IL DPCM ALLA VIVA IL PARROCO - IL PRETE SI RIBELLA ALLA MULTA DI 500 € PER IL CALCETTO IN ORATORIO: "NESSUNA VIOLENZA DELLE NORME ANTICOVID. IL DPCM QUI NON VALE". E INVOCA I PATTI LATERANENSI: " LA POLIZIA MUNICIPALE NON DOVEVA ENTRARE" – CHI COMANDA IN ORATORIO? LO STATO, LA CHIESA O IL DIO PALLONE? IL COSTITUZIONALISTA DI ROMA TRE SPIEGA CHE GLI ACCORDI TRA STATO E CHIESA IN QUESTO CASO…

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Niccolò Zancan per "la Stampa"

 

DON DAVIDE SMIDERLE DON DAVIDE SMIDERLE

Chi comanda in oratorio? Il parroco, in nome della Santa Sede, oppure la polizia municipale agli ordini dello Stato Italiano? Questa domanda, non proprio di poco conto, è alla base del ricorso presentato da una parrocchia di Chivasso, davanti al Prefetto di Torino, per chiedere l'annullamento di una multa da 533 euro per violazione della norme anti covid. «L'articolo 9 del Concordato prevede che la forza pubblica non possa entrare per l'esercizio delle sue funzioni negli edifici aperti al culto senza averne dato previo avviso all'autorità ecclesiastica, salvo i casi di urgente necessità.

 

Poiché le attività di controllo a campione non sono, per definizione, casi di urgente necessità, bensì operazioni di routine, i controlli che la polizia svolgesse nelle chiese circa il corretto uso dei dispositivi di protezione individuale, senza aver prima avvertito il vescovo in base a ragionevoli motivi, devono in generale ritenersi illegali». Lo scorso 4 dicembre un cittadino ha chiamato la centrale dei vigili di Chivasso per protestare: «Li vedo! Ho fatto le foto. I ragazzi dell'oratorio Beato Angelo Carletti giocano a pallone e pure a basket. Se ne fregano dei divieti. Come è possibile in piena zona rossa?».

oratorio 2 oratorio 2

 

Era la seconda volta che gli agenti della polizia municipale dovevano intervenire per questa stessa ragione, nell'ora pomeridiana fra il catechismo e la messa. La prima volta avevano cercato una via diplomatica, per così dire. Insomma: avevano spiegato, avevano avvertito. Avevano lasciato correre.

 

oratorio 3 oratorio 3

Ma la seconda volta, quel giorno di dicembre, constatato che 17 ragazzini, seppur muniti di mascherina, stavano giocando nel cortile dell'oratorio, hanno firmato il verbale di accertamento numero 3631: «Sanzione ridotta a 373 euro, se pagata entro cinque giorni». Il Dpcm del 3 novembre 2020 firmato dal governo italiano vieta espressamente gli sport di contatto nelle zone a maggior rischio di contagio. Ma il parroco don Davide Smiderle ha dato mandato all'avvocato Alexander Boraso di dare battaglia. Per lui fa testo la lettera dell'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, datata 5 novembre 2020: «Tutte le attività pastorali programmate, come l'oratorio, sono ammesse nel rispetto del protocollo già pubblicato. Spetta al parroco decidere l'eventuale sospensione».

don davide smiderle don davide smiderle

 

Don Smiderle aveva deciso di continuare. «Quei ragazzi stavano giocando durante la ricreazione tra una lezione e l'altra del catechismo». L'avvocato Boraso, dopo aver messo in evidenza alcuni presunti errori formali, passa a questioni di maggior rilievo. Fino a citare i Patti Lateranensi: «Le competenze regionali non possono riguardare i rapporti tra Stato e Chiesa, espressamente riservati dai Patti Lateranensi, integrati dai Patti Craxi del 1984, alla legislazione nazionale. Orbene, il Dpcm a prescindere dalle considerazioni relative all'opportunità e legittimità di irrorare sanzioni, quale strumento non può in alcun modo derogare alle norme relative agli accordi Stato-Chiesa, con la conseguenza che l'organizzazione dei locali dell'oratorio interni alla struttura della chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta, non solo non sono soggetti alle disposizioni del Dpcm del 3 novembre 2020, ma neppure gli agenti della polizia locale potevano in tale ambito operare ad elevare sanzioni ai sensi dell'articolo 5 dei patti richiamati». «Quindi l'oratorio non farebbe parte dello Stato italiano», commentava amaramente un vigile urbano di Chivasso. Ieri pomeriggio non aveva ancora potuto leggere la versione integrale del ricorso. Ma la notizia girava eccome. «Sono sorpreso», dice il comandante della polizia municipale Marco Delpero. «Abbiamo usato tutte le accortezze necessarie, siamo intervenuti una prima volta per spiegare che non potevano giocare a pallone in cortile. Al secondo richiamo, abbiamo dovuto fare il verbale.

