agnelli ceferin florentino perez

DOPO LA GUERRA SULLA SUPERLEGA, IL COMPROMESSO CON LA SUPER CHAMPIONS? - PER ANDARE INCONTRO ALLE BIG, CHE CHIEDONO STABILITÀ AI RICAVI, SI IPOTIZZA IL RIPESCAGGIO TRAMITE WILD CARD DELLE SQUADRE TITOLATE CHE NON RIESCONO A QUALIFICARSI TRAMITE IL PIAZZAMENTO IN CAMPIONATO - PRATICAMENTE UN RIPESCAGGIO "PER MERITI" CHE NON TOGLIE NULLA ALLE ALTRE MA CHE OBBLIGHEREBBE AD AUMENTARE LE PARTITE DI COPPA - LE DISCUSSIONI SUL SALARY CAP PER I GIOCATORI

ADRIANO GALLIANI

Giovanni Pons per "Affari & Finanza - la Repubblica"

 

Cosa rimane sul tavolo del calcio europeo dopo i tre giorni pazzi in cui è nata e morta la Superlega? Sarebbe facile dire i cocci delle squadre, molte delle quali in perdita e indebitate, costrette a ristrutturarsi se falliscono un obbiettivo sportivo. Ma i problemi strutturali rimangono e non sono nati nè con la Superlega nè con il Covid, sono lì da molti anni. Dunque bisogna sperare che dopo la fase degli insulti e delle proteste arriverà il tempo delle trattative.

 

MARCO BOGARELLI

La Superlega non era un progetto nuovo, era nella mente di Adriano Galliani e Marco Bogarelli già all'inizio degli anni Duemila, negli ultimi tre anni ci ha pensato Florentino Pèrez a rinverdirla, ma è sempre stata usata come una minaccia nel caso la Uefa non fosse venuta incontro alle esigenze delle squadre più blasonate.

 

Ora la minaccia è venuta allo scoperto proprio nel momento in cui si stava approdando a un nuovo format della Champions League che, sembra, non soddisfaceva a pieno i grandi club. In realtà le parti non erano così lontane. La Super Champions, chiamiamola così, ha il vantaggio di restare all'interno dell'impalcatura tradizionale, quella delle qualificazioni in base ai risultati ottenuti nei campionati nazionali. Evitando così fin da subito la critica più pesante, quella che fa infuriare i tifosi, la spaccatura tra squadre di élite, privilegiate, e squadre popolari sacrificate.

Florentino Perez

 

Tuttavia il principio delle qualificazioni può essere mitigato, come si stava discutendo prima dello scoppio della baraonda, per venire incontro alle squadre più blasonate che reclamano una maggiore stabilità dei loro introiti. Cioé potrebbe passare il concetto del merito storico per le squadre che hanno un lungo passato di partecipazione alle competizioni europee.

 

Per fare un esempio concreto, se un anno la quinta classificata del campionato italiano, che non potrebbe accedere alla Champions per merito, si chiamasse Juve, Milan o Inter, allora l'accesso sarebbe garantito ugualmente, riservando nel numero totale dei partecipanti alcune wild card per le squadre con merito storico. Inoltre il nuovo format potrebbe prevedere un numero di squadre e partite superiore, proprio per allargare audience e ricavi. Il numero delle partite potrebbe salire da 125 a 225 e, se oggi la squadra vincitrice deve disputare 13 partite, con la nuova formula salirebbero a 19, andando a giocare al giovedì e cominciando un po' prima, ad agosto.

 

infantino ceferin 2

Queste modifiche sarebbero compatibili con il mantenimento del valore dei campionati nazionali, che è il punto fondamentale su cui si è infranta l'idea della Superlega, che avrebbe invece segmentato in due distinti livelli le partite di campionato e quelle di rango superiore, provocando una perdita di valore nell' ordine del 30% dei campionati nazionali (se le autorità avessero permesso alle squadre della Superlega di partecipare comunque ai campionati nazionali) ma anche fino anche al 60-70% (se fosse intervenuto un divieto alla partecipazione).

 

È chiaro che non tutti i problemi sul tavolo tra Eca e Uefa possono essere risolti per incanto, rimane per esempio il tema del controllo sulle sponsorizzazioni, sul quale le squadre sono molto sensibili, ma oggi in molti sono fiduciosi nel pensare che dopo lo strappo si possa arrivare a una soluzione concordata. Forse anche con l' introduzione a livello europeo del famoso salary cap, cioé il tetto al monte stipendi dei giocatori rapportato a una percentuale (50-55%) del fatturato delle singole squadre, come già avviene in Spagna dove ha prodotto buoni risultati.

 

aleksander ceferin

Dunque, in attesa che le diplomazie si rimettano al lavoro occorre anche capire cosa può succedere al campionato italiano dopo lo scossone Superlega. I diritti tv per il triennio 2021-2024 sono stati assegnati alla piattaforma Dazn, del magnate Leonard Blavatnik, per 840 milioni, anche se è ancora in corso l' assegnazione delle ultime tre partite in co-esclusiva per le quali Sky ha fatto un' offerta di 97 milioni non giudicata sufficiente dalla Lega calcio. Rinunciare totalemente alla presenza di Sky e alla distribuzione via satellite sarebbe comunque rischioso per le squadre italiane, perché vorrebbe dire mettersi totalmente nelle mani di una app in streaming che deve conquistare 3-4 milioni di clienti per avere successo e che sta puntando a far salire il fatturato per quotarsi in Borsa.

agnelli florentino perez

 

Se il successo di Dazn non arrivasse nei termini sperati tra tre anni le squadre avrebbero di che pentirsene e un potere contrattuale ridotto ai minimi termini. Più intelligente per loro sarebbe tornare a esaminare l' operazione di creazione di una Media Company insieme ai fondi di investimento, accantonata per l' opposizione di sette squadre ma che offrirebbe una soluzione strutturale e di lungo periodo al calcio italiano.

 

Per esempio le tre partite non ancora assegnate potrebbero essere acquisite dalla Mediaco, formando un pacchetto più consistente insieme ai diritti della serie B e della Coppa Italia attraverso la nascita di un "canalino" della Lega da vendere ad altri operatori come la stessa Sky, Amazon, Vodafone o Netflix.

 

Karl-Erik Nilsson Ceferin

In questo modo si potrebbero sviluppare competenze e capacità per arrivare tra tre anni con una forza negoziale molto più ampia per poter debuttare con un "canalone" e dare una spinta decisiva ai ricavi delle squadre della Serie A. La cordata di fondi era pronta a valutare la serie A 1,7 miliardi, altri 1,2 miliardi sarebbero arrivati da una linea di credito messa a disposizione da Goldman Sachs a patto che la responsabilità del rimborso fosse solidale. Ma è proprio questo ultimo principio che è mancato nella Lega, la collaborazione tra presidenti, in mancanza della quale qualsiasi progetto a lungo termine rimarrebbe sulla carta.

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?