuto in passato.

 

Basta ripercorrere le tappe del noto bonus giugno, annunciato, poi rimandato, poi ancora bloccato. La vicenda va avanti dalla fine di luglio. E persino il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri fu costretto a intervenire con un comunicato stampa, rispondendo a chi lo accusava di ritardi.

 

GIANCARLO GIORGETTI VINCENZO SPADAFORA

Per di più sui quotidiani emerse anche la forte irritazione del numero uno del Mef per la situazione. E nella nota del 27 agosto via XX settembre scrisse appunto che «in merito a presunti ritardi relativi alla firma del testo, si precisa che il provvedimento è stato siglato oggi, non appena ricevuta la versione definitiva dagli uffici del ministero dello Sport».

 

GIANCARLO GIORGETTI ROCCO SABELLI

Si trattò di una stilettata diretta proprio agli uffici di Spadafora. Per di più il bonus è stato bocciato anche dalla Corte dei Conti, cosa che fece indispettire il politico di Afragola che se la prese con la burocrazia in Italia. Peccato che la magistratura contabile poco centri con il mondo della pubblica amministrazione.

SIMONE VALENTE STEFANO BUFFAGNI

 

Ma è sulla riforma della legge che negli ultimi 3 mesi si è consumato uno strappo quasi insanabile con i 5 Stelle. Il 3 agosto, infatti, una lettera informale firmata dai grillini fu chiesto di rinviare la riunione della maggioranza proprio sul decreto attuativo della legge dello sport. All’epoca si parlò anche di togliere le deleghe al ministro, tanto che il ministro diede le dimissioni il 4 agosto e il presidente del Consiglio le congelò.

 

vincenzo spadafora incartato foto mezzelani gmt 087

Del resto la lettera firmata dai parlamentari Felice Mariani, Nicola Provenza, Manuel Tuzi, Simone Valente e il senatore Emanuele Dessì, veniva sottolineato come «la bozza di decreto legislativo derivante dall'attuazione della legge 86/2019 non sia pronta per approdare in Consiglio dei Ministri». A quanto pare presentava ancora le correzioni in bozza, persino firmate da importanti dirigenti del mondo sportivo. A settembre sulla riforma decise di intervenire persino il Cio, con il presidente James McLeod, che con una lettera inviata a Spadafora si spiegava che la riforma dello sport era ancora in netta violazione della Carta Olimpica per quanto riguarda sia «l’autonomia dello sport, sia la sua governance».

 

FELICE MARIANI

In tutto questo poi ci sono le critiche arrivate dal mondo del calcio, come gli screzi anche con il ministro della Salute Roberto Speranza. E infine, una perla, è quella del bando per consulenti esperti del fondo Sport e Periferie. A giugno fu pubblicato un bando con una società del Mef, Studiare Sviluppo. Ma esiste già un’unità operativa di questo tipo presso Sport e Salute e persino con Invitalia del commissario Domenico Arcuri. Non a caso andando ancora adesso sul sito compare una «errata corrige». Insomma, gli errori non si contano più in casa Spadafora.

vito cozzoli foto mezzelani gmt 026vincenzo spadafora e vito cozzoli foto mezzelani gmt 072GIORGETTI E SABELLI AL FORO ITALICO PER IL BEACH VOLLEY

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?