oratorio oratorio

 

Così come siamo andati a multare dei ragazzini che giocavano nei giardini davanti al Bennet, così come abbiamo chiuso un bar del centro che non rispettava nessuna delle regole previste per contrastare il contagio». Ma secondo il ricorso presentato dalla parrocchia di Chivasso, dentro l'oratorio vige forse un'altra legge. «Giocavano 17 bambini in un cortile che può contenere fino a 300 persone, avevano la mascherina, il parroco aveva controllato personalmente il rispetto dei dispositivi», sostiene l'avvocato Boraso. Tutto viene contestato. «L'incostituzionalità dello stato d'emergenza». «L'amplissima discrezionalità del provvedimento». Chi comanda in oratorio?

 

 

 

ALFONSO CELOTTO

ALFONSO CELOTTO ALFONSO CELOTTO

Andrea Bucci per il Corriere della Sera

 

 «La questione andava risolta con il buon senso» è il pensiero di Alfonso Celotto, costituzionalista italiano alla Facoltà di Giurisprudenza nella Università Roma 3. Secondo lei ha una validità giuridica il ricorso del parroco al Prefetto di Torino citando i Patti Lateranensi? «Nutro dei forti dubbi. Perché i Patti Lateranensi vanno a coprire gli "edifici aperti al Culto". Qui, invece, siamo nel campetto esterno dell'oratorio e quindi dubito che sia un luogo coperto dalla garanzia concordataria»

 

Allora ha ragione la polizia municipale? «Secondo me sì. In questo caso manca la violazione del principio concordatario». Come vede il ricorso del parroco don Davide Smiderle? «La vicenda è curiosa. Ricordo che il 21 aprile scorso, nella prima parte del lockdown, i carabinieri interruppero una Messa a Cremona.

 

calcetto calcetto

Anche in quell'occasione ci fu la multa elevata al sacerdote. E da allora fu deciso che ai Dpcm si allegassero anche protocolli concordati con le singole comunità religiose di riferimento. Sono i principi 7 e 8 della Costituzione. Così si sono previste garanzie e modalità per le celebrazioni religiose in sicurezza. Non mi sembra il caso di Chivasso, dove si parla di attività sportiva in oratorio e non di celebrazioni religiose».

 

partita a calcetto abusiva partita a calcetto abusiva

Inoltre la sanzione elevata al parroco, secondo l'avvocato, avrebbe un vizio di forma. Secondo lei esiste? «Potrebbe anche essere stato uno sbaglio degli agenti. Avrebbero dovuto indicare l'articolo 4 e non l'articolo 3. Ma forse è solo un refuso. In quel periodo, però, si sapeva che gli sport di contatto erano vietati. Ma queste mi sembrano argomentazioni da avvocato». Secondo lei sono Costituzionali o meno queste sanzioni elevate per il mancato rispetto del Dpcm? «Il tema è delicato.

LA FIRMA DEI PATTI LATERANENSI LA FIRMA DEI PATTI LATERANENSI

 

La Costituzione prevede che la limitazione dei diritti dei cittadini debba avvenire con atto del Parlamento. I Dpcm sono, invece, atti del Governo. Servirebbe dunque una Legge del Parlamento. All'inizio di questa pandemia potevo capire che il Dpcm fosse un provvedimento eccezionale, ma ora, dopo dieci mesi, viene meno la sua eccezionalità. Il Dpcm è "zoppicante" rispetto all'impianto delle garanzie Costituzionali. Ma allora sarebbe tutto incostituzionale, non solo le sanzioni".

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